E’ in scena fino al 4 novembre al Teatro Parioli di Romalo spettacolo di Maurizio Costanzo ed Enrico Vaime, Arrivederci egrazie, quattro monologhi recitati da Manuela Kustermann e Fanny Cadeo per la regia di Giancarlo Nanni. Giancarlo Leone
Sarà colpa dei genitori, dei traumi infantili, del conflitto generazionale, delle sollecitazioni quotidiane, della fine dell’epoca in cui le donne potevano non lavorare, delle storie finite male, della psicologia junghiana. Le donne la fanno da padrone.
Arrivederci egrazie, in scena al Teatro Parioli di Roma, fino al 4 novembre, scritto da Maurizio Costanzo ed Enrico Vaime per la regia di Giancarlo Nanni è uno spettacolo per due donne, ManuelaKustermann e Fanny Cadeo, quattro monologhi ed infinite solitudini.
Fanny Cadeo e Manuela Kustermann
Quattro monologhi ma in realtà potrebbero essere infiniti, perché in ogni ritratto potrebbero essercene, perlomeno, dieci. La problematica è sempre la stessa, sotto qualsiasi angolazione si voglia vedere: l’incapacità e l’impossibilità di amare, la crisi del rapporto di coppia, dove, ahimè, l’uomo ne esce sconfitto.
Fanny Cadeo
Manuela Kustermann è la protagonista dei due monologhi scritti da Vaime: Holden e La Madonna della Terrazza Martini. Nel primo monologo la donna ha perso il suo bassotto, con il quale lei si identifica, lei donna con grandi potenzialità, ma che viene trattata male dal marito, quasi come fosse una stupida, e lei accetta tutto ciò.
Manuela Kustermann
La fuga del cagnolino può simboleggiare per lei una sua aspirazione alla libertà, ma quando il bassotto ritorna, la situazione torna come prima e le umiliazioni continueranno. Nel secondo monologo, la donna va per la prima volta da uno psicanalista per parlare dei suoi tanti problemi: ha vissuto in maniera libera nell’adolescenza e la sua storia, la sua completa disinibizione, alla fine, più che dei vantaggi le porterà solo svantaggi.
Fanny Cadeo
Addirittura crede persino di avere una visione della Madonna sulla Terrazza Martini, luogo di gossip e sciccherie. I monologhi di Fanny Cadeo sono invece scritti da Maurizio Costanzo e s’intitolano, Sull’affetto e altri impicci e Arrivederci egrazie. La prima donna interpretata dalla Cadeo è una manager perfetta ma inappagata, che ha sempre dato poca importanza ai sentimenti per non soffrire mettendo invece al primo posto la carriera, mentre la seconda donna è una giovane che si trova ad eccitare e aiutare il suo lui che ha avuto una defaillance nella prestazione amorosa.
Manuela Kustermann
Questi i quattro monologhi. Detto ciò non c’è la pretesa di sollevare nuove questioni né riflessioni sulla coppia. La domanda è se sia l’uomo o la donna ad avere certi geni nel DNA: fuga dalle responsabilità, scarsa disponibilità ad ascoltare i reciproci problemi, il continuarsi a sentire, nonostante il distacco dalla famiglia d’origine, figli e figlie ancora, poca comprensione per le ansie da prestazione sessuale.
Ai posteri le risposte. Negli anni a venire ci sarà un miglioramento o un peggioramento nei rapporti tra uomo o donna? Le donne sono sempre quelle più complesse, vanno in profondità nelle situazioni, ma sono anche portate a risolvere le situazioni con praticità. Giancarlo Leone