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Bee Movie > Mr.Magorium e la bottega delle meraviglie

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Mr. Magorium e la bottega
delle meraviglie

Sceneggiatore di Vero come la finzione di Marc Forster, Zach Helm esordisce dietro la macchina da presa con Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie, fanta-storiaper piccoli spettatori in cui il premio Oscar Dustin Hoffman veste i panni del bizzarro 243enne proprietario di un negozio di giocattoli molto speciale.
Francesco LoMuscio

 

Ha la bellezza di 243 anni ma le fattezze di un settantenne Dustin Hoffman (Il laureato), sempre più ironico e meno serioso del solito.

 

Candido uomo dai capelli bianchi auto proclamatosi “impresario di giocattoli, ammiratore di meraviglie e amante delle scarpe”, si chiama Edward Magorium ed è proprietario da ben 114 anni della favolosa bottega che, stracolma di giochi strepitosi, gli ha consentito di regalare gioia e magia ai bambini di tutte le età; quella stessa bottega che ora, prossimo al ritiro, l’anziano ha deciso di lasciare in eredità alla sua giovane assistente Molly Mahoney, con le fattezze della tanto bella quanto brava Natalie Portman (V per vendetta), provocando la rabbia della speciale merce esposta.

 

Da qui prende il via Mr. Magorium e la bottega delle meraviglie, esordio dietro la macchina da presa per Zach Helm – sceneggiatore di Vero come la finzione (2006) di Marc Forster – che, tra burattini viventi, superpalle che rimbalzano da sole e animaletti di peluche che abbracciano i bambini, vede nel cast anche il giovanissimo Zach Mills (Santa Clause è nei guai) e il veterano Jason Bateman (Voglia di vincere 2), rispettivamente nei panni di un piccolo commesso del negozio e di un contabile assunto per curarne il trascurato lato finanziario.

 

E non manca neppure un’inaspettata apparizione di Kermit, la verde rana dei Muppet, mentre i connotati della vicenda-fiaba, tempestata d’ironia destinata agli spettatori più piccoli, finiscono per avvicinarsi sempre più a quelli delle storie contenute nei libri di Chris Van Allsburg, con tanto di intelligente morale alla Polar express, la quale, se da una lato tende a suggerire che la vita è un’occasione da non lasciarsi sfuggire, dall’altro spinge a interrogarsi sul motivo per cui gli adulti non credano mai nei sogni che facevano da bambini.

 

Peccato, però, che, nonostante l’infinità di trovate immerse nelle colorate scenografie di Thérèse DePrez (L’incubo di Joanna Mills), dispensatrici di un look generale che richiama, sia una certa atmosfera circense, che i cartoni animati, ad essere avvertita è proprio la mancanza di quel pizzico di magia indispensabile per conferire il ritmo necessario a strappare il lungometraggio dalla letale morsa della noia.

 

Il risultato sarà lo stesso guardato attraverso gli occhi del pubblico under 12?
Curiosità:
Per concretizzare il fantastico reame della bottega vivente, colmo fino al soffitto dei giochi più strepitosi, il regista e il suo team creativo hanno concepito un set di 2000 metri quadri, quasi un’entità viva di cui dice: “Nel film c’è una battuta in cui si spiega come egli sia stato capace di infondere nel negozio la stessa emozione con cui i bambini vengono a giocarci, e questo è proprio quello che abbiamo cercato di fare. Credo che se i muri del set potessero raccontare quello che abbiamo passato per costruirlo… ne sentiremmo delle belle!” 
Francesco Lomuscio