Quarantasette anni, vestito casual, una massa di capelli cotonati e resi docili dalla lacca, sorriso ironico degli occhi indagatori piu’ penetranti di un raggio laser, Sean Penn dopo lo scandalo dell’anno scorso, sempre qui al Sutton Place Hotel dove in conferenza stampa, fregandosene altamente dei divieti, accese una sigaretta per cui la direzione dovette pagare una multa di 600 dollari, e’ di nuovo a Torontoper presentare Into the wild, il suo quarto film da regista al 32° TIFF. Mariangiola Castrovilli
Sean Penn
Come sempre Penn senza peli sulla lingua rifiuta di farsi strumentalizzare con domande politiche, sottolineando solo che non ama la guerra lanciandosi invece in una diatriba contro i giovani attori che trova inconsistenti .
Into the wild
“Ma questa”, ammettte con autoironia e con quel suo sorriso malandrino così particolare, “potrebbe essere l’amara riflessione della mia generazione nei confronti delle nuove leve. Nei lavori che ho visto, trovo che piu’ o meno tutti abbiano in comune una certa mancanza di spessore. Certo alcuni giovani sono di intelligenti, alcuni magari sexi, buffi o carismatici piu’ di altr, ma non posso dire che mi abbiano emozionato o che mi abbiano lasciato sperare per un futuro di…promesse”.
Sean Penn
Certo, secondo lui il panorama non e’ proprio brillante, eccetto pero’ per il suo protagonista di Into the wild, Emile Hirsch, un ventiduenne di cui e’ veramente entusiasta, perche’ “possiede la capacita’ di centrare subito il ruolo che personalmente trovo alla base della recitazione e che mi sembra manchi invece ai suoi colleghi ”.
Sean Penn
Into the wild tratto dall’omonima biografia che lo scrittore Jon Krakauer ha tratto nel 1996 dal diario del ventiduenne Christopher McCandless, un giovane che appena laureato, disprezzando il consumismo imperante lascia agi e conforti di una famiglia ricchissima, per girare da solo il mondo.
Emile Hirsch e Sean Penn
Porta con se solo pochi indispensabili libri ed è senza documenti perchè ha bruciato la carta d’identità come anche i soldi che gli ha dato il padre come regalo di laurea. Per sopravvivere aguzzando invece l’ingegno nel lungo, infinito viaggio che lo porta dal Grand Canyon fino alla selvaggia, pericolosa Alaska dove troverà la morte per aver mangiato una radice altamente velenosa. Solo allora, prima di morire, in un velocissimo riavvolgesi di immagini prima della fine, si renderà conto che, come dice il suo io narrante in un empito d’amore verso la famiglia abbandonata, “la vera libertà è quella che puoi dividere con gli altri”.
Sean Penn
Il suo diario, fedelissimo ci racconta passo dopo passo la sua meravigliosa terribile avventura fino agli ultimi commoventi momenti. Un personaggio straordinario quello di McCandless, che Emile interpreta superbamente, in un’esplosione di esuberante, autentica gioventù molto apprezzata da Penn, che, quando vuole, sa essere molto appassionato.“Volevo fotografare”, dice infatti il regista, “il momento di transizione in cui Christopher da ragazzo diventa uomo, e osservare il suo cambiamento, l’evoluzione del pensiero. E, soprattutto, oltre alla sua bravura, volevo qualcuno capace di mostrare la sua potenza con il cuore, che vedi venir fuori nei suoi comportamenti e nei suoi occhi e credetemi, ci vuole molta intelligenza per avere un cuore…responsabile”. Mariangiola Castrovilli