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Fellini Oniricon

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Fellini Oniricon.
Il Libro dei miei sogni

A dir poco emozionante questa mostra di disegni onirici di Federico Fellini, che percorre 30 anni della sua vita , esposti oggi per la prima volta all’Auditorium nell’ambito dell Festa del Cinema di Roma.  Fellini Oniricon, il libro dei miei sogni s’intitola questa splendida rassegna inaugurata oggi e che non mancherà di emozionare il pubblico fino al 7 novembre, permettendoci di entrare nell’intimo più segreto e  nascosto della complessa, multiforme personalità del Maestro riminese.
Mariangiola Castrovilli

 



Il senatore Sergio Zavoli, ha oggi ricordato che Federico, ormai malato, un po’ prima di morire gli disse a proposito di questi due libri che vanno dal novembre del ’60 all’agosto del ’68 e dal febbraio del ‘73 alla fine dell’82  in un arco di 22 anni oltre i quali veleggiano pagine sparse ed alcuni appunti datati 1990, che “era molto preoccupato per Giulietta che si potesse dispiacere per alcuni di questi…sogni… Le cose andarono poi diversamente ma non credo che Giulietta, nella sua grande comprensione, avrebbe mai potuto dolersi di queste fantasie notturne del suo Federico”.

 

La mostra curata dal critico cinematografico Tullio Kezich e da Vittorio Boarini direttore della fondazione Federico Fellini di Rimini, è un compendio dei 400 disegni, non ordinati cronologicamente, perchè il sogno in quanto tale sfugge a qualsiasi tipo di catalogazione, ma disposti in modo  da seguire oltre che i sette temi anche le morbide arrotondate forme delle pareti che la ospitano.

 


Un’opera bellissima la sua, a cui si può guardare da diversi punti di vista, seguendo cioè un taglio storico-biografico ed  integrando così con notizie inedite la sua vita ed il suo lavoro,  per gli eventi pubblici narrati ecco allora sottolineato il profilo ambientale e di costume, e ancora il taglio psicologico e autobiografico, in cui il maestro si svela per subito dopo nascondersi di nuovo dietro i suoi segreti. Ed è proprio quell’innocente mancanza di pudore con cui Federico si confessa a se stesso ad emozionarci, quasi spettatori di una sua intimità spiata dal buco della serratura. I 2 libri infatti furono donati da Fellini al Comune di Rimini e conservati nel caveau di una banca fino a 30 mesi fa quando vennero poi trasferiti in quelli della Fondazione, che li aveva regolarmente acquistati grazie alla generosità di Vasco Errani.

 

La mostra divisa in sette sezioni, con la riproduzione e l’ingrandimento di un centinaio di pagine, segue diversi temi, da Notti da incubo alla sua personale Amarcord dedicata a Rimini e famiglia a Giulietta compagna preziosa di tutta una vita, e poi ecco l’osè Tutte queste signore, in un‘apoteosi di  curve, proprio come piaceva a lui, la sezione dedicata ai Famosi, perché Fellini, sognatore onnivoro, rielaborava di notte anche i personaggi da prima pagina di quei giorni, da Agnelli a Picasso, da Visconti a Sordi, passando per Totò, Edoardo, Orson Welles e Vallenzasca tanto per citarne alcuni.

 


E ancora  Sognare e filmare, dove ci sono premonizioni e riflessioni dei suoi film ed Alter ego, amici e rivali in uno snodarsi di vivi e defunti che gli  ritornano in sogno più vivi che mai, come Dino Buzzati, Ennio Flaiano, Rossellini o Pasolini di nuovo amico dall’al di là, dopo un periodo di incomprensioni. Ma la cosa che ti fa trattenere il fiato, visitando questa mostra è alla fine, quando stai per uscire e in una teca a prova di proiettile vedi i due libri originali assieme ad alcuni fogli che Federico Fellini aveva regalato agli amici. Emozione irripetibile, della quale si può avere forse un surrogato regalandosi o regalando i libri che la casa editrice Rizzoli, contemporaneamente all’inaugurazione all’Auditorium ha mandato in libreria con i commenti di Tullio Kezich, Vincenzo Mollica e Vittorio Boarini in due versioni, una anastatica delle stesse dimensioni e con la stessa carta dei due volumi di Fellini in mille copie numerate al prezzo di 300 euro, ed un’altra in formato ridotto a 95 . Forse un po’ cari, ma chi non vorrebbe sognare….facendo propri quelli di Federico Fellini….
Mariangiola Castrovilli