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Robert Redford e Tom Cruise alla Festa del Cinema di Roma

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Robert Redford e Tom Cruise
alla Festa del Cinema di Roma

Arrivanno in ritardo di 45 minuti e lui continua a scusarsi, accusando dei loro nervi che…tremano il jet lag e la guida spericolata del tassista che li ha portati dall’aeroporto direttamente alla Sala Petrassi dell’Auditorium di Roma alla Festa del Cinema. Chi si scusa in maniera così gentile e….spiritosa è Robert Redford che con Tom Cruise, Andrei Garfield e Michael Pena è venuto a presentare Lions for lambs, uno dei film più attesi  di questa seconda edizione della Festa del cinema di Roma, che ha interpretato e diretto dopo sette anni di assenza dalla regia.
Mariangiola Castrovilli

Robert Redford



Stanchezza a parte Tom Cruise in un elegante completo  nero, occhiali compresi e capelli molto corti sembra un ragazzino e Redford, splendido settantenne, sfoggia una linea invidiabile in jeans azzurri, t shirt nera scollata a v e cardigan di cachemeare ovviamente nero, il tutto su mocassini cuoio con calze beige. E naturalmente la prima domanda è per Redford, e riguarda la scelta di questo lavoro .

Tom Cruise

Non è certo un film di guerra, il tema è molto più profondo” attacca il regista “ sono effetti e conseguenze di quello che sta accadendo adesso nel mio Paese. Quando lessi la sceneggiatura di Mattew Carnahan rimasi sorpreso perché parlava di politica in un momento in cui da noi vige una grande insicurezza commerciale per quanto riguarda i film, tanto che sembra che si realizzino solo quelli considerati ‘sicuri’.

Tom Cruise


Riuscire a fare adesso Lions for lamb mi intrigava – spiega il regista - perché in questo momento non vengono presi in considerazione film ‘rischiosi’, quelli per intenderci che pongono delle domande per cui riuscire a portarli a termine è molto complicato ma, d’altra parte, sono proprio questi i lavori che mi hanno sempre interessato e non quelli politici sviluppati per semplice amore della storia. E poi c’erano molti dialoghi – conclude Redford - molti personaggi e quello che veniva detto era sotto gli occhi  di tutti.

Tom Cruise e Robert Redford

Cruise, come si è calato nei panni del senatore Irving, giovane e rampante politico in odore di…presidente?
Non credere  che sia piaggeria”, dice rivolto a Robert per poi voltarsi verso di noi, “ma quando ho sentito che Bob  voleva fare questo film mi sono entusiasmato.

Tom Cruise
e Robert Redford


Si perché l’ho studiato attentamente sotto tutti i punti di vista, dalla carriera a tutto quello che ha fatto per dare una voce agli indipendenti con Sundance, alla vita privata per cui nutro per lui un enorme rispetto. Anche perché  ha sempre fatto i film esattamente come voleva, riuscendo a comunicare idee importanti in maniera convincente.

Tom Cruise

Tornando al senatore sarebbe stato semplice renderlo cattivo – spiega Cruise - ma con un risultato disastroso. Il personaggio doveva essere reale senza diventare una caricatura. Era una grande sfida per me come attore, del tutto diverso dal resto delle cose fatte finora, e molto lontano da come sono io”.

Robert Redford


Redford come è cambiato l’impegno politico dagli anni '70?
Il mio interesse in politica è come cittadino e come artista. Si tratta di decidere se le cose che succedono nel tuo Paese ti interessano o no. Da artista ho deciso di mettere nel cinema la mia esperienza di cose imparate negli anni e l’amore per il mio Paese, ma mi sento colpito quando vedo che gli ideali di democrazia e libertà di parola vengono calpestati. Lavoro  nel cinema per intrattenere e divertire, senza dimenticare però di mostrare quello che succede. Nel '70 volevo comunicare che c’era poco interesse per la sostanza”.

Robert Redford

E con Tutti gli uomini del Presidente?
Lì sottolineavo le violazioni terribili alla nostra Costituzione,  I tre giorni del Condor ricordava invece come un’Agenzia di governo non controllata, riuscisse a incidere così maleficamente nella vita delle persone.

Tom Cruise e Robet Redford


Adesso con internet e la tv via cavo – sottolinea Redford - siamo sommersi dalle informazioni ma c’è anche una possibilità maggiore di manipolare le situazioni. Noi dovevamo parlare di quello che succede, abbiamo perso vite umane, sentimenti, rispetto sullo scenario internazionale ed allora qual’è il ruolo dei media in rapporto alla politica, al governo, all’istruzione, alla gioventù, perché è a loro che appartiene il futuro se si faranno parte dirigente senza voltare le spalle delusi  perché c’è del ‘marcio in Danimarca’”.

Locandina del film

La storia, che si svolge nell’arco di una giornata, è quella di  un uomo politico (Cruise) che affronta scelte rischiose a Washington, di una giornalista (Meryl Streep) che sotto pressione cerca di seguire al meglio gli indizi di una storia importante e di due militari coraggiosi (Derek Luke e Michael Pena) inviati una pericolosa azione segreta, innocenti capri espiatori di una situazione ormai sfuggita di mano, tutti collegati ad un giovane(Andrew Garfield) che sta per scoprire come possa essere inebriante il potere dell’impegno, della libertà e dell’importanza di pensare con la propria testa.

Robert Redford


Cruise, questo di Roma è un festival giovane, pensa che le star siano una scorciatoia per il successo?
Conosco Cannes, Venezia, ma non so cosa aumenti o diminuisca il successo di un festival. Anni fa incontrai il sindaco di Roma che mi disse che stava pensando ad una Festa, e l’averla realizzata mi sembra già un successo”.

Tom Cruise

Redford?
Non credo che sia questione di vedette, per esempio a Sundance abbiamo cercato di scoprire nuovi attori, nuovi registi, talenti di piccoli film realizzati con pochi soldi e delle idee. Adesso ci sono anche grandi attori nelle produzioni indipendenti per cui tutti vogliono venire a Sundance, ma spero e mi auguro che non ci sia bisogno di andare a cercare le…star”.

Robert Redford


Cruise lei è stato massacrato dalla stampa quando ha cercato di parlare di Scientology….
Credo che tutti dovrebbero avere la possibilità di parlare liberamente e questo film lo fa per aumentare la comprensione per il rispetto reciproco. Personalmente sono stato molto fortunato, sono cresciuto con mia madre e con le mie sorelle, volevo viaggiare ed ho molto viaggiato per conoscere gente e posti diversi. Comunicazione,  dialogo, comprensione reciproca tra diverse razze, religioni, colori di pelle è l’unica maniera per capirci invece di costruire barriere che producono solo stereotipi  Nutro forti sospetti su chi rimane su posizioni inamovibili”.

Tom Cruise

Redford è ottimista o pessimista, pensa che il suo lavoro possa in qualche modo influire sul futuro americano?
Sono un ottimista-pessimista. Se questo cambierà le politiche nessuno lo sa. Il film tenta di stimolare la gente a rifletter sulla nostra situazione attuale, con la speranza che si risvegli per proteggere i valori del nostro Paese”.
Mariangiola Castrovilli

Robert Redford