E’ stata presentata la grande mostra che dal 20 gennaio al 22 giugno 2008, sarà il grande evento a Forlì nel Museo di SanDomenico, in sei sale con circa 100 opere, dedicata a GuidoCagnacci. Curata da Antonio Paolucci e Daniele Benati, ha un importante Comitato scientifico, tra i cui nomi figurano quelli di Sir Denis Mahon , Mina Gregori e Claudio Strinati. Catalogo Silvanaeditoriale. Emilia Dodi
Guido Cagnacci, "Gloria di San Mercuriale", olio su tela, cm. 411 x 230, Forlì - Pinacoteca Civica
Guido Cagnacci, nato a Sant’Arcangelo di Romagna nel 1601 e morto alla corte di Leopoldo I d’Asburgo a Vienna nel 1663, ha lasciato importanti opere a Forlì. Quest’esposizione sarà la più importante monografica dedicata a quest’artista. Il sottotitolo “protagonista del Seicento tra Reni eCaravaggio” è stato dato tenendo conto della rilevante tesi critica. Infatti, i curatori hanno cercato di raccogliere tutte le tele del maestro, perlomeno le più significative, per dimostrare senza nulla togliere al Reni e al Caravaggio, quanto Cagnacci, grande pittore locale, fosse divenuto artista di destino internazionale, anche se la sua riscoperta si deve al periodo novecentesco.
Guido Cagnacci, "Cleopatra", olio su tela, cm. 91,5 x 72,5, Bologna - Collezione privata
Questo assunto sarà dimostrato dalle opere del maestro che saranno affiancate a quelle del Caravaggio e dei caravaggeschi, in campo profano da Orazio, Artemisia Gentileschi e Simon Vouet e in campo sacro dal Reni, Lanfranco, Van Hontrorst, Serodine e Guercino. Il maestro pur recependo il classico barocco del Reni e il vero visibile del Caravaggio, ha poi mediato il tutto in un suo personale stile.
Guido Cagnacci, "Il Ratto di Europa", olio su tela, cm. 115,5 x 94, Bologna - Collezione Molinari Pradelli
Guido Cagnacci, pittore solitario, artista di grandi passioni, con una personalità affascinante e misteriosa, amante del genere femminile, fu considerato scandaloso per i suoi rapporti con le modelle e per alcune sue figure dove coniugava il misticismo con la sensualità. Dopo aver soggiornato a Rimini dal 1620 al 1630 dove lavora per le chiese della città e dintorni, nel 1640 è a Bologna in contatto con il vecchio Reni e i suoi allievi, per adornare la Cappella di SantaMaria del Fuoco nel Duomo.
Guido Cagnacci, "David con la testa di golia", Columbia Museum
Di questo periodo tra gli altri sarà in mostra da Mongridolfo, la Madonna col Bambino adorata dai SantiSebastiano, Rocco e Giacinto, il Miracolo di San Giovanni a Efeso, e la bellissima Maddalena penitente, di collezione privata. Si reca ben due volte a Roma con il Guercino dove certamente avrà visto a Palazzo Barberini i grandi affreschi celebrativi di Pietro da Cortona, che si pensa gli abbiano dato l’imprinting dello spirito del barocco che il Cagnacci mette a frutto, nel 1642-44, nei due grandi quadroni della Gloria dei Santi Mercuriale e Valeriano, entrambi in mostra, dove c’è tutto il teatro della gloria barocca, che Antonio Paolucci definisce molto moderni.
Guido Cagnacci, "Madonna della rosa", Forlì, Collezione Privata
Belle in mostra, la Maddalena della Galleria Palatina di Firenze e la Maddalena in estasi di Palazzo Barberini, dove è presente il mistico e il sensuale. L’artista nelle opere sacre ha sempre mantenuto un equilibrio tra sacro e profano. Dei dieci anni trascorsi a Venezia dove cambia nome in Guido Canlassi per sottrarsi alle condanne per il suo modus vivendi, restano le opere profane. Venezia, luogo di più ampie vedute, consente al Cagnacci di consegnarci opere bellissime, come le due Cleopatra, quella di collezione privata e quella di Brera, dalla grande sensualità, ma anche il Ratto di Europa della collezioneMolinari Pradelli, e le due tele di David e Golia, una di collezione privata e una proveniente dagli USA.
Bellissima la sua ultima Morte di Cleopatra, dipinta a Vienna, prestata dal Kunsthistoriches. Per rafforzare l’asserto del suo protagonismo, vanno segnalate tra le altre, alcune tele come la Cleopatra di Guido Reni, La Maddalena con due angeli del Guercino, la Salomè con la testa delBattista di Simon Vouet e la Maddalena penitente del Caravaggio.
Guido Cagnacci, "Giuditta con la testa di Oloferne", Pinacoteca naz. di Bologna; su concessione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali Archivio Fotografico Soprintendenza PSAE di Bologna
Sarà una mostra che pur mantenendo una sua scientificità, avrà carattere didattico e divulgativo, continuando a Forlì il ciclo della memoria storica della città. Emilia Dodi