La Galleria Borghese di Roma continuando il ciclo 10 mostre in 10 anni, apre la seconda di queste dedicandola a Antonio Canova con 45 pezzi, oltre alla celebre Venere vincitrice per la quale posò Paolina Bonaparte. L’esposizione resterà aperta fino al 3 febbraio 2008. Curata dalla Direttrice del museo Anna Coliva e da Fernando Mazzocca, ha un catalogo edito da Electa. Emilia Dodi
Antonio Canova, Le tre grazie
LaGalleria Borghese continua il ciclo delle 10 mostre ognuna delle quali prende l’avvio da un’opera inamovibile che fa parte della sua collezione. Quest’anno è dedicata all’opera di Antonio Canova, il solo artista ottocentesco di vero respiro europeo, primo realizzatore del neoclassicismo, partendo dalla Venere vincitrice, scultura per la quale posò Paolina Napoleone Borghese.
Antonio Canova, Paolina Borghese Bonaparte
La mostra ruota attorno a questa statua, già molto visitata, ma non lo sono certo quelle avute in prestito da musei internazionali. Basterebbe , nella sala d’ingresso, il celebre gruppo prestato dall’Hermitage, Le Tre Grazie, dove le figure sono di una bellezza raffinata e di sensualità sottesa.
Antonio Canova, Le tre grazie
La mostra intende far conoscere le relazioni tra Canova, Camillo Borghese e Napoleone e il suo divinizzare il ritratto in scultura. Infatti il tema della Venere è messo in luce oltre che dai grandi marmi, anche dai bozzetti e dalla grafica. L’artista per le sue Veneri prese spunto anche dalla pittura del Tiziano.
Antonio Canova,Venere
Il Canova potrà essere confrontato anche con il Bernini le cui opere in questa galleria nonmancano, oltre che con i marmi antichi. Entrambi gli scultori non amavano lavorare con la cera, bensì con l’argilla che permetteva loro una realizzazione più immediata. Va detto che, pur con gli aiutanti, le statue venivano rifinite personalmente dal Canova che impiegava la particolare tecnica di finitura con l’encausto, rendendole tanto naturali e palpitanti di vita.
Antonio Canova, Apollo che s'incorona
Le prime bellissimeVeneri si trovano nel salone d’ingresso, dove c’è quella proveniente da Leeds e la Venere Italica di Palazzo Pitti. Altrettanto straordinarie sono la Ninfa giacente del Metropolitan Museum e la Ninfa Dormiente del Victoria and Albert Museum.
Antonio Canova, Ninfa dormiente
Nella prima sala c’è la Venere Vincitrice per la quale posò Paolina Bonaparte Borghese e, molto attraente, il marmo raffigurante Amore e Psiche del Louvre.
Antonio Canova, Amore e Psiche stanti
Nella sala X ci sono tutti gli amorini scolpiti dal maestro, anche quello alato prestato dall’Hermitage. Altrettanti affascinanti risultano tutti i disegni del maestro, compreso quello della Venere Italica. Al piano superiore, tra le opere, va citata la Musa Polimnia del Kunsthistoriches di Vienna e il relativo bozzetto di collezione privata. La Fondazione Magnani Rocca ha prestato la Tersicore e c’è anche il gesso della Venere Vincitrice. Per l’illuminazione delle opere si è adottato un sistema che cerca di riprodurre come nell’800 potessero essere guardate le statue, in ore notturne.
Antonoi Canova, Ritratto di principessa
Ma Canova non fu solo un artista, fu colui che, senza riuscirvi, fece di tutto affinché Camillo Borghese non vendesse i marmi antichi al cognato Napoleone, marmi raccolti dal Cardinal Scipione, che ora sono la base della collezione del Louvre. Fu anche colui che, primo Sovrintendente in Italia, riuscì a farsi restituire le opere trafugate come bottino. Per Antonio Canova aveva grande importanza il valore eticodell’arte e quindi quello della sua tutela. Emilia Dodi