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Giuseppe Tornatore a Taormina

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Taormina Film estival 2007

Giuseppe Tornatore
a Taormina

Inaugurazione festosa e monotematica nella magica cornice del Teatro Antico sabato sera per festeggiare con il Taormina Arte Award, il riconoscimento più prestigioso della manifestazione, Peppuccio Tornatore, che a pochi giorni dall’incetta dei David di Donatello, è qui  per ricevere anche  il Nastro D’argento per La Sconosciuta, esattamente vent’anni esatti dopo il suo primo Nastro per Il camorrista.
Mariangiola Castrovilli

Giuseppe Tornatore

Sul palco insieme a Beppe Fiorello gran maestro di cerimonie, i suoi amici di sempre che hanno condiviso con lui la grande avventura del cinema, da Ben Gazzara ad Alessandro Haber, al direttore della fotografia Blasco Giurato, a Leo Gullotta, ad un’emozionatissima Valeria Cavalli che dovendolo premiare non riusciva quasi a trovare le parole, al montatore Massimo Quaglia.

Giuseppe Tornatore

Mentre tutti ricordavano episodi, un e aneddoti del loro lavoro insieme, è salita sul palco anche la figlia Marianna, una bellissima bimba dai lunghi capelli ramati che è volata in braccio al suo papà e non l’ha più mollato, rispondendo però con una voce argentina alle domande di Beppe Fiorello.

Giuseppe Tornatore

La prima notte bianca di Taormina, è stata dedicata all’opera omnia di Tornatore disseminata tra il Teatro antico ed il Palacongressi mentre per il Corso Umberto, la via più importante della cittadina, la gente era tanto fitta da diventare una muraglia umana da rendere difficile qualsiasi tipo di movimento. Ma tutto all’insegna dell’allegria, del gioco nel gioco e del piacere di godere di una notte profumata senza nessun obbligo all’infuori di quello di divertirsi.Quasi senza soluzione di continuità dunque la lezione magistrale che Tornatore ha tenuto oggi di fronte ad una sala super affollata.

Giuseppe Tornatore

Elegante con pantaloni neri, camicia bianca aperta sul collo, scarpe alla Duilio crema e beige, ha affascinato la platea, portandola su e giù dalle montagne russe del suo pensiero, con la magia evocativa delle idee e delle parole, suo grande patrimonio, con cui gioca, si trastulla, organizza e realizza poi copioni, sceneggiature, e, soprattutto quei film che tanto amiamo.

Tullio Solenghi, Giuseppe Tonatore
e Freancesco Rutelli

La domanda più frequente che mi sento rivolgere è come un’idea possa diventare un film. Domanda a cui migliaia di cineasti e di trattati letterari hanno risposto senza…rispondere. Io vorrei provare con due esperienze personali. La prima nel '90 a Los Angeles per ricevere l’Oscar – spiega il regista siciliano - prima di me c’era Akira Kurosawa che prendeva quello alla carriera.

Locandina de "Il Camorrista"

Sul palco disse, ‘mi chiamo Akira Kurosawa, ho ottant’anni, faccio il regista ma dopo 57 film non ho ancora capito cosa sia l’essenza del cinema’. La seconda è una cosa privata ero a cena con Scola e Bertolucci quando anch’io pongo la questione sull’ idea che diventa film e su come nessuno sia mai stato capace di dare una risposta. ‘Forse perchcopyright non l’abbiamo capito nemmeno noi’ fu l’incisivo commento di Bertolucci, non dissimile poi da quello di Kurosawa.

 

E forse è vero perchcopyright tutti continuiamo a fare film senza aver veramente capito. Riusciamo a distinguere un buon attore tra uno che non è opportuno per quel lavoro – conclude Tornatore - una buona inquadratura da una che non lo è ed un’idea migliore di un’altra per diventare un sogno sullo schermo”.

 

Tornatore, cos’è per lei il cinema?
A differenza di altre forme espressive il cinema è formato da più linguaggi in  cui si mescolano diversi livelli di comunicazione. Il cinema è importante per quello che mostra, ma, ancora di più per quello che lascia intuire”.

 

Come nasce per esempio Il Camorrista?
Dall’incontro con un libro, volevo raccontare negli anni '80  l’escalation di un criminale dall’interno e non dall’esterno e non con la stessa ottica de Il padrino”.

 

E nuovo cinema Paradiso?
Quello nasce nel '67, otto anni prima che lo cominciassi a girare perchcopyright ebbi la possibilità di smontare la cabina di proiezione del primo cinema del mio paese, Bagheria. Ricordo che era al primo piano, i biglietti si vendevano in basso e poi bisognava salire per la proiezione. Durante i tre giorni che impiegai a smontare il proiettore fui certo che c’era in quell’atmosfera, una storia che si poteva raccontare….”.

Giuseppe Torantore

E per stiamo tutti bene?
“Appena mi trasferii a Roma, andavo sempre a mangiare da solo in un ristorante con clienti di passaggio. Una sera fui incuriosito da un uomo dai capelli bianche che anche lui era lì a mangiare da solo. Chiesi al cameriere se aveva un’idea di chi fosse, e mi rispose ‘boh, sembra uno che viaggia’. Dopo averci fantasticato un po’ sopra, ridomandai al cameriere da cosa traesse quella convinzione, e lui ‘perchcopyright ha una valigia sotto il tavolo’. Per anni mi divertii ad immaginare dove stesse andando, e dopo tanto mi convinsi che alcune risposte potevano diventare un buon film”.
Mariangiola Castrovilli

Giuseppe Torantore