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Sebastiano del Piombo, una monografica a Roma

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Sebastiano del Piombo,
in mostra a Roma

E’ aperta a Roma in Palazzo di Venezia e lo resterà fino al 18 aprile 2008, la prima monografica dedicata a Sebastiano Luciani (1485-1547), detto Sebastiano del Piombo, uno dei grandi del Rinascimento. La mostra, che dal 28 giugno si trasferirà a Berlino, è curata da Claudio Strinati con l’allestimento di Luca Ronconi e la sua equipe. Catalogo scientifico edito da Federico Motta.
Emilia Dodi

Sebastiano del Piombo:Ritratto di uomo in arme, olio su tela 1512

 

a

Sebastiano Luciani detto “del Piombo” (1485-1547) in quanto al suo ritorno a Roma dopo il sacco, ebbe il titolo di custode del piombo della Cancelleria Vaticana, fu uno dei protagonisti del Rinascimento.
Nato a Venezia, morì a Roma a 62 anni.
Allievo del Giambellino e poi del Giorgione, arrivò a Roma al seguito del banchiere del Papa, Agostino Chigi, uomo ricchissimo, unico personaggio che avrebbe potuto inserirlo in una città che vedeva la contesa tra Raffaello e Michelangelo e dove ben poco era lo spazio per altri artisti.

Sebastiano del Piombo Ritratto di Giovane Romana (Dorotea) olio su tavola 1512

 

In un primo tempo nell’ambito di Raffaello partecipando alla decorazione della villa Farnesina, divenne molto amico di Michelangelo che si afferma gli abbia fornito alcuni disegni. Ne fanno fede le 38 lettere che l’artista inviò a Firenze e alcune risposte del Buonarroti. L’amicizia fu di colpo cancellata sembra per un atto di presunzione di Sebastiano che avrebbe consigliato a Michelangelo di dipingere il Giudizio Universale con la tecnica olio su muro, tecnica spesso da lui praticata, che consentiva di annullare eventuali errori in fase di stesura. Apriti cielo!
La mostra che si giova dell’elegante allestimento studiato da Luca Ronconi e Margherita Palli, molto scenografica, nella penombra valorizza i dipinti tramite spazi a finestra nelle pareti rivestite di velluto, dove sono inserite le opere con una particolare illuminazione che si deve a A.J.Weissbard. Altrettanto valide le didascalie illuminate, sempre inserite nel velluto.

Sebastiano del Piombo:Sacra Famiglia in un paesaggio, olio su tavola 1530circa

Il percorso è cronologico e li oli sono ben 37.
Partendo dalla prima sala mostra le opere del periodo veneziano. Tra le tante, la pala d’altare per San Giovanni Crisostomo di Venezia, la Sacra Conversazionedel 1509 di New York e il Giudizio di Salomone del 1509 di Kingston Lacy.
La seconda sala è tutta dedicata alla ritrattistica nella quale Sebastiano dette il meglio di sé. Uno per tutti, lo straordinario dipinto, logo della mostra, Ritratto di uomo in armi del 1512, senza dimenticare il Ritratto di giovane romana, di pari datazione. I ritratti sono 16.

Sebastiano del Piombo: Pietà olio su tavola, 1516

Si passa poi alle raffigurazioni inerenti i temi religiosi. Qui da Viterbo proviene la celeberrima tavola della Pietà del 1516, della quale si dice Michelangelo abbia fornito il disegno, nonché l’altrettanto importante Flagellazione del 1525, e il Cristo al Limbo del 1516 del Prado.
Va detto che dopo il sacco del 1527, Sebastiano tornato a Roma, con l’avvento dell’elezione di Adriano VI che non amava le arti, fu nominato custode del piombo e costretto per questo a farsi frate. Più che per pigrizia, come dice il Vasari, forse fu il clima della città che mancava degli stimoli, a portarlo a poco creare. Comunque, in mostra, c’è la bella Sacra Famiglia in un paesaggio che è del 1530, dipinta per Bourgos.

Sebastiano del Piombo: Flagellazione, olio su tavola 1525

Del periodo della Controriforma ci sono cinque opere del manierismo romano, tra le quali la Sacra Famiglia di Scipione Pulzone e cinque oli di artisti spagnoli che attestano l’influenza postuma dell’artista.
I 16 disegni, un po’ meno visibili nella penombra, dimostrano come l’artista sapesse ben tenere in mano la matita. Tre sono gli straordinari pezzi di Michelangelo.

Sebastiano del Piombo:Cristo nel Limbo, olio su tela, 1516


La mostra si avvale di una particolare musica composta all’uopo dal maestro Nicola Campogrande, al liuto Francesco Romano, in omaggio a Sebastiano che fu buon musicista.
Una mostra ben allestita, interessante, che dà finalmente visibilità a questo grande maestro, il cui periodo d’oro va inserito tra Raffaello e Michelangelo, dove però trovò un suo spazio autonomo.
Emilia Dodi

Sebastiano del Piombo:Ritratto di uomo,olio su tavola, 1515