Login | Guestbook | Immagini | Downloads | Mappa | 7 utenti on line
MENU

   Home
   Contattaci
   Chi Siamo
   Job oppurtunities


Rubriche

   Arte
   Cinema
   Eventi
   Libri
   Moda
   Mondomedi@
   Spettacolo
   Televisione
   Web Television


Pittori

   Galleria Digitale
   Giovani Promesse
   Maestri
   Nuovi Talenti


Archivio

   Archivio 2001- 2006


Multimedia

   Audio Interviste
   Video


 
Come l'ombra

Udskriv SidenStampa Send denne side til en venInvia ad un amico 

Pagine correlate:
“Come l'Ombra” di Marina Spada a Mar del Plata ;
Premiazione al festival di Mar del Plata

Come l'ombra

E’ stato presentato alla 63° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia alle “Giornate degli autori” ed ha subito ricevuto apprezzamenti positivi, collezionando riconoscimenti in tutto il mondo. “Come l’ombra” è il nuovo film della regista Marina Spada, scritto per lei dal produttore Daniele Maggioni, direttore della Scuola di cinema di Milano. La pellicola è stata realizzata con un budget limitato, girata in digitale con P+S tecnique, ed è composta da circa 200 inquadrature, di cui solo 15 di dialogo su 87 minuti totali.
Federica di Bartolo

 

Claudia (Anita Kravos) è una donna single, vive sola e lavora in un’agenzia di viaggi, la sera studia russo e la sua vita si svolge tranquilla senza sussulti (Cit. “C’è più vita su Marte. Ma anche se ci fosse vita nessuno ci noterebbe”). Sopraffatta dalla routine è incapace di liberarsi e per questo forse sviluppa la mania della pulizia, tentando di tenere sotto controllo il mondo che la circonda e se stessa.

 

Una sera al corso di russo arriva un supplente, un affascinante quarantenne ucraino, Boris (Paolo Pierobon), che la convince ad ospitare per una settimana sua “cugina”, venuta dall’Ucraina a cercare fortuna.

 

Arriva così la bionda Olga (Karolina Dafne Porcari) a sconvolgere la monotonia della donna, con la sua sincerità e una visione tanto diversa delle cose (Cit. “Amo l’Italia per Leonardo, Michelangelo...Armani) da riescire a sbloccare la sua ospite, che finalmente si lascia andare arrivando ad ubriacarsi e a cantare con lei in macchina “La solitudine” della Pausini (una delle cantanti preferite della regista).

 

Olga però scompare misteriosamente, dopo ore di incertezza alla fine Claudia decide di frugare nella valigia della ragazza trovando una foto in cui è abbracciata a Boris e quando, dopo diversi tentativi, riesce a parlare con Boris, lo trova freddo ed evasivo.

 

Stanca e preoccupata finalmente va alla polizia a denunciare la scomparsa di Olga, il ritrovamento della ragazza da parte delle forze dell’ordine spingerà Claudia a cercare la verità e ad imbarcarsi in una grande avventura. E’ una storia ricca di intensi silenzi, dove le immagini parlano da sole, raccontando una storia di solitudine e di indifferenza.

Marina Spada

Sentimenti che si riassumono nella poesia citata nel film “A molti” (1922) di Anna Achmatova  (Anna Andrcopyrightevna Gorènko, nota come Achmatova, Odessa 1889- Mosca 1966) “Come vuole l’ombra staccarsi dal corpo/Come vuole la carne separarsi dall’anima/Come adesso io voglio essere scordata”.

Marina Spada

Come l’ombra” un film struggente dove si notano forti influenze del regista italiano Antonioni, soprattutto nel modo di vedere la città di Milano, che diventa la coprotagonista della storia, una città statica, deserta, dalle finestre chiuse e composta di solidi che si innalzano verso il cielo.

 

In questo paesaggio si muovono le due donne, che sembrano cercare la libertà, in una città quasi deserta simbolo del mondo moderno e della vita delle metropoli, dove nessuno conosce l’altro, dove si perde il rapporto umano, ma dalle finestre chiuse si domina e vigila sul “proprio territorio”.

 

Come ha precisato la regista Marina Spada: “E’ una storia universale di solitudine per questo ho cercato di non rendere riconoscibile la città, puntando di più sui solidi, questi palazzi e industrie che si trovano in ogni metropoli e soprattutto eliminare la fiumana delle persone che popolano Milano”.

 

C’è una cura attenta delle immagini e delle fotografie che raccontano da sole la storia e la vita nella città, riuscendo quasi a permettere allo spettatore di respirarla. Non ci si poteva attendere di meno da Gabriele Basilico, uno dei più noti fotografi documentaristi europei, che ha curato le immagini del film, lavorando a stretto contatto con i fotografi Sabina Bologna e Giorgio Carella.

 

Curiosità: Le musiche sono state composte da Tommaso Leddi, la colonna sonora è composta da due soli strumenti un piano e una viola. Il piano è suonato dalla madre di Tommaso Leddi e rappresenta Claudia, mentre la viola suonata dallo stesso Tommaso è Olga.
Federica Di Bartolo