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Robert Davi e Peter Bogdanovich alla festa del cinema di Roma

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Robert Davi e Peter Bogdanovich
alla festa del Cinema di Roma

E’ veramente un  piccolo gioiello quello che Robert Davi più conosciuto come uno dei ‘cattivi’ del cinema targato Usa, qui in triplice veste di sceneggiatore, attore e regista, ha portato alla seconda edizione della Festa del Cinema di Roma. Novantaquattro minuti quelli di The Dukes, presentato nella sezione Première, che sotto il sorriso ed il divertimento ti costringono a riflettere e a fare un po’ di conti. Come per esempio con il tempo che passa, il declino fisico, la perdita dei sogni, l’effimera durata del successo ed il mondo che attorno a te cambia così rapidamente senza che nemmeno te ne accorga . E allora che fare? Non resta che cercare di reinventarsi una vita….
Mariangiola Castrovilli

 



I miei genitori erano italiani e le prime immagini che ho visto sullo schermo erano quelle dei film di Fellini, De Sica, Rossellini, Monicelli, Pasolini, Antonioni, Risi”, esordisce Robert Davi, “qui, nel mio primo film da regista ho cercato di fare una storia americana con la sensibilità di un italiano.

Robert Davi

L’ idea mi è venuta leggendo sul giornale un articolo sulle  migliaia di metalmeccanici che negli anni ’70 furono costretti ad abbandonare il loro lavoro, uomini e donne abituati per 20 anni a fare la stessa cosa trovatisi all’improvviso senza sostentamento. Ricominciare da zero, ma come? E, ci sarebbe stata una seconda chance?”.

Robert Davi
e Chazz Palmenteri


Il film, molto applaudito ed apprezzato, sia per la bella musica che per la carica d’ironia, racconta la storia dei Dukes, Danny e George, (Robert Davi e Chazz Palmenteri)  che membri di una band Doo Wop( una sonorità degli anni '50 chiamata a Cappella, tanto per intenderci come quella dei Neri Per Caso), erano nei ‘60 sulla cresta dell’onda. Oggi, nel 2007 nessuno li conosce, le bollette sono diventate un problema ed il resto del gruppo s’ è dato.

Robert Davi

Il loro agente Lou, un bravissimo come sempre Peter Bogdanovich si dà da fare per trovare nuovi ingaggi, ma tutto quello che esce fuori sono indecorose, grottesche pubblicità. Complice la caduta di un incisivo dello sciupafemmine Dave, orgoglioso da sempre del suo bel sorriso, vengono a sapere dal dentista della montagna d’oro custodita in un laboratorio odontoiarico….ed eccoli allora al lavoro per organizzare una rapina alla Soliti ignoti per impadronirsi dell’oro per dentiere che non …vale una cicca Alla fine però riusciranno a suonare ancora la loro musica e sarà di nuovo un grande successo .

Robert Davi


Davi, la scelta della musica, quasi tutta italiana….
Si, in effetti, c’è la canzone popolare, l’opera con Pavarotti, e poi Paolo Conte che adoro, un vero genio, tanto è vero che ho dato ritmo al film con la sua ironia e la sua fantasia”.

Robert Davi

A Los Angeles ho tutti i suoi cdconfessa il registalo trovo un'artista universale, simbolo dell’Italia moderna che gli americani, abituati agli stereotipi di pizza e mafia quasi non conoscono. I Soprano che tanto successo hanno da noi non sono rappresentativi dell’Italia di oggi che invece trovo sia quella di Mio fratello è figlio unico. Questa è l’Italia che voglio raccontare anch’io nel mio prossimo film su un gruppo di siciliani a New York, e ho già contattato Scamarcio che forse ci sarà. E poi vorrei realizzare una storia romantica da girare qui da voi a Roma”.

Robert Davi


Peter Bogdanovich, anche lui di famiglia italiana ha qui in The Dukes una faccia talmente seria da muovere all’ilarità. “Non fatevi ingannare dalle apparenze” dice l’attore regista  di mai dimenticati film come L’ultimo spettacolo,(nomination all’Oscar nel 72) e di lavori deliziosi come Ma papà ti manda sola, Paper moon e Saint Jack tanto per citarne alcuni, “perché ho un umorismo innato.

Robert Davi

Quando nacqui la mia famiglia era triste perché aveva già perso un bambino. Credendo chela loro tristezza fosse colpa mia ho cercato di divertirli per tutta la vita. Amo i film comici, ma non avrei mai pensato di far ridere. Poi ho scoperto che il segreto era quello di non strafare, di essere seri e non divertenti ad ogni costo”.

Peter Bogdanovich, Eloise Dejoria Robert Davi


Bogdanovich, cosa c’è dietro il suo angolo, registicamente parlando?
“Dopo gli ultimi due documentari uno su John Ford e l’altro sul grupporock Running Down a Dream, sto pensando ora ad un film brillante con suspence, Killer Joe su una famiglia che vuole commettere un omicidio ma gli va tutto storto”.
Mariangiola Castrovilli

Peter Bogdanovich, Eloise Dejoria Robert Davi