Incontro di memorie. “Andamios” di Mario Benedetti
L’incontro di memorie colpite dalla nostalgia e dal rimpianto costruiscono la testimonianza di un tragico passato. La straordinaria epopea narrativa in Amdamios di Mario Benedetti, pubblicato da “Editori Riuniti”. Danila Bigazzi
La copertina del libro
Un romanzo della nostalgia e del rimpianto, un incontro di memorie. Esuli durante gli anni delle dittature latinoamericane raccontano senza seguire un filo conduttore preciso ciò che è stato e ciò che è rimasto di loro. Da questo filo conduttore si dipana la splendida epopea della disperazione in Andamios di Mario Benedetti, pubblicato da “Editori Riuniti”. Aneddoti, immagini, emozioni si rincorrorono fra le pagine di questo libro come testimonianze di un passato difficile da superare, ma a volte troppo facile da dimenticare per chi non è stato un protagonista.
Mario Benedetti
Javer, perseguitato ribelle, ritorna per raccogliere storie simili, alla sua, per dare un senso a tutto questo e giustificare una solitudine che ha diviso ma anche unito queste vite spezzate. “ _La vendetta viene dall’alto. Noi che stiamo sotto, se solo provviamoa vendicarci, ci fanno secchi. Inesorabilmente”. L’impotenza, la rabbia sorda e l’ingiustizia sono fardelli che verranno riversati sulle nuove generazioni, abbandonate, sradicate, divise. C’è chi cerca di ritrovare un motivo, uno stimolo per andare avanti, c’è chi studia, chi rimugina , ma la melma dei ricordi distorce e affatica ogni riflessione. L’arte, il cinema, lo spettacolo, il fervore intelletuale è stato cancellato a Montevideo. I cugini europei non la riconoscerebbero più e, come loro, anche Javer non ritrova più i luoghi della sua crescita intelletuale, il teatro l’auditorium, il caffè dove si riuniva con gli amici.
La copertina del libro
Ora non ricordano più come fossero, cosa fossero stati gli uruguayani prima di tutto questo. Cosa li distingueva e cosa ora li accumuna come popolo e come esseri umani. Dilaga la corruzione, ci si sforza di tacitare le coscienze, di imbavagliare grida di disperazione per far passare il tutto come un male necessario.“La mia patria è dove non sono” dice Javer che ricerca la sua identità nella sofferenza del corpo torturato della bella Rocìo. Un pianto liberatorio e commosso permette ad entrambi di condividere per una notte un po’ di tenerezza, abbandonare le difese e le diffidenze che sempre riemergono dal baratro dell’orrore. Questo orrore, questo pianto è, sfortunatamente, una delle poche cose che li unisce.Una speranza momentanea che possa esserci un futuro. Che tutto questo non rimaga intrappolato nella mortificante fissità di una tragedia destinata a reiterarsi. Javer scrive, Javer indaga, Javer vuole di nuovo vivere una vita con la sua famiglia, i suoi amici e il suo lavoro.
Mario Benedetti
Vuole fidarsi di nuovo del mondo e forse riceverà più risposte positive di quanto non si aspetti…. Mario Benedetti, nato in Uruguay nel 1920, dopo gli anni dell’esilio, vive tra Montevideo e Madrid. Ha ricevuto il Premio Reina Sofia de poesia nel 1999 e il premio Iberoamericano Josè Martì nel 2000. Drammaturgo e romanziere, è autore di oltre cinquanta volumi. Daniela Bigazzi
ANDAMIOS MARIO BENEDETTI BOKEVER editori riuniti pagg. 284 prezzo: 14 euro