A Rovigo in Palazzo Roverella dal 10 febbraio al 13 luglio 2008, c’è la mostra dedicata all’arte del periodo 1880-1915. Ci sono 110 oli e circa trenta manifesti. E’ curata da Dario Mattoni e Francesca Cagianelli con l’ausilio di un importante Comitato scientifico. Emilia Dodi
La Belle Epoque, ossia i Bei Tempi, non furono celebrati solo in Francia ma, date le circostanze, con minore intensità anche in Italia. Gli artisti italiani più importanti vivendo tra l’Italia e Parigi, coniugarono la vicenda d’oltralpe con i fermenti del nostro Paese. Fin’ora questo periodo artistico non era stato approfonditamente studiato, né messo bene in luce e quest’esposizione che la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo unitamente agli Organi Istituzionali, ha voluto promuovere è un degno seguito alla importante mostra dedicata al Cavaglieri.
Naturalmente è la donna al centro dei pensieri degli artisti, non solo con tutti i suoi eccessi, lusso sfilate di moda, teatri e quant’altro, ma anche con qualche merito. La divulgazione di questo stile di vita puòessere recepita tramite i manifesti in mostra. Era un periodo in effetti prodromico alla guerra, che dopo la proibizioni ottocentesche e con le grandi scoperte quali l’elettricità, consentiva ogni forma di velleità e stordimento, naturalmente solo all’alta borghesia e alla nobiltà. Certo fu Parigi ad esserechiamata Ville Lumière e non certo le città italiane.
Parigi dette la battuta, ma l’Italia non fu da meno. Questo momento fu sottolineato dall’arte specchio del tempo, con le celebri tele di Boldini, De Nittis, Zandomeneghi, ma anche di Corcos creatore di celebri manifesti pubblicitari, di Gnoli con i suoi dipinti di soggetti quotidiani, di Banti e Panerai e di Giacomo Grosso , la cui tela La femme del 1895, è il logo della mostra.
Non possono essere dimenticate le opere di questo periodo, dipinte da Felice Casorati, Umberto Boccioni, Bocchi e Felice Bonzaghi che rappresentò a suo modo la società dell’epoca. Di Cavaglieri si sono visti esempi eclatanti. L’esposizione parte dalla ritrattistica, con le opere della fine ‘800 di Boldini e De Nittis, per arrivare alla femminilità ufficiale delle opere di Oscar Ghiglia del 1908, fino a quelle di Felice Casorati e quelle dedicate alle ore lavorative come La cucitrice del 1914 di Antonio Mancini.
La mondanità è raffigurata nelle ore del passeggio non solo da Zandomeneghi, ma da Mariani, Corcos, Panerai, Natali, Costelli e Balestrieri. Ogni periodo della giornata, essendo rigorosamente codificato, ha avuto pittori che lo hanno raffigurato.