L’immortale di Olga Slavnikova

Lo stato vegetativo forzato di un veterano sovietico colto da ictus, riflette in modo impietoso il degrado della nuova Russia. La squallida e meravigliosa foografia consegnataci dalla scrittrice Olga Slavnikova nel romanzo L’immortale, pubblicato da Einaudi, è un ottimo esempio di prosa narrativa e testimonia una sapiente abilità nel dosare la tragedia con l’ironia.
Cristiano Felice

La copertina italiana del libro

Olga Slavnikova è una scrittrice russa nata ad Ekaterinburg, una città negli Urali.
Apprezzata inizialmente come critica letteraria, ha cominciato a cimentarsi anche come scrittrice di romanzi, divenendo una delle autrici più note della sua generazione.

Olga Slavnikova


La bellezza della sua prosa e la genialità della sua opera possono finalmente essere apprezzate anche in Italia grazie alla pubblicazione de L’immortale, edito da Einaudi e tradotto egregiamente da Grazia Perugini.

Olga Slavnikova

Partendo dal ritratto di Aleksej Afanasevic Charitonov, veterano dell’esercito sovietico della Seconda Guerra Mondiale immobilizzato a letto da 14 anni a causa di un ictus, il romanzo ci introduce in modo deciso nell’universo degradato e corrotto di alcuni ambienti della Russia post-sovietica.

La copertina del libro


Trasformato in una sorta di “articolo difettoso della morte”, Aleksej viene tenuto in vita in un ambiente dove il tempo si è fermato e un televisore trasmette continuamente immagini del periodo brezneviano. Ogni dettaglio viene curato in modo tale da far pensare che nella stanza del “malato eterno” nulla sia mai successo e nessun cambiamento sociale e politico si sia mai verificato in Russia dalla fine della guerra.

Olga Slavnikova

Fuori però la situazione è insostenibile e gli esseri umani si scontrano con un mondo dove la sofferenza, la povertà ed i sorprusi di piccoli capi con pochi scrupoli riescono a far impallidire persino le antiche nefandezze della vecchia burocrazia. I rapporti dei personaggi principali del romanzo con questo mondo sono assai eloquenti.

Olga Slavnikova


Nina, seconda moglie del veterano e guardiana di quel santuario dell’immortalità che è la stanza di Aleksej, constata l’impossibilità di raggiungere un decente livello di mediocrità esistenziale e rinuncia a qualsiasi reazione: Andata in pensione, le capitava di incontrare vecchi conoscenti prima considerati abili, capaci di cavarsela…. Se nemmeno queste persone dallo spirito pratico avevano saputo adattarsi alla nuova situazione di mercato – il cui metabolismo da toporagno sembrava fagocitare cibo in quantità superiore al proprio peso – che cosa poteva fare Nina, che non aveva mai osato capire il reale funzionamento della vita?

Olga Slavnikova

Marina, la figlia di Nina, sembra avere la grinta e la presunzone necessarie per emergere. Tuttavia anche lei è costretta a sopportare con rabbia le frustrazioni dei suoi fallimenti. Di tutta la famiglia solo Marina non rinunciava alla speranza di fare strada…A scuola, come all’università, alla facoltà di giornalismo, Marina era sempre stata eccellente. Mancava però qualcosa di essenziale ai suoi voti alti…..Molti compagni di corso di Marina, incapaci di usare le virgole, fecero una carriera assai migliore.

Olga Slavnikova


Quelli che agli esami copiavano da lei, respirandole devoti sulla spalla, ora si ritrovavano sistemati in giornali generosamente tutelati dal potere ed erano persino capetti azzimati. Marina invece, l’unica del suo anno a diplomarsi a pieni voti, pativa con un contratto a termine nella redazione del notiziario di un mediocre studio televisivo…..Marina lavorava nello studio a tempo pieno, come i suoi colleghi assunti…..ma la pagavano meno della donna delle pulizie. Intorno a queste figure ruota un mondo spregiudicato, la cui sola missione è l’annientamento di qualsiasi senso etico.

Olga Slavnikova


Piccoli politicanti da strapazzo con uno straccio di potere economico costruiscono corti infami di poveri diavoli pronti ad improbabili scalate sociali in nome della sopraffazione.Apofeozov però, con la sua straordinaria vitalità,…..costituiva una tentazione crescente per le elettrici, pronte di colpo a vivere una seconda giovinezza con l’aiuto di rossetti oleosi e tinture per capelli da poco prezzo che lasciavano intravedere subito le radici canute come pallidi luci elettriche da dieci watt. Quello che emerge è un’impietosa fotografia della nuova Russia, un immenso melange di anime costrette a scegliere fra la tragedia di una vita di stenti e il vuoto esistenziale in cambio di poco denaro. Un “nuovo russo”, questa specie strana di individui quasi artificiali, che si facevano cucire in faccia fili doro e includevano il denaro nel proprio metabolismo, adattandolo alla propria biologia attraverso vini e ristoranti costosi. Tutto viene mercificato in nome dei “nuovi valori” e persino l’arte diviene strumento nelle mani dei ciarlatani, messa in vendita per il raggiungimento di improbabili stati di benessere fisico.

Il Cremlino


Il testo, quando si parla dei rimedi di Koznecov, dottore in medicina alternativa, è assai eloquente: Spiegò che il miglior rimedio per lo stomaco era un’elegia, fregiata da un elegante ornamento di rime, e avente come oggetto un remoto bacio in un giardino lirico innaturale come un negozio di fiori; per l’ipertensione era sufficiente una ballata lunga come una tavola pitagorica, in cui due re medievali, uno bellissimo e l’altro orrendo, si moltiplicavano senza fine davanti a profondi specchi segreti, in quartine ritmate come una partita a scacchi.L’immortale di Olga Slavnikova è un bellissimo ritratto di disperazione e degrado. L’autrice, in modo diretto e impietoso, regala ai lettori il suo sguardo sagace e sapiente su una realtà con cui l’essere umano non dovrebbe mai fare i conti.
Cristiano Felice

L’IMMORTALE
OLGA SLAVNIKOVA
EINAUDI
ARCIPELAGO EINAUDI
PAGINE 185