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Dante e Baudelaire, il viaggio nell'anima

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Dante e Baudelaire,
il viaggio dell’anima

Giovanni Nardoni porta in scena allo Spazio Uno di Roma uno spettacolo di rara suggestione. Otto canti dall’Inferno dantesco  e alcuni fra i versi più belli di Charles Baudelaire si fondono a musica, danza e immagini, in un insieme di sorprendente magia. Fino al 2 giugno.
Gloria Bondi

 

Una scena buia, dominata solo da un grande schermo su cui vengono proiettate immagini suggestive e inquietanti. Una danzatrice illuminata da una luce rosso fuoco. Un coro silenzioso che assiste muto ad una tenzone poetica senza eguali. E due personaggi, uno vestito di nero e uno di bianco, l’uno di fronte all’altro, a condurci per mano in un viaggio magico ed esistenziale. C’è una atmosfera da opera rock nel nuovo lavoro portato in scena da Giovanni Nardoni.

 

“Helleven”, titolo dello spettacolo, è un gioco di parole tra Hell, inferno, ed Eleven, come gli undici famosi endecasillabi della nostra poesia migliore e della “Divina Commedia” in particolare. Helleven è un concerto per quartetto acustico e suggestioni vocali – spiega Nardoni nelle note di regia -  Un “viaggio” metaforico tra 8 canti dell‘inferno della divina commedia che rivelano l’ordine del mondo in cui natura e spirito si accordano e dove non è possibile certo dimenticare la componente umana dei sentimenti.
 

Ma è anche un momento di riflessione attraverso immagini filmiche che vogliono raccontare la nostra paura, il nostro “personale” inferno in un mondo dilaniato dalla disperazione e dall’ assenteismo. Un concerto di “sintesi” come già suggerisce il titolo Hell-eleven: un Inferno delle aberrazioni umane rinchiuso, o meglio, contenuto nelle undici sillabe del verso dantesco.

 

E allora ci abbandoniamo con Dante al terrore di quella selva oscura in cui ha inizio il suo viaggio. Incontriamo Virgilio e poi Paolo e Francesca,  il terribile e infelice Conte Ugolino e l’austero Farinata degli Uberti. Assaporiamo il mistero di quel viaggio che è al tempo stesso universale e individuale, spirituale e materiale, religioso  ed esoterico.Un viaggio negato – continua Nardoni -  ‘perdete ogni speranza, o voi che entrate’ ci ammoniva, non a caso,  il poeta Dante.

 

Ma al tempo stesso, l’uomo Alighieri, il rivoluzionario, l’acerrimo nemico del potere temporale della chiesa, con la musicalità dei suoi versi c’incuriosisce e ci incanta, urla nelle orecchie con la stessa forza con cui Ulisse, rivolgendosi ai suoi compagni, li esorta a ricordare ‘fatti non foste per viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza’.Davanti a lui, dispiega un giovane talento il bravo Stefano Masala, che ci conduce attraverso i versi “maledetti” di Baudelaire. Viaggio meno ‘ultraterreno’  - commenta Nardoni - ma certamente non meno visionario. Poesia, come fuga dallo ‘spleen’, dall’angoscia esistenziale, dal dualismo della condizione umana. Un uomo, forse, represso ma certamente intrappolato dalla sua inconsapevolezza, inseguito dal tempo, che non lo uccide ma al massimo lo digerisce. Quindi, utilizzazione del male come forza espressiva, come strumento e non come punizione, senza esorcizzarlo, o raccontarlo, ma fondendolo, tra poesia ed espressione, tra vita reale e metafora poetica.

 

Come Baudelaire stesso spiega tentando di ‘estrarre la bellezza del male’, così la mia interpretazione dell’inferno dantesco, affiancata ad una rosa di poesie del grande poeta francese eseguite da Stefano Masala, cerca di esorcizzare la nostra paura per l’ignoto e avvicinarci all’incomprensibile. Alla ricerca di un probabile equilibrio estetico che determina la spinta alla mia vita.

 

In scena, assieme a Nardoni e Masala, il coro composto da Italo Coretti, Annarita Luongo, Alessandra Ferro, Beniamino Furcolo, Giorgia Caldarelli, Annamaria Ajelli, Paola Barbaro, Alessandro Sergio, Giulia Agostino, Silvia Paoletti, Virginia Scaramazza, Claudio Cipriani, Antonio Brundu e la danzatrice Clementina Radio. Una menzione particolare per il quartetto diretto da Bernardo Nardini, che è anche autore delle musiche.
Da non perdere. Fino al  2 giugno 2007.
Gloria Bondi