Protagonista assoluta del nuovo romanzo breve di Alan Bennett, La sovrana lettrice, è una anziana regina alle prese con il suo tramonto e malinconicamente ripiegata sul rimpianto di ciò che le è sfuggito nel corso impetuoso del suo lungo regno. Di lei non si fa mai il nome, ma tutto fa pensare che la sovrana in questione sia proprio Sua Maestà Elisabetta II, che, come molti personaggi investiti di potere, lasciano il piacere della lettura ad altri. Susanna Battisti
Succede però che in questa preziosa fiaba che si legge in una serata, la regina d’Inghilterra si imbatta per caso in una biblioteca circolante, miracolosamente parcheggiata nei giardini di Buckingham Palace.
Alan Bennett
Per non sfigurare agli occhi dell’imbarazzatissimo bibliotecario, la sovrana prede in prestito un libro a caso ma di facile lettura di Ivy Compton- Burnett. Inizia così lo straordinario viaggio iniziatico della regina nella repubblica delle lettere, viaggio che la porterà dai bestseller di Nancy Mitford e di J.R. Ackerley alle vette di Jane Austen, Thomas Hardy e Marcel Proust.
Alan Bennett
A guidarla nella scelta dei testi c’è Norman, uno sguattero delle cucine, che prima viene promosso al grado di paggio personale della regina e poi viene spedito dagli insospettiti consiglieri reali all’Università dell’East Anglia.
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La lettura infatti modifica profondamente i comportamenti di sua Maestà che, venendone completamente assorbita, trascura i suoi uffici ma che , soprattutto, giunge ad una tale comprensione dell’umano da rimettere in discussione il suo ruolo.
Alan Bennett
Innescata la premessa comica, Bennett la districa pagina dopo pagina, sino a svilupparne tuttala potenziale ilarità in un crescendo di veri e propri sketches. In breve tempo a corte scoppia il parapiglia e i più vicini a sua maestà giungono a sospettare che sia stata colpita dal morbo di Alzheimer.
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Consiglieri e servitori rimangono esterrefatti quando la regina li interpella sulle loro recenti letture e quando la sovrana propone di leggere una poesia di Hardy in occasione del discorso di Natale in televisione, la Corte entra definitivamente nel panico. Con lievi stilettate di impeccabile umorismo britannico , Bennett non perde occasione di rimarcare l’apparente inconciliabilità tra cultura e potere, tra introspezione e azione.
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Cortigiani, ministri e Principe consorte vengono punzecchiati dall’irresistibile vena comica del drammaturgo che attraverso rapidissimi dialoghi sa farne dei personaggi non proprio a tutto tondo, ma certamente ben definiti nel carattere e nelle dinamiche relazionali. Va detto tuttavia che il personaggio comprimario del racconto sia proprio la lettura stessa con tutte le sue potenzialità di accrescimento interiore e, a dire il vero, l’intero racconto può essere letto come una riflessione agrodolce sul mestiere stesso dello scrittore . Non a caso , dopo tante letture, la sovrana sente il bisogno di cominciare a scrivere. Il finale inaspettato lascia spazio a varie ipotesi sul significato stesso della scrittura. Il tutto nello stile terso e pungente di un grande scrittore che, ultimo degli umanisti, lancia con questo libricino una strenua difesa del valore della letteratura. Susanna Battisti
Alan Bennett
Alan Bennett, La sovrana lettrice, ed.orig. 2007. trad. dall’inglese a cura di Monica Pavani. pp.95. euro 12,00. Adelphi, Milano, 2007.