E’ qui alla 22° edizione del FLIFF (Fort Lauderdale International Film Festival) per essere onorato con un tributo in 6 film, Forrest Gump, Ransom, Truman, The Uman Stein, George Fallace, Uomini e topi e ricevere un Award alla carriera. Gentile, pacato con un bellissimo sorriso che potrebbe essere quello del bravo ragazzo della porta accanto ed una disponibilita’ veramente eccezionale Gary Sinise racconta e si racconta a Visum. Mariangiola Castrovilli
Gary Sinise
E, ricordando la sua prestigiosa carriera di attore e regista cinematografico e teatrale ed i numerosi riconoscimenti collezionati nel corso degli anni, dalle candidature all’Oscar agli Emmy , ai Tony Awards ai Golden Globe, ti viene subito da pensare ad un leone dalle zampe di velluto. Ma forse il premio a cui tiene di piu’, Gary Sinise, il piu’ vicino al suo cuore e’ proprio il Commander’s Award for Disabled American Veterans, per l’indimenticabile interpretazione del tenente Dan in Forrest Gump.
Gary Sinise
Sinise, c’e’ volute una preparazione speciale per una parte cosi’ difficile? “In realta’ ero gia’ pronto da 10 anni prima che mi offrissero questo ruolo perche’ lavorando con i Veterani del Vietnam a Chicago ed essendone continuamente in contatto conoscevo bene i problemi dei ragazzi che tornavano senza gambe o il difficile recupero psicologico di quelli ancora sotto schok, incapaci di dimenticare quello che avevano subito . Sentivo di dover fare assolutamente qualcosa- spiega l’attore - per onorarli per cui ho cercato di essere il piu’ convincente possible nella parte di Dan il reduce in carrozzella che invece di abbandonarsi alla disperazione continua a prendere a morsi la vita”.
Gary Sinise
Com’e’ arrivato al mondo dello spettacolo? “Studiavo senza troppo impegno alle superiori quando mi proposero un provino per West Side Story. Piu’ che recitare mi piaceva la musica rock e le ragazze, e al provino ce ne erano tante e tutte carine…cosi’ accettai.
Gary Sinise
A poco a poco pero’ il teatro divento’ sempre piu’ importante per me, direi irrinunciabile” confessa con un sorriso Sinise che ha cominciato in uno scantinato parrocchiale, dove “pagavamo un affitto simbolico di un dollaro all’anno. In principio non avevamo conoscenza della materia e ancora meno della tecnica per imbarcarci in un’avventura del genere, ma animati da una grande passione siamo andati avanti, fondando insieme ai miei compagniTerry Kinney e Jeff Perry la Steppenwolf Theatre Company di Chicago, dove, oltre a conoscere mia moglie Moira, attrice anche lei, ad un certo punto ne diventai il direttore artistico.
A volte c’era il pubblico e a volte no, cosi’ senza scoraggiarci facevamo esattamente quello che anche la compagnia di Jonesco faceva al teatro della Huchette a Parigi, recitavamo cioe’ davanti alle sedie vuote, intrattenendoci tra noi”. Arrivò poi il successo,e con il successo i testi impegnati, da Harold Pinter a Tennesse Williams e la crescita della Compagnia in maniera esponenziale, che ormai andava un po’ dovunque in tournee, da Broadway a Londra, fino a diventare adesso un business teatrale di 8 milioni di dollari.
Gary Sinise
Ma non solo teatro, la sua carriera hollywodiana sulla sedia da regista inizia nell’86 con due episodi di Crime Story, quindi 3 epiosodi di Thirty something, e uno di China Beachper arrivare al cinema nell’88 con A mile from home (Gli irriducibili) in cui recitava anche Richard Gere ed il bellissimo Uomini e topi del ‘92 che gli valgono la candidatura alla Palma d’oro del festival di Cannes. Numerosi riconoscimenti poi anche in teatro, dalle nomination ai Tony Award come migliore attore per Furorenel ‘90 e per Qualcuno volò sul nido del cuculo (2001), come miglior regista invece nel ‘96 per Buried Child di Tom Shepard.
Gary Sinise
Rivedendo qui al FLIFFUomini e topi, siamo rimasti colpiti dall’assoluta attualità del lavoro, superbamente girato senza inutili effetti speciali, che Sinise ricorda con un lampo di tenerezza negli occhi perché: “avevo appena 16 anni quando vidi la piece per la prima volta in un teatro di Minneapolis dov’ero in gita con la scuola e rimasi senza parole per la bellezza della storia.Con John Malkovich anche lui nella nostra Compagnia la portammo in teatro nell’89 girando poi da Broadway a Londra per 2 anni, quando ottenni idiritti dalla moglie di Steinbeck per la versione cinematografica, che però non vedeva l’utilità di una terza versione”.
Gary Sinise
“Avevo in mente tutti i dettagli” prosegue Sinise con gli occhi che gli brillano, “e i due anni di teatro mi avevano avvicinato sempre di più a Steinbeck. Volevo raccontare con molta semplcità, così come è semplice il romanzo, una storia senza tempo”. Girato in due ranch tra Santa Barbara e Sant’ Ines in 52 giorni Uomini e topicostò nel 1992 8.8 milioni di dollari. “Il capo della MGM era allora Alan Ladd Jr che mi offrì sei milioni di dollari, io ne chiesi 10 e ci mettemmo d’accordo per 8.8. Lo script, che nessuno lesse perché c’era il romanzo, fu pronto in primavera e cominciammo a girare in settembre del ‘91.
Gary Sinise
Ricordo che quando lo presentammo a Cannes, ci furono 15 minuti di standing ovation che inorgoglirono tutti i papaveri della MGM. Rimpiango solo che non si siano mossi abbastanza per la promozione, per cui il film ha fatto molto meno strada di quella che avrebbe potuto fare sull’onda del successo a Cannes….”. Rivedendo un lavoro così ben fatto, non le manca la regia? “Assolutamente no, perché tanto per la regia quanto per la recitazione ho bisogno che qualcosa si muova dentro di me, spingendomi a realizzare quella parte, quel film o quel lavoro teatrale.
Gary Sinise
Da tre anni recito con molto piacere nella serie della CBS CSI: NEW YORK che mi ha dato e mi sta dando molte soddisfazioni, compresa quella di una grande visibilità un po’dovunque nel mondo. E poi ci sono anche altre considerazioni, come il trattamento economico, la vicinanza del posto di lavoro a casa e solo cinque minuti dalla scuola dei miei figli e mi creda, non è poco….”. Infatti la CBS gli ha messo a disposizione il jet privato della compagnia per portarlo al FLIFFinsieme alla moglie Moira ed ai genitori, ed in effetti sono privilegi da non disprezzare…. Mariangiola Castrovilli