Un sogno di molti, che presto potrebbe diventare realtà
Computer portatili da 100 dollari, questa la cifra che molti di noi, probabilmente tutti, sognano di spendere quando entrano da un rivenditore per assicurarsi l’agognato computer. Futuro possibile o pura fantascienza? Luana Andreoni
Computer portatili da 100 dollari, questa la cifra che molti di noi, probabilmente tutti, sognano di spendere quando entrano da un rivenditore per assicurarsi l’agognato computer. Futuro possibile o pura fantascienza? C’è chi dice che presto accadrà, e se la voce della buona novella appartiene ad Alan Curtis Kay, geniale ricercatore americano, uno dei padri del personal computer, c’è da scommettere che sia vero.
Pochi giorni fa Kay, in Toscana per ricevere dall’Università di Pisa la laurea specialistica honoris causa in Informatica, ha spiegato a tutti i presenti che “La vera rivoluzione del computer non è ancora avvenuta” – come recita il titolo della sua “Lectio doctoralis” - e ha mostrato in anteprima assoluta il “$100 laptop”, un portatile davvero economico prodotto dalla fondazione no-profit “One Laptop Per Child”.
La fondazione, il cui nome significa “un portatile per ciascun bambino”, è nata per abbattere le barriere del “digital divide”, ossia l’enorme baratro che divide le persone che hanno accesso e utilizzano le nuove tecnologie da quelle che ne sono escluse.
L’obiettivo è quello di distribuire computer portatili low cost a bambini di paesi in via di sviluppo quali Brasile, Cina, Tailandia, Egitto e Sud Africa, e a studenti di scuole primarie. Oggi, “One Laptop Per Child” riesce a produrre portatili da 170 dollari, ma il vero punto di svolta sarebbe scendere a 100.
Sembra impossibile, ma non lo è, come spiega lo stesso Kay: «Circa il 50% del prezzo di un laptop standard finisce nel canale di vendita, nel marketing, nella distribuzione e nei profitti. Un altro 25% del prezzo di un laptop è dovuto al software commerciale, in buona parte fornito da Microsoft. Ma oggi esiste una comunità mondiale del software aperto e libero che realizza prodotti paragonabili da molti punti di vista a quelli tradizionali, specialmente nel settore del web e dell’educazione. A questo punto – conclude - i componenti più costosi tra quelli rimasti sono l’unità a disco e il display”.
Eppure, si stanno mettendo a punto nuovi metodi per ridurre drasticamente anche i costi di questi componenti, il che sancirebbe il definitivo crollo del costo di un pc.Un progetto non solo ambizioso, ma perfino rivoluzionario, se si pensa alle possibilità di acquisto che si aprirebbero per le scuole pubbliche, le associazioni, il mondo del volontariato, che potrebbero offrire, con una spesa sostenibile, una vero servizio di alfabetizzazione informatica a studenti, anziani, casalinghe, e a tutti quelli che vogliono emanciparsi dal punto di vista informatico. La lezione è semplice, basta crederci. E del resto, come ama sostenere Kay: «Il miglior modo per predire il futuro è inventarlo». Luana andreoni