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Francesco Cozza in mostra a Roma

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Francesco Cozza,
un calabrese del ‘600
in mostra nella capitale

A Palazzo Venezia in occasione del IV centenario della nascita, c’è una mostra dedicata all’artista calabrese Francesco Cozza (1605-1682), vissuto dal 1631 nella Capitale dove è morto. Resterà aperta sino al 13 gennaio 2008. Curata da Rossella Vodret, Giorgio Leone e Claudio Strinati, ha un catalogo ragionato edito da Rubbettino, ma anche una esaustiva guida alla mostra.
Emilia Dodi

Francesco Cozza
Elemento dell'acqua (o La Ninfa Eheria)
Roma, Cassa Depositi e Prestiti 1667-1673

Il nome di Francesco Cozza, pittore calabrese trasferitosi negli anni ’30 del ‘600 a Roma, alla maggior parte del pubblico non dice nulla, eppure con Mattia e Gregorio Preti fu al tempo, un artista di una certa importanza, di cui si hanno notizie solo del 1631 a Roma.

Francesco Cozza,
Fuga in Egitto
Roma, Sant'Angelo in Peschiera 1640-1650


Purtroppo quest’artista, formatosi nella bottega del Domenichino, è toccato quello che Sir Denis Mahon chiama essere un “nome cestino”. Infatti, quando non si sapeva con certezza a chi attribuire un’opera, si parlava del Cozza, dimenticando che l’artista amava firmare le sue tele o che queste erano comunque documentate. Noto soprattutto come frescante, celebri gli Affreschi della Stanza del Fuoco nel Palazzo Panphjli di Valmontone, quelli del Collegio Innocenziano a Piazza Navona e quelli dell’Autunno e Inverno a Palazzo Altieri, le sue tele non erano quasi mai state visibili perché molte custodite al buio delle chiese.

Francesco Cozza,
La predica del Battista
Roma, Galleria Nazionale d'Arte Antica Palazzo Barberini 1675
Quest’esposizione con 22 opere assolutamente certe, lo fa conoscere dagli inizi con il suo classicismo emiliano alla Domenichino, che si nota nella tela del 1632 San Giuseppe Bambino e Angeli, della Parrocchia di San Andrea delle Fratte dei Minimi calabresi, dove dal 1631 abitava, unitamente al celebre pittore Mattia Preti. Dal 1636 si pensa abbia seguito a Napoli il suo maestro e di questo periodo sono le due opere il Ritratto di Tommaso Campanella e l’Incredulità di San Tommaso, opera di grandi dimensioni dove si possono intuire influssi del naturalismo napoletano. Dal 1641 è il clima classicista del Sassoferrato a influenzarlo, come nella Madonna del cucito rinvenuto nell’Ospedale Santo Spirito di Roma.

Francesco Cozza,
Madonna del Riscatto
Roma, Pontificio Collegio Nepomuceno 1650



Questo è anche il periodo delle due opere della Fuga in Egitto, quella di Sant’Angelo in Pescheria e quella di Molfetta, mentre la terza è quella tarda del 1669-81 di Palazzo Venezia. Del 1656-60 sono il San Carlo in preghiera per gli appestati e le due Pietà una piccola e una grande, in mostra appaiate, nelle quali si evince l’influenza del Carracci. La Madonna del riscatto, che è considerato il suo pezzo più importante fu eseguita nel 1650 per una chiesa demolita nel 1929 e ora al Collegio Nepumuceno. E’ la principale opera di matrice barocca. Grazie alla Famiglia Panphjli l’artista ebbe il definitivo lancio nel 1658-61 con gli affreschi di Valmontone.

Francesco Cozza,
Madonna col Bambino e i Santi Gioacchino e Anna
Montalcino, Chiesa si Sant'Egidio 1660-1670
Nella pittura di paesaggio di questo periodo si trovano gl’influssi di Dughet, dove è coniugato il classicismo e la realtà. Nelle due opere San Francesco e l’Angelo e il Ritrovamento di Mosè, c’è l’influsso di Salvator Rosa. In mostra è il bozzetto dell’affresco del Collegio Innocenziano, Elemento dell’acqua.

Francesco Cozza,
Ritratto di Tommaso Campanella
Roma, Fondazione Camillo Caetani
1630-1631



Dell’ultimo periodo appaiati di vedono La predica del Battista di Palazzo Barberini e quello piccolo della collezione Sgarbi-Cavallini. Due opere che possono essere considerate un ritorno al classicismo.
L’intento di questa mostra è nato nel 2004 in Calabria e dopo Roma si trasferirà probabilmente nella Regione che ha sponsorizzato anche il catalogo ragionato, che si divide in tre fasi: le opere firmate e certe- quelle attribuite reperite attraverso le fonti- opere di dubbia identità.
In gennaio, dopo la chiusura della mostra, si terrà un Convegno a Valmontone per fare il punto sugli studi circa l’opera di quest’artista calabro-romano.
Emilia Dodi

Francesco Cozza,
San Francesco e l'angelo Cosenza,
Galleria Nazionale di Palazzo Arnone 1660