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Gian Lorenzo Bernini pittore

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Bernini pittore

Alla Galleria d’Arte Antica di Palazzo Barberini in Roma, dal 19 ottobre 2007 al 20 gennaio 2008, c’è la mostra “Bernini pittore”, ideata e curata da Tomaso Montanari docente all’Università di Tor Vergata. Fa conoscere, con opere autentiche, la valenza del genio del barocco anche come pittore. Catalogo scientifico edito da Silvana editoriale.
Emilia Dodi

 



Un’ulteriore esposizione su Gian Lorenzo Bernini potrebbe sembrare inutile, se non fosse altamente scientifica. E’ la prima volta che un museo e una sede universitaria, si uniscono per presentare Bernini come pittore, con poche opere ma autentiche, sfatando la leggenda del suo essere minore con il pennello, leggenda anche accreditata dalle tante celebrazioni che hanno proposto tele di dubbia autenticità, come prova questa mostra che il curatore ha dedicato al massimo studioso di quest’artista, Rudolf Witwower.

Gian Lorenzo Bernini,
Autoritratto malinconico

“Bernini pittore è diverso ma non minore, una pittura molto lontana dalla scultura, più moderna, che dà all’artista un volto alternativo.” Per dare supporto alle sue tesi Montanari, ha coinvolto tre studiosi, uno italiano e due statunitensi, che hanno detto la loro nei saggi del catalogo.

Gian Lorenzo Bernini, Autoritratto maturo


Bernini ha dipinto le opere esposte non su commissione, ma per il suo piacere personale e quindi non ci sono nomi, la datazione può essere discussa, ma l’autenticità è certa. Nell’esposizione ci sono tre opere mai mostrate in Italia.

Gian Lorenzo Bernini,
Ritratto di fanciullo

Nella serie degli autoritratti che dà inizio alla mostra, c’è l’Autoritratto malinconico del 1630 circa, di collezione privata, che non si vedeva da cinquant’anni in Europa ed è il meno noto dei quattro autentici. Quelli messi a paragone sono di seguaci o allievi. Non va dimenticato che il Bernini, dal 1630 al 1642, per volere di Francesco Barberini, ebbe una sua Accademia presso la Cancelleria, dove insegnava pittura e teatro. Nella seconda sezione dedicata alla ritrattistica, tra gli altri, ci sono due bellissimi ritratti di fanciulli, uno del 1623-24, l’altro del 1627. Inoltre c’è anche il ritratto di un pittore che nel 1700 si è voluto credere fosse quello di Poussin e, prestato da New York, un ulteriore ritratto di Urbano VIII, dove il Papa è dipinto alla stregua dei ritratti di persone comuni o di famigli.

Gian Lorenzo Bernini,
Ritratto di fanciullo


In questa sala c’è l’unica scultura che Bernini ha realizzato per sé e raffigura la sua amante, quindi ben inseribile nel contesto.
In uno spazio predisposto all’uopo, sono conservati i disegni, bellissimi, realizzati a colori.

Gian Lorenzo Bernini,
I santi Andrea e Tommaso Apostoli

I quadri sacri, dove l’artista, in alcuni, ha mediato dal Caravaggio, dal Guercino e da Reni, sono sempre trattati con mano disinvolta. Bellissima la tela con gli Apostoli Andrea e Tommaso, che ritorna nel luogo per il quale fu dipinta, prestata dalla National Gallery di Londra, inedito per l’Italia come, inedito e di collezione privata, è il Vecchione biblico del 1627-30.

Gian Lorenzo Bernini,
Vecchione biblico


Altro pezzo importante è il Cristo deriso, dalla particolare iconografia. Gesù appare solo e si suppone sia deriso dalle guardie. E’ il solo pezzo dipinto a figura intera, e il curatore considera la tela “la più importante scoperta relativa alla pittura del Bernini.”

Gian Lorenzo Bernini,
Ritratto di Sisinio Poli

La mostra termina con le grandi opere realizzate su disegno dell’artista.
Sponsor dell’esposizione è il Monte dei Paschi di Siena.
Emilia Dodi

Gian Lorenzo Bernini,
Cristo deriso