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Quel treno per Yuma

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Quel treno per Yuma

Finalmente siamo in piena stagione calda con titoli del calibro di “Invasion”, “Resident Evil 3”, “Sturdust”, “Ratatouille” e un altro delizioso remake fa il suo ingresso trionfante nelle sale della capitale, “Quel Treno per Yuma”.
Ed eccolo arrivare, sempre incisivo come non mai, il mitico ex Gladiatore Russel Crowe, nei panni che furono di Glen Ford e l’altrettanto bravissimo Christian Bale, nei panni che furono di Van Heflin. Crowe cattivo, Bale buono, nella pellicola diretta da James Mangold, che mantiene intatti i sapori che furono e che fortunatamente ancora riusciamo ad assaporare in sala.
Alessandro Gallippi

 

Era il 1957 quando questa pellicola entrò nella leggenda cinematografica tratta da un racconto di Elmore Leonard, con interpreti del calibro di Van Heflin, Glenn Ford, Henry Jones, Richard Jaeckel e diretta da Delmer Daves.

 


Dan (Van Heflin), è un povero contadino che possiede un talento incredibile come tiratore, di conseguenza, per bisogno di denaro, accetta di scortare fino al carcere di Yuma un certo Walden (Glen Ford in un ruolo inedito da cattivo).

 

Nonostante i due appartengano a mondi diversi, e nonostante alla stazione ci siano i banditi pronti a fermarlo, Dan instaura con il suo prigioniero un rapporto di fiducia e stima reciproca, che li porterà ad unirsi per riuscire a salire sul quel “maledetto treno per Yuma”.

 


Sceneggiato dal mitico Halsted Welles, questo intramontabile capolavoro è uno dei più celebri western psicologici della storia del cinema, basato tutto sull’estenuante senso dell’attesa, sul rispetto reciproco e comprensione che due uomini veri possano provare l’uno per l’altro, nonostante siano schierati da posizioni diverse.

 

I movimenti di gru usati nel '57, sono tutt’ora ineguagliabili per la loro epica eleganza miscelata all’innovativa visione documentaristica usata dal regista, fino ad allora mai impressa nella pellicola.

 


Persino la canzone cantata da Frankie Lane fu un successo mondiale. Nel 1957 ebbe anche la nomination quale miglior film dell’anno dalla British Academy Of Film and Television Arts.

 

Ed eccolo arrivare, sempre incisivo come non mai, il mitico ex Gladiatore Russel Crowe, nei panni che furono di Glen Ford e l’altrettanto bravissimo Christian Bale, nei panni che furono di Van Heflin. Crowe cattivo, Bale buono, nella pellicola diretta da James Mangold, che mantiene intatti i sapori che furono e che fortunatamente ancora riusciamo ad assaporare in sala. A differenza del primo film, la sceneggiatura affronta con più profondità il passato dei due personaggi, dando un ottimo taglio psicologico che si acuisce, mentre cresce la suspance in attesa che arrivi il treno delle 3 e 10 per Yuma.

 


Peter Fonda e Luke Wilson, sono alcuni dei volti che accompagneranno lo spettatore nei tre giorni di viaggio che questi uomini affronteranno per arrivare alla stazione di Contentino.

 

Splendida la fotografia di Phedon Papamichael, accompagnata dalle musiche di Marco Beltrami e il montaggio di Michael McCusker, garantiscono l’ottima qualità di questa pellicola assolutamente imperdibile per tutti gli amanti del western e non.
Le tensioni tra gli uomini della scorta, e la graduazione che man mano aumenta l’unione dei due protagonisti, sono davvero eccellenti.
Alessandro Gallippi