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La Locandiera

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La Locandiera di Goldoni
al Teatro Eliseo di Roma

Il regista Giancarlo Cobelli ha dato al celebre capolavoro goldoniano un’impostazione che suscita qualche perplessità. Mirandolina, come dice l’autore, fa altrui vedere come s’innamorano gli uomini: ma Cobelli ha voluto arricchire il personaggio di discutibili valenze sociali.
Fernando Bevilacqua

Mascia Musy, foto Elena Bono

Tra i capolavori del Goldoni va senz’altro annoverata La locandiera, commedia dove tutto ruota attorno alla personalità di Mirandolina, una delle figure femminili più celebri dell’intero teatro di prosa mondiale. La bella locandiera gestisce con energia e intelligenza il suo albergo, senza dimenticare un tanto di connaturata civetteria femminile….

Francesco Biscione e Mascia Musy,
foto Elena Bono

Ma la scelta di Mascia Musy, a nostro avviso, non risolve appieno il personaggio di Mirandolina, che nell’immaginario più accreditato dovrebbe essere di una esplodente bellezza e vitalità, e che invece il regista Cobelli confina generalmente in uno scenario alquanto buio e disadorno, eccezion fatta per l’inquadratura finale della stiratura!

Andrea Benedet e Mascia Musy
foto Elena Bono

Attorno a lei si incrociano le bramosie di vari personaggi, a cominciare dal giovane famiglio che il padre stesso di Mirandolina, a suo tempo, ha indicato alla figlia quale giusto compagno di vita e di lavoro…..Poi vi sono due nobili, il Marchese di Forlinpopoli e il Conte d’Albafiorita, corteggiatori instancabili d’ogni giorno; ed infine lo scontroso Cavaliere di Ripafratta, dapprima spregiatore delle donne ed infine vinto dalle astute arti di seduzione di Mirandolina.La commedia in definitiva è tutta nello scontro tra il Cavaliere di Ripafratta, nemico delle donne, e la prorompente vanità femminile di Mirandolina, che vuole conseguire una vittoria netta sull’antagonista misogino….

Mascia Musy, foto Elena Bono

A tale fine non esita ad accettare un invito a pranzo dal Cavaliere di Ripafratta, a fingere uno svenimento e a mettere in atto innocue diavolerie, che inducono l’ammiratore ad un completo ribaltamento del suo iniziale atteggiamento sentimentale. E rende appieno il personaggio che da duro e sospettoso diviene infine, umile e implorante. Lo stesso Goldoni, del resto, dice della bella locandiera di “non aver mai dipinto….una donna più atta alle lusinghe, più pericolosa di questa ….Mirandolina fa altrui vedere come s’innamorano gli uomini”

Francesco Biscione e Mascia Musy,
foto Elena Bono

Il regista Giancarlo Cobelli carica il personaggio di valenze sociali e di capacità manageriali ancora lontane nel tempo: la commedia è del 1753, mancano circa quattro decenni alla Rivoluzione francese! Ed anche un maestro come Silvio d’Amico definisce la pièce “..apologia delle più luminose civette che si siano mai viste sulle scene” Storia del Teatro, Vol.II,pag.238). Nulla da eccepire sulla professionalità degli attori: di Mascia Musy quale Mirandolina abbiamo detto, come pure di Francesco Biscione, Cavaliere di Ripafratta. Paolo Musio e Massimo Cinaglia erano rispettivamente il Marchese di Forlinpopoli e il Conte d’Albafiorita. La Celi e la De Cola, le due comiche….Ancora una parola in difesa del famiglio Fabrizio, impersonato da Andrea Benedet: in quanto futuro marito di Mirandolina aveva diritto ad apparire dotato di una certa qual dignità virile! Giancarlo Cobelli lo riduce ad un goffo individuo dall’andatura sbilenca.
Spazio scenico di Alessandro Ciammarughi.
Fernando Bevilacqua

Andrea Benedet e Mascia Musy
foto Elena Bono