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Signorina Effe |
“..Sono stanca” //“Anche io sono stanco”// “Sì, ma io ho lavorato, tu hai scioperato” //“E infatti tu sei stanca e schiava, io stanco e libero”. In questo semplice scambio di battute tra i due protagonisti viene sintetizzato un momento cruciale della storia italiana, le 37 lunghe giornate di sciopero degli operai della Fiat nel 1980. La regia, come il soggetto, è della giovane artista romana Wilma Labate, già autrice di diversi documentari e lungometraggi come “La mia generazione”, che aveva catturato l’attenzione del grande giornalista, scrittore e divulgatore storico Indro Montanelli . Federica Di Bartolo |
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“Signorina Effe” ha riscosso un grande consenso di pubblico e di critica al Festival del Cinema Giovani di Torino, diretto da Nanni Moretti, proprio nella città dove è ambientato. |
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E’ la storia della “marcia dei quarantamila”, ossia la manifestazione pacifica d’impiegati e dirigenti della Fiat, i così detti quadri, che si ritrovano per rivendicare il loro diritto al lavoro. E’ in quel preciso momento che in Italia si comincia a parlare di “flessibilità” e “mobilità”, in quell’istante il mondo del lavoro stava cambiando e così la vita di tanti lavoratori. |
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La Fiat non era più l’azienda sicura che aveva permesso a tanti di mantenere la propria famiglia e il cui nome era una garanzia, l’azienda era in crisi e l’unica possibilità era un licenziamento massiccio, di più di 15 mila dipendenti, per evitare il fallimento. |
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Il film è la pagina di un nuovo realismo cinematografico, in cui i filmati e i documentari si mescolano con le immagini reali dei protagonisti, staccandosene però, al tempo stesso, grazie al fatto di essere presentati attraverso al televisore. |
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Un espediente, ma anche un racconto, perchè la situazione incollò davanti alla televisione migliaia di spettatori, tutti in Italia erano in apprensione e in qualche maniera avvertivano il cambiamento “epocale” che stava avvenendo. In una Torino cupa e grigia si sviluppa la tragica storia della giovane Emma Martano (Valeria Solarino), figlia di un ex operaio della Fiat, e ora anche lei dipendente dell’azienda nei reparti informatici, oltre che studentessa di matematica. |
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La trama è esile e cerca di rispondere ad una delle domande dei fan “Com’è iniziato il rapporto tra Dave e i 3 scoiattoli?”. In passato nella serie televisiva ci sono state delle puntate in cui era narrata l’avventura, ma ora è proposta una nuova accattivante versione, attraverso una mirabolante commedia musicale dall’animazione straordinaria e costruita a misura di bambino. |
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Sta per convolare a nozze con uno dei dirigenti d’azienda di nome Silvio (Fabrizio Gifuni), quando improvvisamente si trova coinvolta nell’iniziale sciopero di 4 ore degli operai, è qui che incontra l’operaio torinese Sergio (Filippo Timi), che lavora alle presse e fa parte dei ferventi sindacalisti che si oppongono ai licenziamenti. |
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La storia d’amore è convenzionale, facile da intuire e seguire, è ovvio che i due protagonisti, come il loro amore, verranno travolti dalla situazione politica ed economica dell’epoca, ma nel finale appare un filo di speranza. In questa storia non vi sono colpi di scena ed è evidente che il film sia solo un pretesto per parlare del mondo operaio e di quei fatidici 37 giorni, delle lotte sindacali e degli schieramenti politici. |
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Tutto è ricostruito con grande attenzione e cura, sono ripresi i giornali dell’epoca, dove, a caratteri cubitali, si leggono le posizioni della classe politica, così come la vecchia sigla d’apertura del telegiornale della Rai. Il film è un documentario, cui fa da pretesto una storia d’amore ed è questo che ha diviso la critica, infatti, chi ha vissuto il momento storico si trova coinvolto e rivive le emozioni del momento, ma per i più giovani la pellicola appare superficiale e poco coinvolgente. Quel che è certo è che Emma è una figura moderna e diversa dalle donne di allora, lei vuole vivere le sue passioni senza paura e senza pensare alle conseguenze, vuole semplicemente amare. Federica Di Bartolo
Curiosità: Nel 1980 il direttore generale della Fiat era Cesare Romiti, che considera importante questo film perchè permette ai giovani di conoscere una pagina rilevante della storia italiana. Il film ha commosso molte personalità politiche, da Mario D’Urso a Fausto Bertinotti. |
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