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Gustave Courbet, il padre del realismo

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Gustave Courbet,
Il padre del realismo

Al Grand Palais di Parigi, curata da Laurence des Cars e Dominique de Font-Réaulx, c’è una grande retrospettiva dedicata a Gustave Courbet, il creatore del realismo ottocentesco. Erano trent’anni che non si teneva una mostra su quest’artista che i recenti studi hanno rivalutato. Le opere sono circa 200 delle quali 120 dipinti, 40 di grafica e 60 foto. Catalogo R.M.N.
Anna Camia

Ritratto della sorella Giulietta,
G.Courbet 1844

Questa retrospettiva, che resterà aperta sino al 28 gennaio 2008, ha lo scopo non soltanto di ricordare il padre del realismo, ma dare l’opportunità di far conoscere gli studi sull’artista e sul nuovo punto di vista di tutta l’arte ottocentesca.

L'incontro, G. Courbet 1851


Le sue basi sono indubbiamente nella pittura romantica, ben espressa dai molti autoritratti, tra i quali Il disperato, opera logo dell’esposizione, nel quale l’artista con un po’ di narcisismo, si ritrae al clou di una crisi esistenziale, dissimile all’Autoritratto con cane nero che permise al pittore di essere ammesso al Salon del 1844, entrambi di stile romantico.

Il mare in tempesta, G.Courbet 1869

Opera importantissima è certamente Un funerale a Ornans, del quale lo stesso artista ebbe a dire “ E’ il romanticismo che viene sepolto”. Infatti è l’opera di cesura; da quel momento il pittore si dedicherà a dipingere la realtà sia nella ritrattistica, che nei paesaggi.

I levrieri del Conte di CHOISEUL,
G.Ciurbet 1866


L’artista socialista di prima battuta, intendeva riportare sulla tela la realtà della vita e per questo non fu compreso; il culmine del dissenso si ebbe all’Esposizione Universale del 1855, dove furono rifiutati i capolavori Funerale a Ornans e Atelier dell’artista, quest’ultimo definito da Courbetla storia morale e fisica del mio atelier”. E’ un’opera molto grande, che racconta le fasi della vita dell’artista. A destra i suoi sostenitori, a sinistra le differenze sociali e al centro la raffigurazione di un’arte fedele alla realtà del mondo.
L'origine del mondo, G.Cournet 1866

Il pittore, in polemica, espose al Padiglione del realismo, 40 tele e 4 disegni e continuò a dipingere la realtà. Ne fa fede il quadro che realizzò per il Salon del 1857 Ragazze sulla riva della Senna, qui in mostra, dove erano raffigurate due donne sdraiate che era intuibile essere di facili costumi. Tra le opere esposte c’è La Vague, mare in tempesta che occupa tutta la tela, definito da Cézanne “Una delle invenzioni del secolo, ben più palpitante, più gonfiata, d’un verde fangoso, d’un arancio sporco, con un frenetico schiumato, la marea che viene dal fondo, tutto il suo cielo liquido e il suo rappresentarsi livido. La si riceve in pieno petto, si arretra e tutta la sala sente gli spruzzi”.

Bracconieri nella neve, G. Courbet 1867



Il realismo di Courbet si deve al periodo del suo sfortunato esordio politico, all’influenza del filosofo Proudhon, che teorizzava il valore sociale dell’arte, nonché alla sua amicizia con Baudelaire. Negli anni’ 60 il pittore si dedicò al mondo femminile, celebre la sua tela in mostra, L’origine del mondo, opera giudicata ingiustamente scandalosa poiché, osservandola, si coglie la realtà e non l’erotismo.
La trota, G.Courbet 1872

Nell’ultimo periodo, molto ben evidenziato in mostra, l’artista si dedicò al paesaggio, alla caccia e alle nature morte. Bellissima la tela della Trota, realizzata dopo l’episodio della Comune, dove il maestro espresse con il motivo dell’animale ucciso, tutta la sofferenza del suo errato imprigionamento. Alle opere di Courbet sono debitori i suoi successori, tra i quali Pisarro e Cézanne.
Anna Camia

Autoritratto detto il disperato,
G. Courbet 1844-45