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Gli anni padovani di Umberto Boccioni

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Gli anni padovani
di Umberto Boccioni
prefuturista

Padova e Umberto Boccioni, il connubio prima dell’esplosione futurista, è in mostra alla Galleria Civica della città, recentemente restaurata. Sono in esposizione opere pittoriche, tempere commerciali, disegni giovanili, foto, oggetti e lettere che vanno dal 1901 al 1905. Visitabile dal 31 ottobre 2007 al 27 gennaio 2008, è curata dalla studiosa Virginia Baradel e ha un catalogo edito da Skira.
Savina Fermi

Umberto Boccioni,
ritratto di Adriana Bisi Fabbri, 1904,
collezione privata

Se si pensa a Umberto Boccioni(1882-1916) la prima raffigurazione che la mente mette a fuoco sono le splendide opere futuriste che il Mart di Rovereto, possiede.

Umberto Boccioni,
ritratto del Dottor Gopcevich, 1907, collezione privata

Boccioni però fu pittore anche prima del futurismo e Padova, anche se non sua città natale, fu sempre luogo di frequentazione per l’artista. Là vivevano la madre e la sorella, mentre dall’età di 16 anni, il pittore seguì il padre prima a Catania e poi a Roma. Tutti gli anni però, l’artista ritornava a Padova dove erano i suoi affetti femminili, la madre Cecilia, la sorella Amelia e la cugina pittrice Adriana Bisi Fabbri, in quanto il padre a Roma aveva formato una nuova famiglia. Fu al ritorno dal primo viaggio a Parigi, dove aveva frequentato i neoimpressionisti, i fauvismi e Cézanne, che l’artista soggiornò ben sei mesi di seguito in città, prima di stabilirsi a Milano e prima dell’avventura futurista.

Umberto Boccioni,
ritratto del Dottor Tian,
1907, olio su tela,
collezione fondazione Domus, Verona


La mostra è incentrata sulle opere dell’inverno 1906-1907 nel quale Boccioni, ammalatosi di broncopolmonite, fu curato dal medico cinese dott. Tian, al quale fece il ritratto, logo dell’esposizione. In questo periodo il maestro eseguì molti ritratti di professionisti patavini, tra i quali quelli dei fratelli Brocchi, lo scultore Valerio e lo scrittore Virgilio, dell’ avvocato Zironda, in stile quasi cubista e quello dell’avvocato Manna, dipinto en plein air, ma anche il ritratto della cugina Adriana. E’ qui che iniziò a scrivere un diario che ha preso il nome di diario padovano.

Umberto Boccioni,
Paesaggio padovano,
Padova gennaio 1903, olio su tela

Pur odiando la mercificazione dell’arte dovuta ai manifesti pubblicitari, eseguiti in stile liberty nel 1903-1904, l’artista non potè sottrarvisi per ragioni pecuniarie. Infatti nella mostra, che si snoda in sezioni ben distinte, sono presenti i bozzetti, così come lo sono i suoi scritti compositivi, poetici e le foto. Tra le opere vanno segnalati alcuni inediti come il parafuoco dipinto da entrambi i lati con Caccia alla volpe e due disegni che raffigurano La bambina e i pulcini.

Umberto Boccioni,
l'automobile, 1904, tempera
su cartoncino, collezione privata


La curatrice ha inteso approfondire il periodo padovano di Boccioni escludendo le sue frequentazioni romane, mettendo invece in mostra opere di artisti da lui incontrati, come il giovane studente di giurisprudenza Felice Casorati e l’artista in erba Mario Cavaglieri, nonché Ugo Valeri.
Dai documenti prodotti, risulta molto chiaramente come Umberto Boccioni fosse ben inserito nel contesto cittadino e dal suo primo scritto di critica, ora rinvenuto, si evince la sua originale idea dell’arte, che lo ha poi portato a divenire uno dei teorici del movimento futurista, movimento che avrà il suo centenario celebrativo nel 2008-2009.
Savina Fermi

Sito internet:

http://padovacultura.padovanet.it

Umberto Boccioni,
Fantino, 1904, tempera su cartoncino, collezione privata