Serata divertente ieri al Teatro Antico, cominciata con la consegna del prestigioso Taormina Art Award – uno stupendo orologio tempestato di diamanti di Harry Winston – al regista inglese Terence Davies autore tra l’altro dei pluripremiati “Distant voices, still lives”, e “The long day closes” che quasi non credeva al premio e con notevole humour ha sottolineato la difficoltà di un regista indipendente, posando poi per i fotografi in esilaranti pose alla Marilyn. Presentato anche Le regole del giococon Eric Bana e Robert Duvall. Mariangiola Castrovilli
Le regole del gioco a Taormina 2007 Tra le gaffe della Lorena Bianchetti, passata dalle trasmissioni religiose ai fasti delle prime serate e delle presentazioni festivaliere ed imprigionata in un abito barocco che le impediva il passo con una coda a prova di inciampo, ecco salire sul palco, applauditissimi, il cast di Lucky you (Le regole del gioco) il regista Curtis Hanson (L.A. Confidential, Wonder boys, 8 Miles) il premio Oscar Robert Duvall ( Il padrino, Apocalypse now, Un tenero ringraziamento) ed Eric Bana (Troy, Hulk e Munich) .
Hanson, un atletico sessantenne dai capelli argentati si è subito dichiarato un patito del poker, evidenziando però che: “le qualità richieste per essere un buon giocatore sono esattamente all’opposto di quelle per intrattenere un buon rapporto con la gente. Nel poker infatti è necessario ingannare, cosa nemica della fiducia così importante invece nei rapporti personali”.
E’ poi la volta di Nelly Chervenusheva, un nome difficile per una deliziosa ottantenne bulgara che ha tradotto le nostre pellicole dal ‘58 ad oggi dando la voce a tutti i grandi del nostro cinema.
Piccola, volitiva, un naso importante e profondi occhi neri che ti valutano in un nano secondo, è commossa sul palco da questa manifestazione d’affetto che ha suscitato il film presentato qui alla 53° edizione del Tao Film Fest, che il regista Teddy Moskov le ha dedicato “The interpreter of black and white films”.
“Sono una donna semplice” ha sordito sorridendo, “e ai party preferisco la lettura di un buon libro o la compagnia degli amici, ma essere qui, in questa bellissima città ricca di cose meravigliose come questo teatro greco mi riempe di gioia. Fellini diceva che la vecchiaia è come la giovinezza, solo che mancano i sogni. Ma io il mio sogno l’ho avuto qui ed ora. Prima di morire ho visto con i miei occhi il paese più armonioso del mondo, l’Italia”.
Le regole del gioco è il primo film di Hollywood ambientato attorno al 2003 a Las Vegas che ha come tessuto connettivo l’eccitazione ed i drammi legati al recente fenomeno del poker mondiale. Tre i personaggi principali, Billie Offer (Drew Barrymore), Huck Cheever(Eric Bana) ed L.C.Chevar, padre di Huck (Robert Duvall).
Lei è arrivata a Vegas per cantare, ma quando incontra Huck, uno spaccone che si gioca sempre il tutto per tutto, ma assolutamente cauto quando si tratta di coinvolgimenti sentimentali, la sua vita è destinata a cambiare. Quando Huck decide di partecipare al Campionato mondiale di poker si trova davanti il padre, una leggenda del poker, con cui è in rotta per aver abbandonato sua madre molti anni prima. La fine non ve la raccontiamo perchcopyright sarebbe una cattiveria, preferiamo invece che andiate al cinema per scoprirla da soli.
Per il ruolo dei due giocatori incalliti tanto Duvall che Bana si sono allenati per mesi per non sfigurare a fianco dei veri professionisti che compaiono nel film e Robert Duvall che ha avuto vicino l’asso del poker Doyle Brunson, ha scoperto che nel mondo del gioco il concetto di notorietà è diverso.
“Sono andato con Doyle al casinò di Commerce, in California - confessa ridendo l’attore - e nessuno mi si è avvicinato. Credo che non mi abbiano nemmeno riconosciuto, la star era sempre lui”. Duvall, come è stato interpretare questo particolare tipo di giocatore e di padre? “Confesso che non sapevo assolutamente nulla delle regole del poker, solo alla fine ho cominciato a capirci qualcosa. Per quanto riguarda il padre nessun problema, anzi, so che presto mi faranno fare il nonno”. Mariangiola Castrovilli