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L'Annunciata di Antonello da Messina

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L’Annunciata
di Antonello
a Milano

Per la V Edizione di Un Capolavoro per Milano al Museo Diocesano dal 4 ottobre al 25 novembre 2007, sarà esposto per la prima volta in città, l’Annunciata di Antonello da Messina. La visita si effettuerà dalle 10 alle 18 di ciascun giorno, escluso il lunedì.
Anna Camia

Antonello da Messina,
Vergine Annunziata

L’Annunciata è il capolavoro-icona dell’opera di Antonello da Messina e non c’è libro di storia dell’arte che non lo raffiguri. Molto ben restaurato(dopo i pessimi restauri precedenti) in occasione della mostra su Antonello (Antonio de Giovanni de Antonio 1430-1479) tenutasi a Roma nel 2006, ora l’opera potrà essere goduta anche dal pubblico milanese. E’ una tempera a olio su tavola di piccole dimensioni, passata da varie mani e donata nel 1906 al Museo palermitano, da Monsignor Vincenzo di Giovanni. In un primo tempo fu considerata una copia di quella esistente alla Galleria dell’Accademia di Venezia, ma in seguito con gli studi e vista la maggior qualità di quella di Palermo, le relazioni furono invertite. Studi recenti fanno risalire il dipinto al 1475 e portano a rilevare le affinità tra Piero della Francesca e Antonello da Messina.

Antonello da Messina, Vergine Annunziata (particolare)


Si pensa che Antonello abbia avuto contatti con l’ambiente romano e con Piero che dal 1454 al 1459 è documentato a Roma. Infatti è in seguito che l’artista siciliano cambia la sua cifra stilistica
volgendosi verso un allentamento geometrico delle forme, raggiungendo così, negli ultimi capolavori, una sintesi.
Dopo il suo soggiorno veneziano è nell’Annunciata che il maestro sembra voler essere ancora più ardito di Piero.
Come scritto da Marco Bussagli nella sua monografia sull’artista edita da Giunti:il velo è ormai un piano geometrico curvato, una superficie conica che solo per miracolo torna a essere stoffa; il leggio è un vero piano inclinato che solo prodigiosamente torna ad essere legno; le pagine del libro sono veri esercizi di prospettiva che solo per magia tornano a essere carta. La magia è quella di Antonello che riesce a coniugare particolare e generale, contingente e universale senza soluzione di continuità”.
Particolarissima è anche la iconografia della tavola che presuppone l’angelo nunziante ma non lo rappresenta, quasi che lo spettatore potesse esso stesso sostituire la figura; peculiare è anche la posizione delle mani che trattengono il manto e sono collocate sull’asse centrale del dipinto. E’ l’opera che rappresenta il periodo più alto del percorso artistico di Antonello.
Anna Camia

Antonello da Messina, Vergine Annunziata (particolare)