L’Arte quattrocentesca a Ferrara - dal Tura al Cossa
Il Rinascimento alla Corte di Borso d’Este con Cosmè Tura e Francesco del Cossa, è in mostra a Palazzo dei Diamanti e a Schifanoia dal 23 settembre 2007 al 6 gennaio 2008, con 150 opere prestate dai maggiori musei del mondo, con dipinti disegni, sculture e miniature. L’esposizione divisa in sei sezioni è a cura di Mauro Natale. Emilia Dodi
Cosmè Tura Madonna col Bambino in un giardino prima del 1453, Washington, N. Gallery of Art
L’esposizione intende analizzare quella che il Longhi nel suo testo definì Officina Ferrarese, nonché mostrare il nuovo restauro, durato dieci anni, degli affreschi dei mesi in Palazzo Schifanoia.
Cosmè Tura Pietà, 1460, Venezia Museo Correr
Le prime due sezioni parlano dei maestri che hanno preceduto e influenzato questa officina, con opere di Jacopo Bellini, del Pisanello e di altri grandi artisti, nonché dei celebri miniatori quali: Taddeo Crivelli, uno dei principali decoratori della Bibbia di Borso e ancora Michele Pannonio, Giorgio d’Alemagna, Van der Weyden e altri.
Cosmè Tura Figura virile seduta, 1470 ca, Firenze Galleria degli Uffizi
La parte centrale è dedicata naturalmente a Cosmè Tura e Francesco del Cossa, seguita dalle opere di Ercole de’ Roberti e dei successori.
Cosmè Tura Fuga in Egitto, 1476-79 N.Y. Metropolitan Museum of Art
Cosmè Tura, caposcuola della pittura ferrarese che da giovane aveva lavorato a Padova e Venezia, formandosi sugli esempi donatelliani, del Mantegna giovane, del tardogoticismo del Pisanello, della spazialità di Piero della Francesca e del naturalismo di Van der Weyden, creò un suo stile molto personale che le tante opere in mostra permettono di ben delineare.
Il Longhi definì il suo dipingere: “incontro di spiriti antichi e di problemimoderni nel temperamento feudale, ghibellino, di Cosmè Tura cortigiano di Borso d’Este”. Tra le opere esposte c’è la celeberrima Pietà del 1460, dove il maestro spinge al massimo l’aspetto duro e brillante, decorativo e plastico, portando all’estremo la fantasia del gotico internazionale, sempre però vicino alla misura umana dell’insegnamento fiorentino.
F.del Cossa Frate Francescano in preghiera 1469 ca, Venezia Arciconfraternita S.Rocco
La sigla dell’artista è affilata e tagliente. Di tante altre opere si potrebbe parlare, va però detto che in mostra è stato ricostruito il polittico di San Giacomo, che indica come il maestro abbia, dal 1470, sviluppato la sua arte in senso monumentale.
F.del Cossa Madonna col bambino e angeli 1455-70, Washington N.Gallery of Art
Francesco del Cossa, di sei anni più giovane del Tura, può essere considerato il vero iniziatore del rinascimento ferrarese, che mediò la ricerca del maestro con il luminismo di Piero della Francesca, addolcendo la sua narrazione in senso gioioso e vivo. La sua opera più importante restano le decorazioni dei mesi di marzo, aprile e maggio di Palazzo Schifanoia che visitandolo, se ne comprenderà meglio la cifra stilistica. Non mancano altri importanti quadri che mostrano come l’immaginazione del Tura, divenga nel Cossa un naturalismo scultoreo di derivazione tutta ferrarese , come nel San Francesco della Pietà del 1465-70, e nella Madonna di Washington, per dirla come Longhi “…dove tutto è fiorito, smagliante e di toniche già si appressano a quelli di Schifanoia”.
F-del Cossa Ritratto d'uomo 1473 ca, Madrid Museo Thissen-Bornemisza
Non potevano mancare le opere di Ercole de’ Roberti, che dipingendo il mese di settembre in Schifanoia, lo fa con segno duro e energico sullo stile del Tura, invece nella predella delPolittico Giffoni ha già un suo preciso stile con paesaggi architettonici fantasiosi nei quali si muovono personaggi sul genere del Tura e del Cossa. Con quest’artista si chiude la prima fasedell’Officina Ferrarese e la sua lezione fu poi seguita in tutta l’Emilia. Emilia Dodi
E.dè Roberti San Girolamo 1475 ca,Los Angeles J.Paul Getty Museum