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A Toronto Tom Lee Jones |
Per essere bravo è bravissimo come dimostrano i numerosissimi premi collezionati, tra cui varie nomination all’Oscar di cui due vinte. Laureatosi nel 1969 con summa cum laude, l’uomo è intelligente e poliedrico, alterna infatti ben quattro professioni in cui eccelle, attore, sceneggiatore, regista e produttore. Peccato il carattere, estremamente chiuso e riservato e se vogliamo di pochissime parole. Stiamo parlando di Tommy Lee Jones, terrore dei giornalisti che osano chiedere di intervistarlo. Mariangiola Castrovilli |
Tommy Lee Jones |
Qualsiasi domanda gli facciate non è mai abbastanza interessante da smuoverlo e a cui il più delle volte risponde con un’altra domanda. Ricorda un po' De Niro che ha un’avversione patologica per le interviste, anche per lui infatti è necessario armarsi di pinze e molta pazienza per riuscire a cavargli qualche parola di bocca. |
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Tommy Lee Jones |
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Nato il 15 settembre del '46 nello stesso giorno del suo amico Oliver Stone, texano, compagno alle superiori della first lady Laura Bush e all’ università di Al Gore, Tommy, nel tempo libero alleva cavalli da polo ed è un ottimo giocatore di questo sport elitario che pratica costantemente al punto da comprarsi una casa anche nel Polo Country Club di Buenos Aires, e tutti gli autunni invita i migliori giocatori del mondo nel suo immenso ranch a Sanantonio in Texas per delle partite memorabili. Erich Segal, autore dell’indimenticabile Love Story ha detto che l’ispirazione per il personaggio di Oliver nel film che ha fatto versare fiumi di lacrime gli è venuta proprio ad Harvard dove insegnava appunto a Jones e Gore allora compagni di stanza . |
Tommy Lee Jones |
Abbiamo incontrato Tommy Lee Jones al 32° Toronto Itnernational Film Festival dove presentava un must del thriller criminale No country for old men, un piccolo gioiello dei fratelli Coen già visto a Cannes e In the valley of Elah di Paul Haggis, due film in odore di Oscar stando ai sussurri sempre più insistenti a riguardo. Cosa però che non lo smuove più che tanto, perché : “Se ti pagano per fare un lavoro, fai del tuo meglio per dargli una mano”. Riservato al massimo non si sente una celebrità, il solo pronunciare questa parola gli increspa gli angoli della bocca in una smorfia, “non so nulla del fatto di essere celebre, quello che so è che provo a recitare il personaggio che trovo nel mio copione in modo che il regista sia soddisfatto. Senza stare troppo a pensare a mode, categorie o manie del momento”. |
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Tommy Lee Jones |
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I suoi due ultimi personaggi, l’ex militare Hank di In the valley of Elahche prova con la moglie (Susan Sarandon) a cercare la verità dietro la sparizione del figlio appena rientrato dalla guerra in Irak e lo sceriffo Ed Tom Bell del coinvolgente No country for old men, sembrano riflettere e lamentare un’America che ormai non esiste più, un’America in cui, senza troppi sforzi, potevi sapere chi erano i buoni e chi i cattivi … “Se la vede così… io no so” commenta telegrafico Jones, ma aggiunge “non ho dedicato molto tempo a scoprire cosa avessero in comune i miei due film. Il mio lavoro è rendere i personaggi diversi”. Non si possono negare però i loro contenuti politici…. E qui Jones diventa ancor più riluttante, tutto quello che riusciamo a tirargli fuori è :“Sono molto orgoglioso del mio Paese, orgoglioso soprattutto dei giovani che lo hanno servito sotto le armi. Quello che mi dispiace è che la nazione sia presa in giro coinvolta in una guerra fraudolenta”. |
Tommy Lee Jones |
Lei ha una presenza dominante sullo schermo e la gente sa che spende bene i suoi soldi per andarla a vedere, perché i sui personaggi sono di quelli con uno spessore non comune e se volesse potrebbe presentarsi alle elezioni, sicuro di essere seguito…. “E’ molto lusinghiero anche perché non parlo con molta gente perché passo la maggior parte del mio tempo tra mucche e cavalli nel mio ranch in Texas, oppure lavorando sul set”. |
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Tommy Lee Jones |
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Il set, appunto, come attore e regista…. “E’ un privilegio potersi guadagnare la vita con l’immaginazione, perché c’è una tale libertà in questo difficilmente riscontrabile in qualunque altra cosa”. Dopo il suo The three burials of melquiades estrada, al cui notevole successo a Cannes non corrispose a quello del box office in patria, Jones, se troverà i finanziamenti vorrebbe dirigere un altro film….“Posseggo molte macchine da ripresa e mi piace fare il regista, essere parte del cinema e raccontare storie che possano portare qualcosa nella vita degli spettatori”. Ha già in mente un soggetto? “Ho comprato i diritti dell’ultimo libro di Hemingway, Islands in the streams. Ne avevano fato già un brutto film nei ’70, ma io so che se ne può tirar fuori qualcosa di buono ed è quello che voglio fare”. Mariangiola Castrovilli |
Tommy Lee Jones | |