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Ferdinand Hodler

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Ferdinand Hodler

Nelle sezione delle mostre temporanee del Museo d’Orsay a Parigi, fino al 3 febbraio 2008, c’è la mostra dedicata al pittore svizzero Ferdinand Hodler (1853-1918) con 80 quadri, una trentina di disegni e alcune foto. Curata da Serge Lemoine e Sylvie Patry, ha un catalogo R.M.N.
Emilia Dodi

Ferdinand Hodler, L'Etudiant (autoportrait),
1874, Zurich, Kunsthaus

Ferdinand Hodler è stato un pittore svizzero che ebbe un buon successo europeo negli anni tra fine ‘800 e inizi del ‘900. Ora il suo nome è praticamente sconosciuto benchè sia stato una figura importante del simbolismo. Fu noto come paesaggista, buon ritrattista, inventore di quella che egli chiamava “arte semplificata”, che ha aperto la strada all’espressionismo tedesco e all’astrazione.

Ferdinand Hodler,
Regard dans l'èternitè, 1885
Berne,Kunstmuseum


Nato a Berna da famiglia povera, studiò con il pittore vedutista F. Sommer, trasferendosi poi a Ginevra pur non parlando quasi l’idioma francese. Partecipò nel 1876 ad un’esposizione con l’autoritratto L’étudiant, tentando anche l’affermazione come pittore di figura storica e di paesaggio, ma il suo realismo lo rese inviso alla critica.

Ferdinand Hodler, La Nuit, 1889-90,
Berne, Kunstmuseum

Dal 1870 al 1880 praticamente fece la fame, ma in seguito conoscendo il poeta Louis Duchosal e il critico Matias Morhardt con i quali strinse amicizia, iniziò il suo percorso intellettuale che lo portò alla riflessione sul destino umano. Nel 1881 dipinse Le Furieux, autoritratto nel quale si mostrava alla maniera di Courbet.

Ferdinand Hodler, L'Eurythmie, 1894-95,
Berne, Kunstmuseum


Del periodo 1885, è la tela L’Eternitè che lo fece definire un mistico e un realista. Fu però con il grande quadro La nuit del 1889, che definì il suo stile e l’artista chiamò “la mia prima opera”. E’ una tela di grande formato con al centro un uomo quasi nudo circondato da persone che dormono, un autoritratto con nudi, di un totale realismo alla Courbet, ma che simboleggia il fantasma della morte.

Ferdinand Hodler, Le Jour III,
vers 1910, Lucerne, Kunstmuseum, Fondation

La tela provocò un grosso scandalo e l’artista decise di proporlo a Parigi, dove fu un successo. Alla fine dell’800 il suo simbolismo divenne di stile personale. La tela Le Jour è in contrapposizione a quella della notte, esprimendo un progressivo risveglio dello splendore del giorno.

Ferdinand Hodler,
L'Amourm 1907-08


La tela L’amour del 1907, presentata a Zurigo, fu giudicata così scandalosa che fu necessario proteggerla dai visitatori, ma fu acquistata da un collezionista privato. L’artista alla fine dell’800, formulò la teoria del parallelismo, che è la ripetizione delle forme e dei colori simili. Secondo Hodler la ripetizione delle forme con varianti, era l’approccio costruttivo e architettonico del quadro. La pittura di paesaggio che Hodler praticò tutta la vita, fu in particolare dedicata alla Svizzera e, priva di personaggi e interventi umani, anche questa seguì la teoria del parallelismo . L’artista diceva “ Il paesaggio deve mostrare una natura ingrandita, semplificata, scevra di tutti i dettagli insignificanti”. La natura così interpretata risultava senza accessori e irregolarità, con la soppressione della prospettiva aerea e cromatica, dando agio a una ridecomposizione monumentale e decorativa.

Ferdinand Hodler,
Le Lac de Thoune aux reflets, 1904

Nella pittura di storia e murale , l’artista divenne un pittore di eccellenza avendo molte commesse dalla Germania e dall’Austria ma firmando con altri intellettuali una protesta contro il bombardamento tedesco di Reims, fu bandito da tutte le società artistiche.

Ferdinand Hodler, La Chaine du Mont-Blanc
à l'aube (novembre), 1917


Morì a Ginevra, dove si era ritirato, dipingendo paesaggi che chiamava “planetari”, intendendo con questo una dimostrazione di armonia tra uomo e natura.
Emilia Dodi

Ferdinand Hodler,
Autoportrait au veston vert, 1917