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Stanley Kubrick al Palaexpo

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Stanley Kubrick
a Palazzo delle Esposizioni

Dopo una breve apertura al pubblico durante la Notte Bianca, il famoso Palazzo delle Esposizioni A Roma, apre finalmente i battenti ospitando una mostra importante e ben strutturata dedicata ad uno dei più grandi maestri della storia del cinema Stanley Kubrick regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense naturalizzato britannico”.
Federica Di Bartolo

Il Palaexpo

La mostra, che resterà aperta fino al 6 gennaio 2008, intende presentare una panoramica a 360° gradi del regista americano attraverso l’esposizione di buona parte del materiale preparatorio e tecnico proveniente dagli archivi dello Stanley Kubrick Estate.

La sedia da regista di Stanley Kubrick


La manifestazione è promossa dall’Assessorato alle Politiche Culturali del Comune di Roma, dall’Azienda Speciale Palaexpo, Regione Lazio, Fondazione Cassa di Risparmio di Roma, Deutsches Filmmuseum, Frankfurt am Main and Christiane Kubrick/Stanley Kubrick Estate, Warner Bros Entertainment Inc., Columbia Pictures Industries Inc., Metro Goldwyn Mayer Studios Inc., Universal Studios Inc.Produzione.

Foto tratta da una scena del film "Lolita"

La produzione e l’organizzazione è stata affidata all’Azienda Speciale PalaexpoPatrocini, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana e con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. La prima edizione della mostra è stata presentata presso il Deutsches Filmmuseum di Francoforte in collaborazione con il Deutsches Architektur Museum.

Foto tratta da una scena
del film "Full Metal Jacket"


L’esposizione romana è affiancata anche da una retrospettiva cinematografica, che si terrà nella sala Cinema del Palazzo delle Esposizioni. Per la prima volta sono mostrati al pubblico documenti inediti, copioni, appunti, fotografie e filmati dal backstage, cui si aggiungono plastici e costumi, come quello della celebre centrifuga della navicella spaziale Discovery e il computer Hal, oltre che interessanti ricostruzioni di alcuni dei più importanti set.

Stanley Kubrick e Jack Nicholson

E’ impossibile infatti non riconoscere quello che apre “2001 Odissea nello Spazio”, una vera e propria “ambientazione” dove il visitatore può entrare addirittura nella scena.

Foto tratta da una scena
del film "2001- Odissea nello spazio "


L’obiettivo principale dei curatori Hans-Peter Reichmann e Christiane Kubrick e Jan Harlan (The Stanley Kubrick Estate) è quello di mostrare al pubblico ciò che c’era dietro la macchina da presa, mettendo sotto i riflettori l’uomo dal multiforme ingegno, appassionato di architettura, design, arte e letteratura, capace di realizzare espedienti tecnici originali per dare vita ad alcune delle sue più famose sequenze filmiche.

Stanley Kubrick

Proprio le attrezzature utilizzate per gli effetti speciali occupano un posto di primo piano e tra questi è in mostra la famosa lente Zeiss, prodotta dalla NASA, che permise al regista di girare le scene a lume di candela del famoso “Barry Lyndon”. Come ha spiegato Christiane Kubrick, moglie del grande regista: “L’obiettivo era quello di scegliere ed esporre gli oggetti che potessero meglio rappresentare il modo in cui Stanley affrontava con impegno tutti gli aspetti della realizzazione di un film.

Foto tratta dalla scena
dello stupro nel film "Clockwork Orange"
(Arancia Meccanica)


Perciò, a parte il suo cosiddetto perfezionismo, di cui tanto si parlava, e la sua fermezza nel rimanere indipendente da interventi esterni, la mostra permetterà di gettare uno sguardo al suo lavoro preliminare e di conoscere alcuni dei dubbi che lo assalivano quando si trattava di decidere se davvero valesse la pena di girare un film”.

Foto tratta da una scena
del film "Shining"

La mostra si apre con una breve introduzione di carattere biografico e con diversi reportage per la rivista “Look”, oltre alla presentazione delle pellicole degli esordi, quindi lo spazio viene successivamente articolato per sezioni tematiche nel tentativo di mettere in luce le idee e la filmografia del regista, dai thriller psicologici come “Shining” alle pellicole storiche come “Barry Lyndon”, ai lungometraggi in bianco e nero tipo “Lolita”, fino a quelli a soggetto come “Orizzonti di Gloria”.  E’ stata dedicata addirittura un’area espositiva ai progetti che non sono mai stati realizzati dal maestro, ma a cui aveva lavorato comeNapoleon”, “Aryan Papers” e “A.I. -Artificial Intelligence”, realizzato poi da Steven Spielberg.
Federica Di Bartolo

Schizzi per sceneggiature