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I fatti e le bugie nella divulgazione storica |
Giampaolo Pansa ne La grande bugia Sperling e Kupfer, 2006 si duole delle critiche e delle riserve, soprattutto delle polemiche e delle preconcette proteste suscitate dai suoi precedenti libri sul 1945. Le guerre combattute tra cittadini della stessa nazione, comunque le si voglia “denominare”, si portano appresso memorie, risentimenti sino a odi e vendette, che neppure il trascorrere del tempo riesce a scalfire. Carlo Vallauri |
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Si comprende allora come i libri di Giampaolo Pansa, nel rievocare delitti ed eccidi commessi attorno al ’45, e poco dopo in varie regioni italiane (dalla pianura lombarda e veneta all’Emilia), siano assunti addirittura a provocazioni, sì da suscitare polemiche e contrastanti versioni. I fatti ricostruiti dal giornalista hanno una loro terribile autenticità, altrettanto paurosa di quanto è accaduto in precedenza a danno dell’altra parte, quando venivano impiccati o fucilati partigiani. |
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Diversità di condizioni, responsabilità connesse al crollo di istituzioni nelle quali riconoscersi, hanno prodotto una serie di eventi crudeli, ed è stato certo un errore della parte vincente voler ignorare quella realtà. |
Giampaolo Pansa |
D’altro canto da Il sangue dei vinti e Sconosciuto 1945 non è che la riproposizione o l’aggiornamento di violenze che Giorgio Pisanò ebbe il coraggio di esporre pubblicamente quando si preferiva il silenzio, quindi, dal punto di vista storico, non si tratta di “rivelazioni”. |
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Giampaolo Pansa |
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Nuovo è il rilievo assunto dai fatti richiamati, completati con testimonianze significative, urgente per una parte dover prendere atto di quelle verità che si preferiva occultare. Dall’America della guerra civile a metà Ottocento alla Spagna degli anni ’30 sono esperienze conosciute e che nessun artificio può ignorare. |
Giampaolo Pansa |
Si tratta però di acquisire la coscienza dell’irreversibilità dell’accaduto, giacchcopyright il tempo non è in grado di annullare ncopyright i dolori ncopyright le responsabilità. Se la carità cristiana può indurre alla comprensione, la sensibilità degli esseri umani mantiene nella mente e nel cuore il segno della sofferenza. |
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Giampaolo Pansa |
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Quale insegnamento trarre dal passato? Certamente la denuncia della violenza, netta, ostinata, senza nessuna rinuncia alla condanna aperta verso chi alla violenza ha chiamato i popoli e chi con la violenza ha creduto di farsi “ragione”. |
Giampaolo Pansa |
E nella stessa impostazione ideologica, ancora prima che nell’esplicazione dei fatti, sappiamo chi ha spinto alla violenza, chi ha continuato a predicarla e a metterla in atto. Nessuna giustificazione è ammissibile, e quindi ha costituito un errore attribuire a Pansa quel che egli, da buon giornalista quale è, ha scritto, sulla base delle sue ricerche. |
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Giampaolo Pansa |
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Piuttosto la narrazione di determinati atti, senza risalire ai precedenti, alle violenze da cui sono derivate quelle da lui esposte, è stato un errore, a nostro avviso. La polemica può consentire un passo in avanti per tutti se viene liberata dallo strumentalismo di parte o d’occasione. Carlo Vallauri |
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