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Aldo Rossi

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L’Accademia di San Luca
per Aldo Rossi

Fino al 25 gennaio all’Accademia di San Luca a Roma, è possibile visitare la mostra dedicata all’architetto Aldo Rossi nel decennale della morte, con opere delle collezioni DARC-MAXXI. Curata da Francesco Moschini con il coordinamento di Valentina Ricciuti, ha un particolare catalogo edito da Cangemi.
Emilia Dodi

 

Aldo Rossi, notissimo architetto internazionale, nato a Milano nel 1931, è scomparso dieci anni or sono. In vita, oltre a importanti progetti in Italia, Europa, USA e Giappone, ha avuto anche numerose mostre dedicate alla sua opera a Torino, Mosca, Museo di York,. Museo Riba a Londra, a Madrid e Venezia. Numerosi anche i premi internazionali: nel 1990 il Pritzker Prize, nel 1991 AIA Honor Award, nel 1992 Jefferson Memorial Award, Accademico di San Luca dal 1979 e nel 1996 membro onorario dell’American Academy of Art di New York, premio nel 1977 dell’Accademia.

 

Basilari le sue pubblicazioni e interessanti i suoi molti progetti tra i quali quello del Teatro Carlo Felice di Genova, del Deutsche Historiches Museum di Berlino e quello del complesso alberghiero di Fukuoka in Giappone, dei quali, in mostra, ci sono i modelli in legno, unitamente ad altri tre modelli di vari progetti. E ci sono tempere e acquarelli e disegni autentici, tra i quali quello del Cimitero di Modena, del quale Irving Lavin ha scritto.

 

“Credo che il cimitero modenese di Aldo Rossi sia una delle opere più forti e commoventi del XX secolo…………il cimitero di Aldo è anche un testamento alla persistenza del coraggio umano e del senso di responsabilità morale”. Antonio Monestiroli ha scritto: “Il desiderio di Aldo Rossi non è mai stato quello di mettere in opera meccanicamente la nostra vita, ma di metterne in scena il senso”.

 

Heinz Tesar a proposito del Monumento a Sandro Pertini nel centro di Milano, si è espresso dicendo: “…..il cubo rivestito di marmo grigio-rosa di Candoglio, come il Duomo, una figura trasformata in geometria di familiare precisione”.

 

Lo scopo di questa esposizione è quello di mostrare la continuità di pensiero e la chiarezza del linguaggio rossiano che ha coerentemente attraversato il percorso di ricerca della sua professione. La linearità compositiva è alla base di tutta la sua produzione architettonica che si fonda sulla elementarità distributiva, con il suo interesse per il paesaggio urbano e le sue forme. La mostra è accompagnata dall’interessante catalogo a schede di 19 particolari di progetti realizzati, nel retro dei quali ci sono testimonianze di celebri architetti suoi amici, che ne definiscono il lavoro, il tutto accompagnato dal testo di Francesco Moschini.
Emilia Dodi