Login | Guestbook | Immagini | Downloads | Mappa | 22 utenti on line
MENU

   Home
   Contattaci
   Chi Siamo
   Job oppurtunities


Rubriche

   Arte
   Cinema
   Eventi
   Libri
   Moda
   Mondomedi@
   Spettacolo
   Televisione
   Web Television


Pittori

   Galleria Digitale
   Giovani Promesse
   Maestri
   Nuovi Talenti


Archivio

   Archivio 2001- 2006


Multimedia

   Audio Interviste
   Video


 
Emigranti

Udskriv SidenStampa Send denne side til en venInvia ad un amico 

Anime d’emigranti
all’Argot Studio

Carlo Benso porta in scena all’Argot Studio di Roma il capolavoro di Slawomir Mrozek. Interpreti Maurizio Bianucci e Alessandro Procoli. Fino al 10 febbraio.
Gloria Bondi

 

a

Un sottoscala squallido e buio, dove spesso mancano anche acqua e luce. Solcano lo spazio alcuni grandi tubi di scarico che conducono in quell’inferno i rumori di un mondo diverso, pieno di vita  e di energia e le voci di quanti si apprestano a salutare con gioia  l’arrivo di un nuovo anno. Due uomini dividono quello spazio in estrema povertà. Sono emigranti senza nome, arrivati da lontano e senza alcuna certezza del ritorno. Due uomini tanto diversi fra loro quanto vicini nel condividere una condizione alienante e povera di gioia. L’uno è un muratore, semplice e incolto, ingenuo e brutale, a tratti animalesco. Accumula denaro e poi lo nasconde in un cane di pezza per poter tornare un giorno a casa, da sua moglie e dai suoi figli. L’altro è un intellettuale colto e nevrotico, capace di essere tanto crudele e spietato quanto sensibile.

 

 

Di lui non sappiamo molto perché il suo passato è avvolto in un apparente mistero, ma possiamo intuire che è fuggito per motivi politici e vive per scrivere il suo grande capolavoro.
Va in scena allo Studio Argot di Roma, per la regia di Carlo Benso, “Emigranti”, capolavoro del polacco Slawomir Mrozek, scritto nel 1974 e manifesto della condizione di quanti vivono lontani dalla propria terra e dai propri affetti.

 

“A un certo punto della storia, però – sottolinea Benso nelle sue note di regia – la condizione di emigranti passa in secondo piano per rendere il tema della solitudine e della disperazione in cui sono immersi i due personaggi inevitabilmente universale. La loro storia diventa la rappresentazione emozionante delle nostre illusioni e delusioni, sogni e frustrazione, dolore e felicità, paure e speranze. Qui sta la grandezza dell’autore che sa rendere i nostri sguardi partecipi di una storia che ci appartiene”. Assistiamo così ad un serrato confronto a due che si gioca sul terreno di uno stato d’animo condiviso, ma interpretato in modo completamente diverso.
La povertà e l’incertezza, l’abbrutimento del corpo e dello spirito accomunano i due e al tempo stesso li dividono nella quotidiana lotta per la sopravvivenza. Maurizio Bianucci e Alessandro Procoli ci regalano il ritratto di due personaggi dolenti e disperati, teneri e furenti, raggiungendo in alcuni momenti una tensione e un pathos assai coinvolgenti. Ma i due sono destinati a non incontrarsi mai e alla fine resterà solo silenzio. Fino al 10 febbraio.
Gloria Bondi