Dal 26 gennaio al 20 luglio 2008, ci sarà a Palazzo Grassila più importante esposizione dedicata ai cosiddetti Barbari e all’integrazione di questi nell’Impero romano. La mostra con 1700 reperti esposti, 24 paesi prestatori e circa 200 musei, è nata in collaborazione tra Palazzo Grassi, Ecole Française de Rome e il Kunst-und Asstellungshalle di Bonn. Curatore Jean JacquesAillagon, coadiuvato da un importantissimo Comitato scientifico. Il catalogo, vero libro di testo in 4 lingue, è coeditato da Palazzo Grassi, Ecole Française de Rome e Skirà. Emilia Dodi
Prigioniero gallo Fine I sec. a.C.
Quest’esposizione che è senz’altro la più completa tra quelle, pur belle, dedicate ai popoli che i Romani definivano Barbari per la differenza di costumi e di lingua, oltre a far conoscere il rapporto tra le due culture, intende dimostrare come agli albori della cristianizzazione, pur con inizi non proprio tranquilli, sia avvenuta una vera integrazione che dovrebbe far riflettere sull’attuale situazione europea.
Busto di Marco Aurelio circa 180 d.C. in oro
Naturalmente tutto ciò non è avvenuto pacificamente, basta citare la sconfitta che nel 9 d.C. capitò a Varo contro i Germani o della campagna di Marco Aurelio nel 180, ma nei secoli l’integrazione portò anche vantaggi. Infatti dal III secolo si ebbero anche Consoli di origine barbara come Silicone (359-408) e Aspar (400-471). Dopo Costantino ci fu una fusione anche tra le tradizioni del cattolicesimo niceno e l’arianesimo.
Jupiter:II metà del I sec.d.C.
Gli scontri tra Impero Romano d’Occidente e Germani, Celti, Sarmati, Alani, Goti, Unni e Avari, furono molteplici e fiaccarono i romani, tutto ciò nonostante l’apertura e la quasi fusione tra la Corte Ostrogota di Ravenna, Visigota di Tolosa e Romano-Vandala di Cartagine. Dopo la caduta dell’Impero Romanod’Occidente nel 476, nell’Europa occidentale si insediarono I Visigoti, Burgundi, Svevi e Franchi.
Meerstadtplatte meta del IV sec. d.C.
L’unione tra l’aristocrazia romana e quella guerriera barbara portò alla luce grandi nomi, quali Cassiodoro, Gregorio di Tours e Paolo Diacono, formando in Italia il regno Ostrogoto di Teodorico, quello Visigoto in Spagna, mentre nel 500 ci fu sempre in Italia quello dei Longobardi, mentre importantissimo, fu quello di Clodoveo per i Franchi. Nell’800 d.C. con Carlo Magno ci fu un nuovo Impero d’Occidente, mentre restava quello d’Oriente a Costantinopoli e quello arabo-andaluso.
Elmo romano trovato a Deunte 320.d.C.
Si affacciarono all’Europa altri popoli come i Magiari e gli Slavi, ma nell’anno 1000 d.C. il continente assunse l’aspetto durato 1000 anni. Questa molto in breve, la storia europea. L’esposizione con i suoi 1700 reperti, tra i quali anche quelli del mondo vandalo prestati dalla Tunisia, dà contro attraverso queste opere, della storia di un millennio.
Elemento di cintura proveniente dal tesoro detto di “Koudiet Zaatuer” Cartagine. Seconda meta V secolo d.C
Ci sono pezzi straordinari come il Tesoro di Beja prestato dal Portogallo, il reliquiario esagonale di Conques che fa parte di uno dei migliori tesori conservati dell’ Europa romana, rivenuto nel piccolo villaggio di Rouergue in Francia, il tesoro di Childerico da Parigi, l’Evangelario di Notger dal Belgio. Il cofanetto di Teodorico prestato dalla Svizzera, l’intero tesoro della Dama di Grez-Doiceau, la lancia da parata di Cutry, gli scettri del Palatino rivenuti a Roma di recente, e che più ne ha, più ne metta!
Croce votiva visigota VII secolo d.C.
Ci sono inoltre rarissimi documenti, tra i quali il Book of Mulling e a coronamento, circa 12 dipinti del 1800 che danno conto della storia tra Roma e i Barbari, in chiave romantica. I protagonisti di questa storia partono da Cesare, per arrivare attraverso 39 grandi nomi, fino a San Bonifacio.
Cofanetto detto di “Teodorico” 654- 656 d.C. Oro, perle di vetro, filetti di oro saldato.
La vita di ciascuno di loro è esposta in breve, nel bellissimo catalogo della mostra. Quest’esposizione, eccezionale per i reperti che offre al visitatore, servirà a far conoscere ai più, la nascita del nuovo mondo creatosi con l’osmosi tra i Romani e i cosiddetti Barbari, termine che fu coniato dai Greci per indicare coloro che non parlavano la loro lingua e non vivevano in luoghi territorialmente stabili. Sarà una mostra grandiosa, interessantissima da vedere nonsoloper gli addetti ai lavori. Emilia Dodi