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Diatriba d'amore contro un uomo seduto

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Visum incontra Alessandro D'Alatri

Occasioni d’amore perdute
per un tributo teatrale
a Garcìa Marquez

Al Teatro Quirino di Roma, dal 2 al 14 ottobre, poi in tournèe, per celebrare l’ottantesimo compleanno di Gabriel Garcìa Marquez, è andata in scena in scena Diatriba d’amore contro un uomo seduto che vede protagonista Maria Rosaria Omaggio diretta da Alessandro D’Alatri. Una buona interpretazione dell’attrice ben compenetrata nel ruolo.
Giancarlo Leone

Maria Rosaria Omaggio



Per celebrare l’ottantesimo compleanno di Gabriel Garcìa Marquez, i quarant’anni del suo capolavoro Cent’anni di solitudine ed i venticinque anni del Nobel, è stato rappresentato dal 2 al 14 ottobre al Teatro Quirino di Roma il suo unico testo teatrale, Diatriba d’amore contro un uomo seduto, che vede protagonista Maria Rosaria Omaggio diretta da Alessandro D’Alatri.

Maria Rosaria Omaggio in scena

Niente somiglia tanto all’inferno come un matrimonio felice” è la frase d’esordio di questa pièce, mosaico di affermazioni caustiche, di racconti d’amore e di odio, di ore che scorrono inesorabili e di occasioni perdute.

Maria Rosaria Omaggio in scena


La trama. All’alba del 25° anniversario di nozze, Graciela, la protagonista, interpretata da una magistrale Maria Rosaria Omaggio, decide di parlare, sfogando nei confronti di un marito passivo, seduto in ogni senso e sempre con gli occhi fissi sul giornale della sera (seduto di spalle, ma ovviamente è un manichino), le sue frustrazioni e la rabbia di chi ha sacrificato la sua dignità di essere umano per raggiungere la dignità borghese.

Maria Rosaria Omaggio in scena

Una donna di qualunque Sud del mondo, figlia di una lavandaia, è riuscita ad ascendere socialmente, conseguendo ben quattro dottorati per risultare all’altezza del marchese di un’importante famiglia di Cartagena che ha sposato. Adesso, dopo 25 anni di matrimonio, torna alle sue origini reclamando un bisogno primario d’amore e diventa proprietaria di quel “dominio facile di chi sta ormai aldilà della disperazione” come afferma l’autore.

Maria Rosaria Omaggio in scena


Quello che fa l’Omaggio in questa pièce è un viaggio straordinario nel cuore del cuore di ogni donna. E per lei, pur se c’è pienamente riuscita, non è certo stato facile entrare in una dimensione mentale in cui il tempo scompare e le emozioni si richiamano: il suo personaggio, Graciela, non ha mai avuto tinte forti, ma c’era tutta la passionalità di una donna che vuole sfogare il suo odio ed il suo amore per l’uomo amato.

Maria Rosaria Omaggio
in scena

Ottima la regia di Alessandro D’Alatri, scelto proprio da Maria Rosaria Omaggio per dirigerla. Il regista si è accostato alla lettura del testo rispettando le note dell’autore, ricche di suggestioni e di suggerimenti. Da tutto ciò ne è scaturita una rappresentazione scenica evocativa. Per questo ha creato uno spazio sobrio, con scenografie scarne per far meglio spiccare l’uso delle luci. E, sfruttando ombre e proiezioni, ha concretizzato il realismo magico di Marquez con semplicità ed eleganza.

Maria Rosaria Omaggio
in scena


A coronamento di tutto ciò, per completare la magica atmosfera, sono intervenuti anomali effetti speciali visivi oltre alla musica dal vivo eseguita da quattro straordinari musicisti sudamericani, che, alla fine, trascinano anche l’Omaggio a cantare.

Maria Rosaria Omaggio in scena

Da segnalare che nelle indicazioni l’autore ha chiesto che una delle canzoni doveva essere originale e, perciò, per questa messa in scena, Riccardo Eberspacher ha trasformato la poesia di Marquez, La espiga in una dolce canzone d’amore. Da vedere.
Giancarlo Leone

Maria Rosaria Omaggio
in scena