Dal 2 febbraio al 29 giugno 2008, a Perugia,Spello e in tutta l’Umbria, si celebra Bernardino di Betto detto il Pintoricchio oPinturicchio (1450/60-1513), con le opere conservate nella Galleria Nazionale dell’Umbria, a Spello e in varie parti del territorio. Voluta da Vittoria Garibaldi a capo di un importante Comitato scientifico , ha un catalogo Silvana editoriale. Emilia Dodi
Bernardino di Betto detto il Pintoricchio, quasi sicuramente per il suo aspetto meschino, di statura piccola, sordo, nonché considerato meno del Perugino, l’Umbria, con questa esposizione che coinvolge quasi tutta la regione, intende farlo conoscere in modo degno, promuovendo anche studi sulla sua pittura. Il maestro in questione, ingiustamente criticato dal Vasari che fu con questi decisamente severo e poco generoso, ebbe molte affinità con il Perugino, pur differenziandosene profondamente. Il Pintoricchio deve gran parte della sua fama alle celebri vedute nelle sue tavole e ai giochi di luce, nonché al suo dipingere minuziosamente che fa pensare a un interesse per la miniatura e all’influenza fiamminga.
Si pensa allievo di Bartolomeo Caporali, mentre di Pietro Perugino fu collaboratore, come si vede nelle storie di San Bernardino del 1473 e soprattutto nella Cappella Sistina (1481-83) dove nella Circoncisione dei figli di Mosè, la sua mano è preponderante. Lavorò da solo a Roma dal 1490, decorando il Palazzo dellaRovere, la Chiesa dell’Ara Coeli dove nella Cappella Bufalini c’è una delle sue opere più genuine e in Santa Maria del Popolo dove ricorse all’impiego delle grottesche. Fu un grande decoratore. Degli anni antecedenti il 1490 rimangono le importanti tavole della National Gallery, della Pinacoteca di Perugia e di quella di Spello, della sacrestia del Duomo di San Severino, dell’Accademia di Belle Arti di Valencia e della Galleria di Dresda.
Tra i suoi lavori più belli è il polittico dipinto per Santa Maria deiFossi ora nella Galleria dell’Umbria, nonché i celebri affreschi della Cappella Baglioni a Spello del 1500/1501. Importante la libreria del Duomo di Siena, dipinta a fresco, con il ciclo profano delle storie di Pio II Piccolomini, ciclo che è uno dei più importanti del Rinascimento. La sua ultima opera sembra sia stata la tavola di Gesù che porta lacroce del 1513, anno della morte.
Quest’esposizione coinvolge non solo vari luoghi di Perugia e Spello, dove c’è una particolare illuminazione della Cappella Baglioni e una mostra “Pinturicchio e le arti minori”, unitamente all’esposizione della Madonna con Bambino, recentemente attribuita al maestro, ma anche Spoleto, Trevi, Città di Castello e Orvieto. In effetti è coinvolta tutta l’Umbria a dimostrazione dell’importanza degli artisti del rinascimento umbro.
Inoltre, sarà visibile dopo il recente restauro, presso la Fondazione Cassa di Risparmiodi Perugia, la Madonna con Bambino, recentemente acquisita a Vienna, il cui restauro sarà documentato a parte. Una mostra importante che fa conoscere bene l’opera del Pintoricchio che fu un grande, secondo solo al Perugino. Emilia Dodi