Il prete della Caritas,
Don Luigi Di Liegro

Lunedì 21 e martedì 22 maggio su Canale 5, in prima serata, è andato in onda il film tv, Don Luigi Di Liegro – L’uomo della carità, che ha visto come interprete Giulio Scarpati. L’attore ha vestito i panni del prete, animatore della Caritas, che durante tutta la vita fu solidale con gli ultimi.
Giancarlo Leone

Raccontare la storia di un grande uomo, dai vent’anni, nel pieno del vigore e della giovinezza, fino alla fine, alla vigilia dei settant’anni e già malato, passando per la maturità. E’ stata questa la grande sfida per Giulio Scarpati, protagonista del film tv, Don Luigi Di Liegro - L’uomo della carità, con la sceneggiatura di Nora Venturini e Fabrizio Bettelli per la regia di Alessandro Di Robilant, andato in onda in prima serata su Canale 5, lunedì 21 e martedì 22 maggio. Il personaggio è noto, un prete morto dieci anni fa, che a Roma, dove ha trascorso la sua vita, ha lasciato il segno.

Segni ben visibili, tutti legati alla Caritas: un ostello e quattro mense per i “senza fissa dimora”; Villa Glori, una comunità per ammalati di Aids; numerose Case famiglia per minori in difficoltà; ambulatori medici; centri di accoglienza per stranieri immigrati ed una fondazione antiusura.

La proposta a Giulio Scarpati di interpretare questo personaggio è arrivata tramite Fabrizio Bettelli, uno degli sceneggiatori, che ha proposto a Nora Venturini, moglie di Scarpati, di realizzare insieme a lui la sceneggiatura di questo lavoro e poi chiese all’attore se era interessato ad interpretare il ruolo del protagonista, che conosceva solo marginalmente Don Liegro: “Non avevo coscienza di quello che poteva rappresentare quest’uomo che nei miei ricordi era semplicemente un prete come tanti”, ha dichiarato Scarpati, “Non sono l’unico attore che definisce così il suo personaggio ma vedendo la fiction il pubblico capirà che cosa voglio dire con questa mia affermazione.

Luigi Di Liegro ha saputo offrire un impulso del tutto rivoluzionario al concetto di carità così come era inteso fino ad allora”. Il racconto del film tv ha inizio negli anni Cinquanta nel Belgio, dove Don Luigi Di Liegro lavora nelle insolite vesti di minatore, a fianco degli immigrati italiani. Quando Luigi era bambino ha visto suo padre tentare più volte di emigrare negli Stati Uniti senza successo. Capisce lo strazio dell’emigrante: lasciare i propri cari o morire di fame.

Ed allora sente il bisogno di stare insieme a loro e tentare di alleviare i momenti di sconforto e di disperazione. Forse per la prima volta Luigi capisce che il compito principale di un prete, per migliorare la qualità della vita di chi sembra senza speranza, è innanzitutto quello di essere una guida per la formazione di una comunità salda. Giulio Scarpati ha interpretato con coraggio, realismo e grande intensità la vita del fondatore della Caritas. “Di Liegro era un trascinatore” ha raccontato ancora l’attore, “e un uomo che ha saputo anticipare i tempi. Già allora parlava di immigrazione, integrazione razziale e di Aids. Un ruolo così non poteva lasciarmi indifferente”.

Altro flop della fiction Mediaset. Per colpa di una programmazione infelice e di un genere più adatto al target Rai, L’uomo della carità ha fatto registrare per la prima parte appena il 14.65% di share con 3.569.000 spettatori su Canale 5. E’ stato penosamente battuto addirittura dalla replica de Il veterinario con Gigi Proietti su Raiuno con il 15% di share. La seconda parte è stata all’improvviso spostata da Canale 5 a Rete 4, dove è stata vista solo da 2.228.000 spettatori.

Questo il commento a caldo di Giulio Scarpati: “Mediaset ha avuto il coraggio di produrre una fiction non facile come L’uomo della carità – Don Luigi Di Liegro, dopo il rifiuto della Rai, ma non ha avuto la volontà di difenderla, ha preferito cambiare la rete piuttosto che rischiare, confondendo ancora di più gli spettatori. Il pubblico è stanco di fiction soprattutto di quelle in due puntate, che non permettono di affezionarsi.

Un prodotto come Don Di Liegro non è un film che si può guardare distraendosi, andando in cucina, richiede partecipazione, non può essere interrotto da quaranta spot pubblicitari. Non era questo il momento di mandarla in onda, ora la gente non ha più voglia di stare davanti al televisore. Inoltre ero consapevole che Don Di Liegro fosse un personaggio conosciuto soprattutto a Roma, dove ha tanto lavorato, per questo avevo chiesto a Mediaset di organizzare trasmissioni di approfondimento su di lui prima della messa in onda, per farlo conoscere meglio, ma non mi hanno aiutato.

Spero solo che avremo la possibilità di farlo vedere con altre modalità, perch�copyright Don Di Liegro se lo merita”.
Giancarlo Leone