Recentemente si è conclusa a Palazzo Giustiniani,la mostra dal titolo Renato Guttuso. La Passione della forma. Dopo la permanenza nella città di Ravenna, l’esposizione, promossa dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena, è stata accolta nella sede del Senato della Repubblica di Roma, con una ventina di opere, realizzate dagli anni ’40 agli anni ’80, comprensive di disegni e dipinti ad olio. In occasione dell’ inaugurazione della mostra è stato organizzato un Convegno sulla figura di Guttuso artista e politico. Il convegno è stato coordinato dal Presidente del Senato Gavino Angius. La curatrice Silvana Costa e l’Associazione Culturale Il Cerbero,ha voluto, con questa mostra, ripercorrere la vita e l’impegno artistico-politico di uno dei più grandi interpreti del secolo scorso. Monica Minati
Renato Guttuso nel suo atelier
La mostra è stata ospitata in un noto palazzo romano divenuto alla fine del sec. XVI di proprietà di Giuseppe Giustiniani, rappresentante di una delle più potenti famiglie genovesi. Il percorso espositivo riflette l’impegno politico e sociale di Guttuso, esponente della cultura di area comunista. Nel 1943 l’artista lascia Roma per motivi politici e partecipa intensamente alla resistenza antifascista. Nella serie di disegni realizzati con inchiostri delle tipografie clandestine intitolati Gott mit uns, si palesa l’impegno politico dell’ artista e delle sue posizioni antifasciste.
Renato Guttuso, Gott mit uns
A partire dal 1948 aderì sempre più programmaticamente ai temi di ispirazione politico-sociale attraverso un realismo esaltato da tensioni stilistiche e formali. Sono gli anni di Boogie-woogiee di opere in cui l’artista si orienta verso la critica di costume.
Renato Guttuso, Boogie woogie
Nel corso degli anni Settanta, il suo realismo subisce una metamorfosi, si rinnova attraverso una nuova potenza plastica. Nel 1972 gli viene dedicata una grande mostra all’ Accademia delle arti di Mosca, dove verrà esposta una delle sue opere più significative, I Funerali di Togliatti , opera-manifesto della sua pittura antifascista ove l’allegoria si fonde mirabilmente con l’impianto prospettico. Nel 1974 dipinge il grande quadro La Vucciriaraffigurazione fedele di un turbolento e chiassoso mercato di Palermo e nel 1976 realizza il Caffè Greco una descrizione quasi metafisica di uno dei più famosi caffè romani, ritrovo di artisti e letterati.
Renato Guttuso, La Vucciria
A corollario della mostra la proiezione del lungometraggio “Diario di Guttuso” realizzato per la televisione, con il contributo del Centro Rai di Palermo e la regia di Giuseppe Tornatore (legato al pittore dalla terra di provenienza, la Sicilia), vuole soprattutto restituire al pubblico il Guttuso uomo, certamente meno conosciuto rispetto all’ artista. Monica Minati