Come un Giano bifronte, lo statunitense Karl Iagnemma si divide tra scienza e narrativa. Specializzato in robotica presso il dipartimento di Ingegneria meccanica del MIT (Massachusetts Institute of Technology), il giovane scrittore promette di tenersi in bilico tra i due mestieri che non ritiene affatto inconciliabili. Ci si deve augurare che mantenga il punto perché Come equazioni in amore è un’opera prima davvero straordinaria che colpisce subito per l’asciutta ma intensa liricità e per l’acume con cui scandaglia la complessità delle relazioni umane. Si tratta di otto racconti diversi nell’impianto formale ma accomunati dal tema del fallimento della ragione a comprendere i movimenti improvvisi e imprevedibili del sentimento. Susanna Battisti
Karl Iagnemma
Protagonisti dei racconti sono per lo più scienziati o ricercatori solitari, impegnati nei loro reciproci campi di studio con una fede apparentemente incrollabile ma continuamente minata dal dubbio. Tutti si barricano nel fortilizio della scienza che pretende di analizzare la vita con il rigore della logica. Spesso innamorati dell’amore assoluto, si illudono di poter controllare emozioni e stati d’animo con gli strumenti matematici del calcolo differenziato o comunque applicando il metodo scientifico alle ragioni del cuore .
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Ed ecco che l’io narrante del racconto che presta il titolo alla raccolta tenta di comprendere la sua travagliata relazione con la fidanzata attraverso un sistema di equazioni differenzialipreda –predatore. In Il sogno delfrenologo ambientato nel XIX secolo, il protagonista analizza il cranio delle donne basandosi su un’incerta teoria che pretende di misurare la capacità di amare femminile. Una siviticultrice colleziona fallimenti amorosi ma ogni volta mette alla prova la sensibilità del suo fidanzato di turno leggendogli un passo del libro di botanica scritto dal professore che sogna di incontrare.
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Sullo sfondo degli ampi paesaggi di un gelido Midwest , si assiste alla sfrenata ricerca di verità da parte di personaggi disabitati da quell’amore che avrebbero sognato o che continuano a sognare. Quasi tutti si scontrano con “l’amore fasullo, l’amore non ricambiato, l’amore fuori tempo o fuori misura o fuori di testa”. L’instabilità affettiva, l’incomunicabilità e persino l’impossibilità di capire se stessi e il mondo sono tuttavia raccontate con ironica leggerezza. Anzi, a ben guardare, le vicende sono tutte un po’ bizzarre e , in certi casi, non lontane dall’assurdo. Ovunque il tragico è smorzato da una vena comica bonaria e i cortocircuiti affettivi sono trattati con affettuosa empatia.
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Al di là dei temi e dei toni, quello che più incuriosisce il lettore è la capacità del giovane scrittore di piegare lo stile e l’impianto strutturale di ogni singolo racconto alla totale messa a fuoco del punto di vista del personaggio. Alcuni racconti sono costruiti su diversi piani temporali e impiegano stralci di monologo interiore all’interno di una narrazione in terza persona; altri sono veri e propri monologhi drammatici e altri ancora presentano invece strutture più tradizionali. Quando il protagonista coincide con il narratore, il linguaggio si plasma sul personaggio svelandone la personalità ancor più degli eventi narrati. Ma anche quando il narratore è esterno alla vicenda, egli sembra guardare alla realtà con il medesimo sguardo del personaggio.
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Il caso più eclatante è offerto da Figli dellafame che chiude la raccolta. Il racconto trae origine dai documenti sugli esperimenti medici eseguiti da un certo dottor William Beaumont nella prima metà dell’Ottocento.Quel che interessa Iagnemma , tuttavia, non è tanto l’avventura scientifica in sé quanto il punto di vista della moglie dello scienziato sull’intera vicenda. Il racconto si apre con una scena coniugale nel lontano 1822, per spostarsi, soltanto due pagine dopo, a Detroit nel 1860, e nel bel mezzo di un convegno di medici al quale partecipa anche la vedova dell’ormai noto dottore. Il racconto in terza persona si sposta di continuo sui due piani temporali, alternando dialoghi e silenzi tra i due coniugi di allora e dialoghi formali tra la vedova e i cattedratici, continuamente intrecciati a ricordi di lei.
Karl Iagnemma
L’ininterrotto sfasamento temporale serve a mettere ancora più in risalto i movimenti interiori della donna, mettendo direttamente a confronto i suoi stati d’animo di ora con quelli di allora. Il flusso incessante di flashback e di backward permette inoltre di lasciare alcuni interrogativi insoluti e di svelare solo alla fine i segreti del rapporto della donna con lo scienziato e con il ragazzo sul quale egli praticava i suoi esperimenti.
Karl Iagnemma
In questo come in altri modi,Iagnemma oggettivizza la narrazione fino a dileguarsi dalla scena per lasciare spazio soltanto ai personaggi che rimangono, tuttavia, sempre ammantati da una certa ambiguità. La sua scrittura, tersa ed ellittica, lascia infatti molte zone d’ombra, invitando il lettore a immaginare il non detto. Gli antefatti rimangono spesso oscuri e la conclusione di ogni racconto lascia aperte varie possibilità di sviluppo dei destini dei protagonisti.
Karl Iagnemma
Lo scienziato Iagnemma è uno scrittore innamorato dell’umano. Invece di trasferire la scienza sulla pagina letteraria, egli sembra muoversi nel racconto delle umane vicende con le stesse titubanze che angustiano il suo frenologo che paragona la vita dello scienziato ad “una camminata notturna in un campo senza una lanterna, senza nemmeno la luce fioca della luna come guida”. Ne risultano pagine di insolita profondità e ampio respiro. Susanna Battisti
Karl Iagnemma
Karl Iagnemma, Come equazioni d’amore, edizione originale 2003, trad. dall’inglese a cura di Marco Rossari, pp.231, euro 16,00, Baldini Castoldi Dalai, Milano, 2007.