Bernardo Bertolucci
e Gerard Depardieu
alla festa del cinema di Roma

Quarto giorno di cinema a gogo qui alla seconda edizione della Festa del Cinema di Roma, dove non solo i film si susseguono a ritmo vertiginoso ma anche gli incontri dei divi col pubblico, le interviste, le feste, i ricevimenti, i cocktail, i tram a bordo dei quali si può fare un viaggio nell’incanto olfattivo delle ultimi creazioni dei più noti couturier in una corsa folle che per poter far tutto la giornata dovrebbe essere di 48 ore ….Come per l’affollatissimo incontro con Bernardo Bertolucci e Gerard Depardieu che ha preceduto l’omaggio che la Festa ha fatto al grande regista parmense dedicandogli quasi 12 ore di  programma con la proiezione integrale di Novecento, il film più visto del 1976.
Mariangiola Castrovilli

E se per noi giornalisti è una corsa contro il tempo, anche il pubblico cerca di fare la sua, non perdendo le occasioni uniche e forse irripetibili per poter vedere i suoi idoli da vicino, chiedere ed ascoltare dalla loro viva voce che a volte non conoscono, quella dei divi stranieri, emozioni e sensazioni…private,  riuscire a fotografarli magari con il cellulare, farsi firmare gli autografi, che quasi tutti i   protagonisti sul palco fanno  con buona grazia .

Come per l’affollatissimo incontro di oggi con Bernardo Bertolucci e Gerard Depardieu che ha preceduto l’omaggio che la Festa ha fatto al grande regista parmense dedicandogli quasi 12 ore di  programma con la proiezione integrale di Novecento, il film più visto del 1976. Solo che allora questo splendido affresco di 318 minuti veniva proposto in due parti (Novecento atto I e  Novecento atto II ).

“Novecento per me è stato un’avventura” esordisce sorridendo un allegro Gerard Depardieu in splendida forma, “un incontro che ha cambiato completamente non solo la mia carriera ma anche la mia vita. Avevo 24 anni e per me Novecento era tutto”.

Va bene, ma come ci è arrivato?
“Direi  inciampando per caso su un palcoscenico, così ricominciai a parlare….”.

Come, come?
“Si, perché dagli otto ai tredici anni non spiccicavo una sillaba, da allora ripresi ad esprimermi. E stavo proprio recitando in teatro quando molti anni dopo vennero a vedermi una sera Mastroianni, la Deneuve, lo scenografo di Visconti Ezio Frigerio e Bertolucci che stava cercando il suo Olmo per Novecento. Allora non sapevo che fosse così importante, ma i miei amici gli suggerirono di prendermi per quella parte e lui mi invitò a Roma”.

E poi?
“Quando arrivai ero proprio conciato, mi stavo allenando per la boxe, avevo un occhio nero, ed i capelli rasati. Ero groggy forse anche perché ero rimasto colpito dalla bellezza e dalla sensualità di Roma, accentuata anche da quella luce un po’ speciale che la illumina. Bertolucci mi presenta Burt Lancaster, Donald Sutherland, Alida Valli, Romolo Valli, Stefania Sandrelli ed un certo Bob De Niro, ma chi lo conosceva…. Abbiamo fatto le foto e poi siamo andati a mangiare più che bene…”.

Con il contratto in tasca?
“Non ancora, ero tornato a Parigi dove stavo appunto facendo teatro ma dissi al mio agente che dallo sguardo di Bernardo, era tutto a posto. Infatti mi richiamò a Roma per cominciare a girare. Una volta arrivato gli chiesi di pagarmi esattamente come gli americani” e ride, ma ride anche Bertolucci che gli è seduto al fianco e che poco prima ha tenuto al pubblico una lezione magistrale da farci rimanere tutti senza fiato.

Bene, sistemata la parte economica come andò quell’esperienza lunga 11 mesi?
“Bernardo ci portò tutti al cinema a vedere la prima parte, quella già girata con i bambini nati lo stesso giorno. Notavo  che De Niro continuava a prendere appunti. Io invece vedevo il film da spettatore per cui non avevo nulla da scrivere. Però guardai attentamente tutte le scene ed il giorno dopo chiesi a Bernardo, avendo notato ch  Olmo da bambino zoppicava, se voleva che mi mettessi un sasso nella scarpa per avere un’andatura simile”.

“Speravo proprio che non se ne fosse accorto” interviene Bertolucci, “per cui gli dissi che no, nel frattempo il ragazzino era guarito per cui poteva camminare normalmente” “si” ride Gerard, “non scrivo ma ..penso” e giù a sghignazzare insieme al suo amico del cuore .

“Bob aveva sempre bisogno di lunghe spiegazioni drammaturgiche, una volta ci mise un ora per romper un uovo, con Gerard invece bastava uno sguardo, un abbraccio per mandarlo in scena”.

Due splendidi attori con talenti diversi”.
“A proposito di questo” interrompe Gerard, “mi ricordo che Bob in una scena doveva piangere. Immediatamente prima del ciack mi dà uno schiaffone da farmi girare la testa e poi al comando azione di Bernardo, attacca a piangere. Inutile dire che rimasi di sasso, ma a scena finita mi disse di scusarlo ma che lui, per piangere, doveva far prima male a qualcuno”. “ Si e vedendo la tua sopportazione” rincara Bertolucci, “ero quasi tentato di fargli rifare la scena qualche altra volta….”.

Depardieu lei ha detto che Novecento oltre a cambiarle la vita l’ha toccata da vicino…
“Si, perché io sono cresciuto in una famiglia dove mio padre non sapeva né leggere né scrivere, era un contadino, esattamente come i personaggi del film”.
Mariangiola Castrovilli