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L’ultima Fedra

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L’ultima Fedra di S. Kane
al teatro Ghione di Roma

Walter Pagliaro porta in scena al Teatro Ghione di Roma www.ghione.it l’opera che Sarah Kane dedicò al mito dell’infelice regina ateniese. Un testo crudo, violento, “politicamente scorretto” che trova in Micaela Esdra e in tutta la compagnia interpreti eccellenti, sensibili e coraggiosi. Fino al 10 febbraio.

Gloria Bondi

 

 

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Un gigantesco ring rosso fuoco, spazio di sangue e sudori. Non è solo lo scenario, ma anche il simbolo, dei fatti che stanno per accadere. Una lotta impari fra l’uomo e la sua eterna condanna all’infelicità. Una lotta che non può che risolversi in un doloroso e violento bagno di sangue. Walter Pagliaro  propone al pubblico del Teatro Ghione di Roma il testo di Sarah Kane, “L’amore di Fedra”. L’opera che l’autrice inglese, morta suicida a soli 29 anni, volle dedicare all’eroina già cantata da Euripide, Seneca e Racine.
Per il regista, un approdo quasi naturale, dato che nelle scorse due stagioni ha portato in scena la versione che del mito diede proprio il grande tragediografo francese. Protagonista del dramma della Kane, però, non è tanto la sciagurata regina, quanto il suo figliastro Ippolito, qui interpretata dalla bravissima Micaela Esdra. Ne “L’amore di Fedra”, Ippolito è un giovane schiavo del nichilismo e del mal di vivere, ossessionato dal sesso, abbrutito dal suo stesso isolamento, incapace di uscire dai confini delle sue stanze. Un antieroe lontano milioni di chilometri dal purissimo giovinetto cantato dai classici.

 

Lo ama, di un amore infelice e morboso, la sua matrigna Fedra (Maria Teresa Pintus) che troverà nei suicidio l’unico balsamo alle ferite di una passione non corrisposta e di una umiliazione in fondo ossessivamente cercata. Ma nell’atto finale della sua esistenza non rinuncerà a trascinare con sé l’oggetto del suo amore e dietro di lui, la figlia e il marito. La torbida storia raccontata dalla Kane trova una perfetta espressione in un linguaggio che non si pone limiti -  forte, crudo, diretto – e in una serie di atti di furiosa e barbara violenza.
I protagonisti della Kane in scena uccidono, picchiano, vomitano, si masturbano, violentano, consegnandoci il ritratto di una umanità imbarbarita e depravata, che sembra aver perduto ogni punto di riferimento e scivola inevitabilmente verso l’autodistruzione.

 


Quella di Pagliaro è una messa in scena bellissima sostenuta da una serie di ottime prove d’attore. In scena anche Igor Mattei, Rita Abela, Diego Florio, Francesco Alderuccio, Angelica Saliola, Giovanni Scacchetti, Ilario Grieco.
Fino al 10 febbraio.

Gloria Bondi