Al Vittoriano di Roma, dal 17 novembre al 9 dicembre 2007, nella sala delle esposizioni temporanee, c’è la mostra del pittore romano Antonio Vangelli (1917-2004), con 64 dipinti del periodo 1940-1990 e 20 disegni, tutti prestati dal suo gallerista perugino Eligio Fulli e Famiglia che hanno preso parte anche all’allestimento e al catalogo. Curatori Emidio De Albertiis e Maria Teresa Benedetti.Catalogo edizioni d’arte Il Gianicolo di Perugia. Emilia Dodi
Antonio Vangelli, Composizione anni '90 dipinto su tela
Il Vittoriano continua la serie delle mostre dei pittori del secondo novecento. Ora è la volta di Antonio Vangelli, pittore romano di origine romagnola, di famiglia di grandi intellettuali, che era molto noto a Roma fino alla fine degli anni ’80 del secolo scorso. Poi il suo quasi ritiro a Perugia dove esponeva nella Galleria Il Gianicolo di proprietà della Famiglia Fulli, ai quali lo legava un affetto ben più intenso di quello della semplice amicizia, il suo nome, pur noto all’estero, era rimasto relegato alla cerchia di coloro che amavano la sua pittura gioiosa, dai vivaci colori e soprattutto dettata da sentimenti positivi.
Antonio Vangelli, Composizione-paesaggio anni '80 dipinto su tela
Tutta la sua opera, partendo dalle prime esperienze con la Scuola romana e continuando il suo percorso artistico e di vita, è sempre stata improntata alla positività; persino la tragedia dell’atomica che lo aveva, come tutti, particolarmente colpito, fece si che l’artista che era in lui lo portasse a rappresentarla in modo positivo, come può essere ben osservato nell’opera Atomica-albero, dove la trasformazione in albero simula la vita che rinasce. I suoi colori squillanti denotano un animo nel quale rimase sempre una parte fanciullesca, solare, esempio di una persona che pensa in positivo.
Antonio Vangelli, Ponti Geometrici anni '70 dipinto su tela
L’artista, partendo da un figurativo dove il realismo non è mai disegnativo, ha sempre un naturalismo che parte più dall’anima che dalla pura visione e, nel tempo, raggiunge un’astrazione, senza negare del tutto la sua matrice, come si può notare nelle composizioni, che partendo dagli anni ’70 con la Composizione su tela di fondo azzurro, arriva alla Composizione in bleu degli anni ’90. E’ l’artista che più di ogni altro ha saputo coniugare il segno, il colore e la composizione, dove in tutto si può notare il suo essere un uomo colto, non solo per i riferimenti che si possono intuire a Gauguin, Van Gogh, Matisse, Picasso e Serusier, ma per aver sempre seguito una linea precisa che lo ha distinto da artisti coevi, con la libertà del suo spirito e del suo immaginario.
Antonio Vangelli, Frammenti di paesaggio-composizione anni '80 dipinto su tela
Tra le tante, molto interessanti del 1946, le tele Oppositori e Repressione-difesa del 1959, l’unica opera quasi monocolore, nonché tutta la serie dei Ponti degli anni ’50, dei Personaggi circensi, molto ben identificati dai bellissimi disegni e dalle tele degli anni ’80 dove le figure stilizzate e allungate, sono evidenziate con pochi segni. Inoltre, gli interessanti Paesaggi per arrivare alle Composizioni anni 80-90. Un artista che si è sempre estraniato dall’agone mondano, ritenendo che per fare vera arte non fosse necessario il presenzialismo. Quest’esposizione lo dimostra in pieno. Emilia Dodi
Antonio Vangelli, Composizione con ponti geometrici 1976 dipinto su tela