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Gli "anni clou" della Pop Art a Roma |
Alle Scuderie del Quirinale fino al 27 gennaio 2008, c’è una bella mostra a carattere tematico, dedicata agli anni clou dell’Arte Pop, con 107 opere e più di 70 artisti rappresentati. Curata da Walter Guadagnini, ha un interessante catalogo edito da Silvana editoriale. Emilia Dodi |
Roy Lichtenstein, Eddie Dyptich, 1962 Olio su tela Sonnabend Collection
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Sono più di 70 gli artisti rappresentati, tra nomi notissimi e artisti che nel momento principale di questo movimento mondiale, erano noti e ora sono praticamente sconosciuti ai media. |
Senza Titolo |
Ci sono personaggi che hanno quotazioni altissime nelle aste internazionali, vere icone, come Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Robert Rauschenberg e Tom Wesselmann, e artisti fondamentali come furono gli inglesi Richard Hamilton e Peter Blake che negli anni ’50, furono i primi a parlare in Inghilterra di arte popolare, anticipando gli USA, e artisti come l’islandese Erró, R.B.Kitaj, Equipo Crónica e altri che sono meno noti ai più. |
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A. Warhol, Marylin, 1968 - Gent, S.M.A.K. Stedelijk Museum voor Actuele Kunst Andy Warhol Foundation for Visual Arts |
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Inoltre ci sono artisti non angloamericani, ma europei e italiani come Mimmo Rotella, Enrico Baj, Mario Schifano, Tano Festa, Fabio Mauri, Giosetta Fioroni, Pino Pascali, Franco Angeli, Sergio Lombardo e Ceroli. |
Erró, Big tears for two, 1962 olio su tela, Rhône-Alpes Collection - Institut d'Art Contemporain |
Ci sono dipinti, sculture, collages, combine painting e bellissimi stendardi che rappresentano un’arte che è servita alla critica e alla rappresentazione del consumismo e alla prefigurazione dei miti del nostro tempo. |
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Richard Hamilton, Swingeing London III, 1972 serigrafia da 24 stencil ritagliati a manoe collage su carta Milano, Fondazione Giorgio Marconi |
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E’ un’arte che mostra, ripetuta più volte, la faccia della Monroe, di Elvis Presley, di Brigitte Bardot, ma anche della Coca Cola, delle scatole del sapone Brillo, dei miti politici e degli astronauti, consentendo al pubblico di conoscere lo spirito dei celebri anni 1958-68, ricreandone il clima. |
R. Hamilton, Just What Was It That Made Yesterday's Homes So Different, So Appealing |
Partendo dalla sala d’ingresso, dedicata ai precursori e agli artisti di maggior rilievo tra i quali Rauchenberg, Warhol, Ray Jonsons e altri, l’esposizione è divisa in quattro sezione tematiche . |
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Richard Hamilton, Epiphany, 1963-89 Lisbona, Museu Coleção Berardo
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Si parte da quella dedicata agli oggetti di desiderio con le sculture di Claes Oldenburg e i dipinti di Robert Indiana, per citarne alcuni, per passare alle immagini cinematografiche e divistiche, come nell’opera di Fabio Mauri, Frank Sinatra e la Marylin di Andy Warhol, ripetutamente reiterata che occupa un’intera parete, o come il Cassius Clay di Joe Raffaele del 1966 e quella di Christo con Brigitte Bardot del 1963. |
Raimond Hains, Saffa, 1964 Legno Treviso, Collezione privata |
Per gli eventi politici e sociali e il loro rapporto con la Pop Art, da citare di Donaldson , For Jim Clark del 1963, di Sergio Lombardo del 1962, Kennedy e Fanfani e di Joe Tilson, Astronaut Puzzle, sempre del 1963. |
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Tom Wesselmann,Great American Nude n. 52, 1963 - Sintra, Colecao Berardo |
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Si passa poi alla celebrazione del fumetto nel quale sono grandi soprattutto Roy Lichtenstein e Tom Wesselmann, per arrivare, a fine mostra, alla raffigurazione della nuova immagine del corpo e della sessualità, dove spiccano le opere di Allen Jones, tra le quali Hatstand del 1969 e di Pino Pascali, Torso di negra del 1964-65. Una mostra che dà un panorama completo di un movimento artistico, molto ben allestita, piacevole e, perché no, anche allegra. Emilia Dodi |
Mimmo Rotella, Viva America, 1963 - Courtesy Fondazione Giorgio Marconi | |