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Egitto magico a Chivasso

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Egitto magico a Chivasso

Si è irecentemente a Palazzo Luigi Einaudi di Chivasso (Torino) la mostra dal titolo Egitto Magico. Monili e amuleti del deserto e delle oasi. L’esposizione che rimarrà aperta fino al prossimo 18 novembre, annovera nel comitato scientifico studiosi quali il prof. Gianni Bonotto, curatore del catalogo, il prof. Carlo Peretto, il prof. Remigio Rossi, la prof.ssa Anna Siniscalchi ed infine la prof.ssa Marilena Leis.
Oltre che dalla rassegna, il pubblico sarà avvinto da una serie di convegni tematici, da percorsi gastronomici e da momenti di riflessione; ad ottobre e novembre, infine, contestualmente alla mostra, saranno organizzati alcuni eventi tra cui un incontro dal titolo La donna e la magia nel passato e nel presente, un dibattito su Il progetto della modernità occidentale e la donna araba e la presentazione di un’antologia di poesie della tradizione orale beduina raccolte dal prof. Clinton Baily.
Catalogo editrice universitaria Celid.
Ingresso gratuito. Chiusura lunedì.
Vittoria Severini

Locandina della mostra



Sin dai tempi più antichi i valori fondamentali della famiglia potevano riassumersi nell’onore maschile e nella capacità genitrice femminile.

Collana di corallo con perle d’argento,
hijàb rettangolari con granulazioni a reticolo
e hijàb hijàra.
Fotografia realizzata da Cristina Corsero.

In questa ideologia si rispecchia pienamente la vita sia pubblica sia privata della civiltà beduina ad oriente ed occidente del grande Nilo; mentre però la dignità e l’onestà in un uomo sono l’espressione della propria libertà, la fertilità in una donna è il frutto della fatalità e dell’ineluttabilità dell’esistenza.

Swedi, girocollo composto solitamente con argenti, coralli, perle di vetro, ambre sintetiche. Fotografia realizzata da Cristina Corsero.



E non basta... già penalizzate dalla natura per l’impossibilità di concepire o per l’incapacità di generare figli maschi, queste spose sono ripudiate dai loro mariti o costrette a condividerli con altre. Ecco allora che dalla seconda metà del XIX secolo, le donne beduine hanno istituito un particolare legame tra magia e comportamenti sociali secondo tre orientamenti: esaltare e proteggere il proprio ruolo di madre, deviare su agenti esterni (malocchio, fatture, possessione degli spiriti) la responsabilità degli insuccessi nel campo della infertilità e modificare a proprio vantaggio un certo numero di relazioni ideali e materiali derivanti dal proprio ruolo pubblico e privato.

 

Contenitori di khal (l’unico cosmetico ammesso per le donne beduine per curare e proteggere gli occhi ed ingentilire lo sguardo) in argento, metallo bianco, ambra, avario, corna di bufalo. Sono sovente decorati con richiami all’occhio buono, con ghalaghil, con palme beneauguranti.
Fotografia realizzata da Cristina Corsero.

Questa “saggezza”, maturata dalla necessità di adattamento all’ambiente circostante, si riflette negli argenti, nelle pietre, negli amuleti come vere e proprie conferme del ridefinito ruolo di donna e di madre, attraverso la piena consapevolezza di un nuovo equilibrio tra le parti. Occorre comunque l’assenso della comunità affinché le moderne linee guida possano realizzarsi pienamente ed affrancare le donne beduine dalla loro antica condizione di inferiorità; occorre quindi che le idee permeino nella tradizione e circolino liberamente tra le tribù.

Serie di anelli in vetroceramica rossa con ghalaghil e granulazioni.
Fotografia realizzata da Cristina Corsero.



Questo è il compito affidato ai gioielli in esposizione: insegnare, educare, guidare verso l’uguaglianza e la libertà, verso la fine delle vessazioni psichiche e delle rinunce del mondo femminile.

Anelli in agata multicolori.
Fotografia realizzata da Cristina Corsero.

L’ornamento utilizzato come un proclama leggibile in qualsiasi momento e comprensibile a qualsiasi livello della piramide sociale. Un messaggio fatto di argento e pietra.
Vittoria Severini

Amuleto lunare. La luna è uno dei simboli più noti della fertilità, grazie al suo collegamento al ciclo mestruale. I simboli lunari sono dunque da considerarsi di buon auspicio.
Fotografia realizzata da Cristina Corsero.