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Sleuth

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Sleuth

La “voglia di remake” sembra ormai inarrestabile, ma stavolta siamo di fronte a due capolavori intitolati “Sleuth”, entrambi interpretati da una delle più grandi leggende del cinema, Michael Caine. L’ultima versione è stato girato da Kenneth Branagh con Jude Law e naturalmente Michael Caine. 86 minuti di un autentico capolavoro di regia, recitazione, teatro, fotografia.
Alessandro Gallippi

 

Era il 1972 quando Joseph L.Mankiewicz, il grande regista di Cleopatra (1963), diresse il suo ultimo e definitivo capolavoro intitolato “Sleuth”, uscito in Italia con il titolo de “Gli Insospettabili”, interpretato da Laurence Olivier e Michael Caine.

 


Uno sceneggiatore di gialli (Laurence Olivier), vuole umiliare il parrucchiere amante di sua moglie (Michael Caine), spaventandolo a morte, dimostrandogli la sua netta superiorità intellettuale.

 

Ma le cose non andranno per il verso giusto e dopo una straordinaria serie di colpi di scena, quello che inizialmente era solo un gioco, diventerà tragicamente serio. Dalla famosissima piece teatrale di Anthony Schaffer (che scrisse anche “Frenzy” per Hitchcock), vincitore del Tony Award e riadattata per lo schermo da Harold Pinter (premio Nobel per la letteratura), questa commedia venne diretta da Mankiewicz in maniera superba, sotto il peso di due mostri sacri del calibro di Olivier e Caine.

 


La sceneggiatura puntava tutto sul fallimento dell’orgoglio umano, sulla scia di un divertimento cinico e crudele, abbinato ad una snobismo decadente e fin troppo celebrale. Ineccepibile performance di attori e regia ineguagliabile fino ad oggi, dato che il remake odierno, diretto dal bravissimo attore-regista Kenneth Branagh, e assolutamente straordinario. Interpretato sempre da Michael Caine, stavolta nei panni che furono di Laurence Olivier e da Jude Law, nei panni che furono di Michael Caine nel ‘72.

 

Anche qui un affermato scrittore di gialli, si scontra con un attore da quattro soldi che ha conquistato sua moglie, in un tourbillon che pian piano, assumerà le proporzioni di un terribile gioco mortale. Dalla sceneggiatura, alle musiche, dalla regia alla fotografia, ci troviamo di fronte ad un raro gioiello di cinematografia.

 


Una delle rarissime pellicole che si regge soltanto sull’interpretazione di due attori per tutta la durata del film. Tutti e due contro se stessi e i loro principi idealistici, che combattono per una donna che amano e che non intendono cedere per nessuna cosa al mondo.

 

Michael Caine eredita il ruolo di Laurence Olivier e nonostante i paragoni siano inevitabili, alla fine ci si inginocchia davanti ad uno dei più grandi attori della scuola inglese. Il film coinvolge e affascina per tutti gli 86 minuti, senza essere mai scontato o pesante, senza sapere cosa accadrà fino all’ultimo secondo di pellicola. Se il film di Manckiewicz diretto nel ‘72, era uno dei rari casi in cui teatro e cinema si fondevano perfettamente, anche stavolta la regia di Branagh riesce in questo difficile sodalizio, grazie ad un intelligente uso della cinepresa, dove la terza protagonista è la casa stessa in cui si svolge la storia. Anche Jude Law è bravo nella parte del giovane attore italiano che vuole portare via la moglie al più anziano Michael Caine.

 


La mimica dei due, i gesti, gli sguardi, e soprattutto l’eleganza nella recitazione nel più puro stile british, sono davvero memorabili. Il loro self-control inglese, abbinato ad attimi di estrema tensione, senza mai spezzare il ritmo, è un raro esempio di un cinema che non esiste più.“Sleuth” è un capolavoro assoluto, di regia, recitazione, teatro, fotografia, quando l’alchimia traspare dalla celluloide.
Alessandro Gallippi
Sito Internet:
www.sonyclassics.com/sleuth