Al Teatro Manzoni di Roma, fino al 23 dicembre, è in scena la divertente commedia, Baciami, stupido, che vede come protagonisti Patrizia Pellegrino e Franco Oppini per la regia di Ennio Coltorti. Seppur divertente, il tutto non convince appieno. Giancarlo Leone
Patrizia Pellegrino
Ci troviamo di fronte ad una coppia felice, e di questi tempi già è tanto. Lui è gelosissimo, peggio di un Otello, lei è bella e fedele. Lui si arrabbia solo, lei gli fa le fusa come una gattina. Lui scrive canzoni e suona l’organo in chiesa, mentre a lei le ha proibito di cantare anche accennando una canzone. Brutta malattia la gelosia: a questa non c’è scampo e chiunque per la bella moglie potrebbe essere un potenziale amante.
Patrizia Pellegrino e Franco Oppini
E se lo è un ragazzino di quattordici anni, lo potrebbe essere perfettamente un bellissimo cantante in cerca di avventure che casualmente arriva in città. Ed ecco che si scatena l’inferno che può sconvolgere la mente di un paranoico. Diffidente, pauroso del tradimento e delle inevitabili corna, l’organista non esita però a trovare una raccomandazione con il belloccio cantante che pagherà tanto quanto l’aver tentato di nascondere agli occhi del playboy cantante la vera moglie.
E’ questa la trama di Baciami, stupido, tratto dalla commedia di Anna Bonacci, L’ora della fantasia, alla quale si ispirò anche Billy Wilder per il suo film, Kiss me, stupid del 1964, un ritratto della piccola borghesia americana con una fantastica Kim Novak dove nei panni del cantante sciupafemmine c’era Dean Martin.
Franco Oppini
Attualmente al Teatro Manzoni di Roma, fino al 23 dicembre, va in scena la versione italiana di quel film, Baciami, stupido, diretta da Ennio Coltorti che vede come protagonisti della vicenda FrancoOppini e Patrizia Pellegrino nei rispettivi ruoli di marito e moglie, la coppia felice, Michele Canfora, il cantante playboy e Adriana Ortolani, nel ruolo di Lola, la prostituta pagata per fingere di essere la moglie da proporre al cantante per vendere alcune canzoni del marito. La commedia è divertente, si ride ma ciò che lascia un po’ perplessi sono i personaggi forse un po’ troppo caricati all’eccesso e l’effetto fotoromanzo che invecchia un testo che invece è sempre attuale. Giancarlo Leone