Dopo alcune pellicole dedicate alla guerra in Iraq, finalmente “Nella Valle di Elah”, è il bagliore nel buio che tutti si aspettavano. Il regista Paul Haggis, vincitore di due premi Oscar per “Crash”, con un cast di tutto rispetto, Tom Lee Jones e Charlize Theron, non perde occasione nei 120 minuti della pellicola creare un’atmosfera straordinaria, commovente, poetica, intensa. Lo sguardo di un America stanca della sua guerra, inizialmente appoggiata, ma ora dannatamente maledetta. Alessandro Gallippi
Dopo alcune pellicole dedicate alla guerra in Iraq, finalmente “Nella Valle di Elah”, è il bagliore nel buio che tutti si aspettavano. Ma prima di parlare della pellicola diretta da Paul Haggis, è il caso di fare un tour nel tempo, per ricordare alcuni film dedicati ai reduci delle guerre. Nel 1946 “I migliori anni della nostra vita” di William Wyler, mostrava per la prima volta, il traumatico impatto dal ritorno dal fronte, che i giovani soldati dovevano affrontare in patria.
La sceneggiatura di Rober Sherwood tratta dal romanzo in versi sciolti “Glory Of Me” di MacKinley Kantor, portò sullo schermo uno dei caposaldi del cinema americano sui reduci. Straordinaria e complessa visione ingiustamente dimenticata dopo sette premi Oscar.
Dalla seconda guerra mondiale, al Vietnam l’elenco dei film dedicati ai soldati al rientro in patria e infinito. Basta pensare a “Vietnam verità da dimenticare”(1990), con un Bruce Willis inedito, passando per un altro capolavoro diretto e interpretato da Emilio Estevez, “The War at Home” (Conflitti di famiglia-2005), giudicato dal New York Post come il miglior film sui reduci.
Ma forse il capolavoro dei capolavori e proprio “Tornando a Casa” (1978), di recente uscito in dvd, diretto dal grande Hal Ashby (Oltre il giardino-Harold e Maude-L’ultima Corvee) e interpretato da Jane Fonda e Jon Voight. Giudicato da molti, come il racconto più intenso sulle rovinose conseguenze della guerra in Vietnam, con otto nomination all’Oscar, di cui tre aggiudicati, miglior attrice (Jane Fonda), miglior attore (John Voight) e miglior sceneggiatura.
Anche il primo capitolo di Rambo, merita il suo posto tra le pellicole sui reduci, e nonostante molti film mostrino le terribili esperienze sul fronte, forse il modo migliore di evidenziare la tragicità della guerra, è proprio l’impatto dal fronte al ritorno nella normalità della società.
Un soldato tornato dall’Iraq scompare misteriosamente, venendo classificato come “assente ingiustificato”. La notizia raggiunge il padre del soldato (Tommy Lee Jones), un ex poliziotto militare, che decide di mettersi alla sua ricerca, aiutato da un investigatrice della polizia (Charlize Theron). Più le indagini proseguono e più il puzzle si complica, fino al coinvolgimento e la revisione dei propri ideali. Il regista Paul Haggis, vincitore di due premi Oscar per “Crash”, non perde occasione anche stavolta per donarci una pellicola assolutamente straordinaria, commovente, poetica, intensa. Lo sguardo di un America stanca della sua guerra, inizialmente appoggiata, ma ora dannatamente maledetta. Tratto da una storia vera, “Nella Valle di Elah”, non punta gli occhi sulla guerra in Iraq, mostrando forse il suo lato peggiore, il ritorno in patria. Quasi tutti i ragazzi che tornano dal fronte, soffrono del PTSD, la sindrome da stress post traumatico.
Straordinarie le interpretazioni di Charlize Theron e Tommy Lee Jones. Bravissima l’ex modella nella parte della mamma sola, con un figlio, che lotta in un mondo maschilista e prevenuto. Anche Jones rende al meglio il percorso di un padre credente nel rigore militare, che pian piano verrà distrutto dalla tragica realtà degli eventi in corso.“Nella Valle di Elah” è una pellicola come se ne vedono poche, un affresco dirompente sui giovani soldati che vengono mandati al fronte, contro qualcosa di incomprensibile, al di sopra di ogni possibile concezione o giustificazione. Finalmente un film “vero” su quest’ultimo interminabile conflitto. Alessandro Gallippi