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Fulvio Pendini

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L'antologica a Padova
di Fulvio Pendini

Nel centenario della nascita dell’artista patavino, Fulvio Pendini (1907-1975), Padova nel Museo degli Eremitani, ha in corso fino al 4 novembre 2007, una grande antologica. Curata da Davide  Banzato, Franca Pellegrini e Virginia Baradel, ha un catalogo Skira.
Anna Camia

Fulvio Pendini:
"I subacquei", olio su tela, 1955.
(Collezione privata)


Fulvio Pendini, artista in prevalenza figurativo, in gioventù fu poeta e compositore, partecipando alla fine del 1929 al cantiere per gli affreschi della Basilica Antoniniana, impadronendosi così della tecnica dell’affresco. Solo nel 1935 ci fu la sua prima mostra di pittura.

Fulvio Pendini:
"Affresco raffigurante la città di Padova", 1952.
Sottoportico di via S. Francesco,
(Università degli Studi di Padova)

Artista amato da Giò Ponti che lo coinvolse nella scenografia per la Mostra della Vittoria nel ventennale della prima guerra mondiale, ebbe inoltre da questi la committenza per gli affreschi del Rettorato dell’Università.

Fulvio Pendini:
"Fiera del Santo", olio su tela, 1936.
(Collezione privata)

Il periodo proficuo per la pittura parte dal 1935 per arrivare al 1975 e questa mostra è un percorrere la storia della sua arte, non solo collegandola a Padova, ma immettendola nel contesto nazionale, come il periodo di recupero del figurativo consente, sia per autori noti, che per nomi circoscritti all’ambito nel quale hanno operato.

Fulvio Pendini:
"La città dotta", olio su tela, s.d.
(Collezione privata)

Come fatto rilevare dalla Baradel, in Pendiniogni figura ed ogni porzione possiedono un disegno e un colore precisi. La fissità delle figure, l’immobilità dei gesti gli consentono di comporre porzione di colore piatto che trovano riscontro nella relazione reciproca non meno che nella collocazione spaziale.” Questa sarà la sua cifra stilistica per tutto il percorso artistico, salvo che tra il 1943/44, dove uno stile più libero si può trovare nella serie dei pagliacci.

Fulvio Pendini:
"Maternità", olio su tela, 1934.
(Collezione privata)

Pendini ha esposto nelle più importanti gallerie di Milano e fino al 1954 in tutte le Biennali di Venezia e nelle Quadriennali romane. Nel dopoguerra con la sua adesione al cubismo, è giunto fino a praticare alla fine degli anni ’50, l’astrazione tenendo conto dello spazialismo e del nuclearismo, ma sempre all’interno del concetto di valori compositivi. La mostra è divisa in cinque grandi temi: Armonia popolare- Rinnovamento- Paesaggio- Tentazione astratta- Il volto della città, con ben più di un centinaio di opere, di cui molte di collezione privata che la rendono ancor più interessante al pubblico.

Fulvio Pendini:
"Bambine che giocano",
olio su faesite, 1940 ca.
(Collezione privata)

Del 1945 è il periodo del rinnovamento, per passare al tema del paesaggio che è quello che intriga ciascun pittore veneto e poi al volto della città.
Tra le opere esposte c’è l’olio Fantini del 1936 prestato dal Quirinale e La giostra concesso dalla Camera dei Deputati.
Interessanti le due opere dedicate ai Pagliacci del 1942 e quelle sulle Costellazioni della fine anni ’50.
Nella rappresentazione della città l’artista recupera il primitivo carattere naif, componendo un ritratto stilizzato del luogo più amato: Padova.
Anna Camia

Sito Internet:
padovacultura.padovanet.it

Fulvio Pendini:
"Città antica", olio su tela, anni ‘50.
(Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo S.p.A.)