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Bernardo Bertolucci da lezioni di cinema

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Bernardo Bertolucci alla festa del cinema di Roma

Bertolucci da lezioni di cinema

Ho incontrato il cinema che avevo 9 anni, quando accompagnavo mio padre Attilio, critico della Gazzetta di Parma, a vedere film di genere e ‘cappelloni’ western. Tornando a casa poi li rifacevo per i miei amici riservandomi la parte di quello che doveva morire, che invece del cattivo per me era sempre il buono. Le mie morti erano lunghe e agonizzanti, un po’ come quella di Belmondo in Fino all’ultimo respiro”. E’ Bernardo Bertolucci che parla, affascinando gli spettatori che lo seguono sull’onda dei ricordi mentre si snodano e prendono vita quasi 50 della vita del Paese, del cinema, e sua personale. “Nascono così le mie prime messe in scena”.
Mariangiola Castrovilli

Bernardo Bertolucci



Da Parma ci trasferiamo a Roma, dove vedevo tanti noir e film popolari italiani tutti i giorni al cinema Vascello proprio sotto casa mia, mentre nei Cineforum parrocchiali i classici tedeschi e russi. 16 anni e 16 millimetri per il mio primo filmino La teleferica con la cinepresa a molla di mio zio dove giro  la scena del maiale ripresa poi in Novecento”.

Bernardo Bertolucci

Alle spalle del regista scorrono le immagini del treno con le bandiere rosse, “ai miei tempi c’erano i treni rosi, adesso i tappeti e le fontane” dice riferendosi all’anilina versata da un provocatore pochi giorni fa nella fontana di Trevi.

Bernardo Bertolucci


A 18  anni vedo in una proiezione privata che Fellini aveva fatto per i suoi amici scrittori La dolce vita. Era una copia di lavorazione in cui tutti parlavano nella loro lingua, è da allora che mi batto per i film con i sottotitoli. Ed è proprio qui che nasce il mio desiderio espresso di fare cinema”.

Bernardo Bertolucci

Bertolucci è uno che con le parole ci sa fare, le ama, le  sceglie, le calibra e poi le pronuncia e le tira fuori come fossero caramelle, mentre la gente incantata pende dalle sue labbra . E lui, da grande istrione, si scusa dicendo che “più che una lezione questa è una libera associazione d’idee, neppure concatenata, in cui magari sarò dissociato, intermittente, perso”.

Bernardo Bertolucci


E difatti passa da un argomento all’altro senza soluzione di continuità per riprendere questo o quel concetto subito o molto dopo, seguendo un filo rosso tutto suo, sull’onda della suggestione del momento per spiegare, commentare, decodificare quel grande arazzo di Novecento.

Bernardo Bertolucci

Per chi vuol far cinema adesso è tutto molto più facile grazie a videocamere e computer, ma mentre io mi sentivo nutrito da un prima, proprio questa facilità tecnica di accesso di oggi fa si che i cineasti nascano nel puro presente, senza più alcuna fusione con la memoria. Ma basta?” s’interroga il regista, “ci sono generazioni che non sanno nulla dei classici, come Lang o Godard che sovvertì le regole del montaggio e della luce”.

Bernardo Bertolucci


Godard, appunto il suo maestro e mentore, “mi trovavo a Parigi quando euscì A bout de souffle e fu subito amore”. Ecco poi Pasolini, che abita a Roma tre piani sotto a lui e che gli propone di diventare aiuto regista per il suo primo lavoro. “Non ho mai fatto un film” gli dico, “neanche io” risponde Pier Paolo. Nasce così Accattone. “Pier Paolo però mi prendeva in giro per la mia venerazione per Godard, obbligandomi quasi ad una scelta tra due padri. Ma io no potevo, li volevo tutti e due”.

Bernardo Bertolucci

A 21 anni il suo primo film La commare secca, “360 gradi di paranoia, 360 gradi di pura moralità”.
Dal ’63 al ’68 non riesce però a lavorare “rifiutavo la commedia all’italiana ed i western”. Per avere soldi “adulai Sergio Leone, ‘mi piace come inquadri il culo dei cavalli, quelle enormi cosce in primo piano’ così mi fece scrivere con Dario Argento il trattamento per C’era una volta il West”.

Bernardo Bertolucci


Ecco poi Ultimo tango a Parigi con “quel vecchiotto di Marlon Brando”.
Un successo strepitoso senza il quale “non avrei mai potuto fare, con un’ambizione smisurata Novecento, Undici mesi di lavorazione, ed il susseguirsi reale delle 4 stagioni, estate, autunno, inverno e primavera del ‘45” un omaggio al partitro comunista che me lo rifiutò”.

Bernardo Bertolucci

Ecco poi altri ricordi, Zeffirelli da cui andò a cena due volte, e che non giudica in base alla “sua infelice scelta politica, perché mi lega a lui una profonda simpatia e poi da lui conobbi Michael Jackson e non ho potuto resistere”, all’amicizia con Coppola che allora non parlava italiano “ma che per farmi capire che conosceva Il conformista me ne fischiettò la musica.

Bernardo Bertolucci


Seppi poi che ne aveva comprato una copia e che l’aveva proiettata per la sua troupe appena prima di iniziare le riprese de Il padrino. In un’altra occasione Coppola che avete visto due giorni fa qui alla Festa, mi disse ‘domani comincio Apocalypse Now. Sarà un minuto più lungo di Novecento’. Non ci riuscì”.
Mariangiola Castrovilli

Bernardo Bertolucci